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                      Macellai e leader del mercato dei prodotti 100% vegetali: il compromesso vincente di Kioene

                      Risale alla fine degli anni Ottanta la scommessa dei fratelli Tonazzo – quarta generazione del gruppo veneto specializzato nella lavorazione della carne – sui burger vegetali: oggi, il brand da loro creato, Kioene Spa, detiene il 42% del mercato italiano e punta dritto all’Europa

                      Dalla Redazione

                      Kioene fratelli Tonazzo

                      Da sinistra Albino e Stefano Tonazzo

                      È successo durante un viaggio di lavoro in Sud America, nel 1988, a distanza di un secolo esatto dalla data in cui il capostipite Vittorio aveva aperto il suo primo banco da macellaio, sotto un porticato, a Villanova di Camposampiero (Pd). Albino Tonazzo – esponente della quarta generazione di una famiglia legata a doppio filo a una tradizione secolare di commercio di carni bovine – intuisce, in pieni anni Ottanta, che un’alimentazione fondata sul consumo di proteine animali non sarebbe stata, nel lungo periodo, sostenibile per l’uomo e il pianeta. Da qui la scommessa su un nuovo tipo di burger, a base di proteine vegetali: poteva essere l’inizio di una barzelletta, invece è il primo atto della storia di Kioene, il primo produttore italiano di alimenti 100% vegetali.

                      Dai primi passi alla crescita a doppia cifra

                      Per i primi vent’anni il progetto – che Albino ha condiviso sempre con il fratello Stefano, amministratore unico del gruppo Tonazzo – si è sostenuto con i profitti del mercato delle carni: mentre i fratelli si dedicavano a innumerevoli prove e sperimentavano varie ricette, il ‘core business’ dell’azienda, la lavorazione della carne, faceva da ‘stampella’ per consentire alle idee e agli investimenti di dare finalmente i loro frutti. Le prime vendite risalgono al 1995; tre anni più tardi il marchio entra nei supermercati Esselunga: ma, nel periodo compreso tra il 1998 e il 2012, il mercato delle proteine vegetali rimane una minuscola nicchia. Nel 2012 il grande salto: il fatturato evidenzia, per la prima volta, una crescita a doppia cifra. Un anno dopo, da “Bio-ene” (il nome originario) si passa alla denominazione che tutti conosciamo, “Kioene”: nelle antiche culture orientali, “Ki” è il nome dell’energia interiore del singolo individuo, “O” rappresenta il cerchio, simbolo di armonia universale, “ene” è l’energia del pianeta e di coloro che lo abitano. Kioene, quindi, è l’energia dell’individuo in armonia con il tutto che lo circonda.

                      Leader di mercato

                      Oggi, Kioene Spa è parte del gruppo Tonazzo, che non ha abbandonato il business delle carni: la singolarità di questa bella storia imprenditoriale, tutta italiana, sta proprio nell’aver saputo conciliare due stili alimentari e di vita diametralmente opposti. Da un lato, la produzione di alimenti a base di carne, dall’altro, quella di cibi plant based, interamente a base di verdure. Kioene conta quasi 200 dipendenti (dei 270 complessivi) e garantisce almeno il 65% del giro d’affari dell’intero gruppo. Il 2023 dovrebbe chiudersi, secondo le previsioni, a quota 53 milioni di fatturato, con una crescita pari a +15% all’anno. Il marchio è inoltre leader nel settore in Italia, detenendo una quota attorno al 42% (di cui 28% da marchio proprio e 14% da brand private label). Subito dopo c’è la multinazionale Nestlè, con i prodotti Garden Gourmet.

                      Ottime prospettive future

                      I prodotti vegetali Kioene – tutti a base di legumi, cereali e verdure, oltre alla nuovissima linea di dolci, lanciata nel 2023 per festeggiare il 35° anniversario del marchio – intercettano le esigenze di un mercato dal potenziale notevole: a confermarlo, un’indagine recentemente condotta da Astraricerche e Unione Italiana Food, secondo cui sono almeno 22 milioni gli italiani che consumano prodotti plant based. La crescita dei loro consumi nella Gdo e nel fuori casa è stata del +2,8% rispetto al 2022 (quando il giro d’affari ha raggiunto i 500 milioni in Italia), il 25% degli italiani che non ha ancora provato questi prodotti dichiara di poterlo fare in futuro e Bloomberg prevede un ulteriore sviluppo a livello globale, con un passaggio dai 44 miliardi di dollari attuali ai 162 miliardi entro il 2030. Proprio guardando al panorama internazionale, i fratelli Tonazzo hanno annunciato che il loro prossimo obiettivo, per Kioene, è l’affermazione sui mercati europei, dalla Germania alla Gran Bretagna, fino alla Francia, nonché il consolidamento della propria presenza in Spagna e Portogallo, Paesi in cui i prodotti simbolo della “rivoluzione vegetale” sono già in vendita da tempo.

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