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                      Made in Nature: nuove attività per il progetto che unisce i big del biologico italiano

                      Il biologico italiano punterà su differenziazione e identità. Questi gli obiettivi 2020 per il progetto Made in Nature, iniziativa nata sotto l’egida del CSO Italy che vede coinvolti sei big dell’ortofrutta bio italiana: Brio, Canova, Conserve Italia, Lagnasco Group, RK Growers e Mazzoni Group. Il progetto, finanziato al 70% dall’Unione Europea e al 30% dalle aziende coinvolte, per un totale di oltre 1,7 milioni di euro, prevede una serie di attività promozionali e di comunicazione in Italia, Francia e Germania, rivolte a un target sia consumer che trade. Con un focus: la Gdo, canale in cui il biologico si sta sempre più concentrando a livello distributivo

                      di Carlotta Benini

                      Made in Nature

                      I brand top del biologico italiano sotto l’ombrello di Made in Nature (copyright: Fm)

                      Oltre un milione e 700 mila euro per promuovere l’ortofrutta biologica italiana oltre i confini nazionali, con attività promozionali instore, comunicazione rivolta sia al consumatore finale che a un pubblico trade, coinvolgendo i media tradizionali e i nuovi canali digitali, e con un focus particolare dedicato al canale dove il biologico si sta sviluppando in maniera sempre strategica: la grande distribuzione. A meno di un anno dalla sua nascita il progetto Made in Nature – finanziato per il 70% dall’Unione Europea e per il 30% dalle aziende partner coinvolte – fa il punto sui primi mesi di attività, in un’annata, il 2019, non particolarmente favorevole per le aziende del settore, che ha visto soprattutto penalizzate le quantità disponibili a causa di problemi climatici che hanno determinato una perdita di produzione superiore al 30% su base annua.

                      Lanciato a febbraio scorso in occasione di Fruit Logistica (leggi qui), il progetto, nato sotto l’egida del CSO Italy, vede protagonisti sei top player del biologico in Italia, che per la prima volta uniscono le forze con un obiettivo comune: comunicare il valore di una filiera 100% naturale, sostenibile e sicura. I partner in questione sono Brio-Alce Nero, Canova-Almaverde Bio, Conserve Italia-Valfrutta, Lagnasco Group, RK Growers e Veritas Biofrutta-VeryBio (Gruppo Mazzoni). Il Paesi di riferimento per lo sviluppo del progetto finanziato dall’UE sono Italia, Germania e Francia.

                      “L’Italia è stato il primo Paese produttore di biologico in Europa – esordisce Alessandra Ravaioli, responsabile comunicazione di Made in Nature, durante l’evento di fine anno che si è svolto a Bologna venerdì 22 novembre -. L’ortofrutta è il driver di crescita di questo comparto, nel nostro Paese: tutto nasce in nasce in Romagna, negli anni Settanta, da un panel di aziende ed esperti del settore che hanno avuto una visione pionieristica e lungimirante”. “Se fino a qualche anno fa la crescita esponenziale del biologico italiano era un fenomeno sotto gli occhi di tutti, oggi i trend si sono per così dire ‘assestati’ – continua Ravaioli -, ovvero si continua a crescere, ma con indicatori meno incisivi, complice anche una concorrenza sempre più forte da parte degli altri Paesi produttori europei”.

                      Made in Nature Bologna

                      Luca Mari e Alessandra Ravaioli all’evento di fine anno a Bologna (copyright: Fm)

                      La Francia, importante Paese di sbocco del biologico italiano, sta infatti investendo massicciamente sulla sostenibilità ambientale e quindi sul bio e i consumatori sono particolarmente sensibili ai temi ambientali come dimostra la ricerca pubblicata il 12 novembre su Statista.com nella quale si evidenzia che il 32% dei francesi dichiara di acquistare regolarmente biologico e il 52 % saltuariamente. In tale contesto l’offerta italiana deve essere identificabile e di qualità percepita elevata, per penetrare un mercato sempre più affollato. Anche per la Germania il tema chiave è l’identità del prodotto italiano, che deve differenziarsi e caratterizzarsi in un mercato estremamente ricettivo per il biologico, ma anche molto esigente sia in termini di qualità che di prezzo. Negli ultimi dieci anni il mercato del biologico in Germania è passato da 5,8 miliardi di euro del 2008 ai 10,9 miliardi di euro del 2018, con una crescita costante dell’attenzione da parte dei consumatori verso stili di vita salutistici.

                      Insomma, tutti gli indicatori restano più che positivi per il biologico a livello globale ed è proprio da questo successo si deve riuscire a creare diversità legata al made in Italy. Come? Con attività sempre più capillari e strategiche nei tre Paesi coinvolti. Dopo avere coinvolto con successo un retailer tedesco nell’attività di promozione del kiwi biologico italiano di Brio (leggi qui), e avere coinvolto a livello nazionale i due big Coop e Conad con attività di comunicazione instore, proseguiranno quindi nel 2020 le attività strategiche nella grande distribuzione.

                      “Tra gennaio e febbraio partirà una nuova iniziativa che vedrà coinvolta una grande catena francese, con i suoi oltre 800 punti vendita – rivela Luca Mari, marketing e project manager di CSO Italy -. Focus un prodotto strategico del paniere di Valfrutta Bio, sia fresco che trasformato”. “Sempre a gennaio a Parigi partirà un progetto di comunicazione sull’ortofrutta bio che vedrà coinvolti alcuni food blogger francesi – prosegue Mari -, inoltre prosegue la partecipazione alle principali fiere di settore, a partire dalla berlinese Fruit Logistica, dove Made in Nature avrà uno spazio e un evento dedicato il 5 febbraio”. Infine, fra le prime attività annunciate per il 2020, sono previste delle iniziative per favorire l’incoming di buyer esteri nel nostro Paese, al fine di promuovere la qualità e il valore dell’ortofrutta biologica italiana.

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