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                      Meloni, caro prezzi e shock energetico, Francescon: “Riduciamo le superfici del 10%”

                      Nell’incertezza della situazione attuale, con le aziende agricole schiacciate dai costi di produzione insostenibili e con lo shock energetico causato dalla guerra in Ucraina, per la campagna estiva di meloni e angurie si prospetta una generale riduzione delle superfici e dei trapianti. Ne abbiamo parlato con Bruno Francescon, presidente di OP Francescon, realtà di Rodigo (Mn), parte a sua volta di AOP Mantuafruit, leader in Italia per i meloni e le angurie di qualità premium: “Ridurremo le superfici del 10%”, rivela. Alessio Orlandi, direttore commerciale di Mantuafruit, ci parla invece di programmazione e rapporti con la Gdo: “Sul mercato non ci sarà più spazio per le offerte selvagge”

                      Dalla Redazione

                      Francescon meloni

                      OP Francescon è leader dei meloni e delle angurie di qualità premium (foto Facebook Francescon)

                      Meloni e angurie, quella che si sta per aprire è una campagna ricca di incognite per i produttori italiani, stretti nella morsa dei rincari delle materie prime, i cui costi sono esplosi già dallo scorso autunno, a cui ora si aggiunge lo shock energetico e di approvvigionamento causato dal conflitto russo-ucraino. Alcuni principali player del comparto, nello sconforto di fronte ai costi di produzione più che raddoppiati, in alcuni casi triplicati (leggi qui), hanno già annunciato una riduzione nella programmazione dei trapianti per la stagione estiva 2022, al fine di ottimizzare i costi investendo sulla qualità del prodotto, più che sulla quantità. Questo anche in considerazione di un’incertezza che aleggia anche sui consumi, con le famiglie italiane strette anch’esse nella morsa del carovita.

                      “Anche OP Francescon ha pianificato una riduzione delle superfici investite a melone, parliamo in media di un 10% in meno di trapianti”, rivela Bruno Francescon, presidente dell’Organizzazione di produttori di Rodigo (Mn), parte a sua volta di AOP Mantuafruit, che oggi è una delle realtà leader in Italia per i meloni e le angurie di qualità premium. “La maggior parte dei nostri soci conferitori ha diminuito le superfici, chi del 5%, chi del 15%, per una media appunto del 10 percento”, precisa. La riduzione di superfici per la stagione estiva 2022 riguarda anche Perla Nera, l’anguria midi senza semi a buccia scura della società consortile Perla Nera, di cui fanno parte anche le aziende partner Peviani e OP la Mongolfiera e di cui Francescon è presidente.

                      “La riduzione dei nuovi impianti è un processo avviato già dallo scorso autunno (perché come da prassi i terreni vengono preparati prima dell’inverno, ndr), quando si stava già delineando una situazione complessa sul fronte dell’aumento dei costi delle materie prime e della logistica – spiega Bruno Francescon -. Le cose poi durante l’inverno sono peggiorate e sono letteralmente deflagrate negli ultimi due mesi, con aumenti spropositati dell’energia e del gasolio, sia quello agricolo che quello industriale, senza contare l’aumento dei prezzi degli imballaggi, cresciuti circa del 40%”.

                      Francescon meloni

                      Da sinistra Alessio Orlandi e Bruno Francescon

                      “Siamo veramente molto preoccupati di fronte a questi aumenti dei costi di produzione, che si traducono anche in tanti centesimi al chilo in più sul prodotto finale”, è lo sfogo del presidente di OP Francescon, che sottolinea come sia ancora difficile quantificare questi aumenti in quanto sono in continua variazione, non c’è una stabilità. “Anche nelle prossime settimane può darsi che il packaging subisca un ulteriore incremento di costo e non è detto che prima dell’estate non si registri un ennesimo, nuovo rincaro”.

                      Per quanto riguarda il carburante, il Governo è intervenuto i giorni scorsi con una prima manovra per calmierare i prezzi (leggi qui), riducendo l’accise del gasolio industriale. “Ma intanto la misura è in essere solo fino a fine aprile, quindi per l’estate non sappiamo come si andrà a finire – puntualizza Francescon -. Inoltre lo Stato non ha ancora preso alcun provvedimento per il gasolio agricolo, che ha raggiunto delle cifre mai viste prima, siamo arrivati a pagare 1,50 euro al litro per delle partite di carburante agricolo”. “È una situazione veramente drammatica – conclude -, per tutto il comparto ortofrutticolo, ma anche per il mondo dei cereali”.

                      Calo delle superfici, difficoltà nell’approvvigionamento delle materie e del packaging: in questa situazione, che impatti ci saranno sulla campagna commerciale e nei rapporti con la grande distribuzione? “Mai come quest’anno è necessario consolidare le partnership con la GDO e lavorare in sinergia facendo programmazione – sottolinea Alessio Orlandi, direttore commerciale di AOP Mantuafruit -. Già oggi gli ordini sono a 60-80 giorni, occorre fare programmi a medio-lungo termine: senza pianificazione, per ovvi motivi, non si può lavorare”. “In questo senso – continua a proposito dei rapporti con i buyer – andremo a privilegiare quei clienti con cui è già in essere un rapporto di fiducia e di collaborazione”.

                      Il calo della produzione e la difficoltà nel reperimento del materiale da imballaggio, va detto, avrà anche un effetto calmierante sulla sovra offerta che ha caratterizzato negli ultimi anni il mercato dei meloni e delle angurie, dove, sottolinea Orlandi, “non ci sarà più spazio per prezzi selvaggi”. In tutta la situazione, dunque, almeno un fattore positivo. “Potenzialmente lo è – conclude il direttore commerciale di AOP Mantuafruit – per quei clienti che si rendono conto di quanto sia importante costruire un vero rapporto di fiducia con il fornitore. Chi invece va all’arrembaggio e vuole fare leva sulle offerte shock, quest’anno sarà in difficoltà a reperire il prodotto da mettere sui banchi”.

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