di Eugenio Felice
Campagna 2021 da dimenticare per i meloni e le angurie prodotti in Italia? “In realtà, parlando di volumi, non è stata per Coop Italia una campagna in flessione, avendo registrato un +3% fino a fine agosto. Quindi i consumi non solo hanno tenuto, ma sono cresciuti, complice un clima favorevole durante l’estate, che i media, poco prima di Ferragosto, definivano come una delle più calde degli ultimi due secoli. Il problema è stato lo squilibrio tra domanda e offerta che ha penalizzato i prezzi”.
A parlare è Germano Fabiani, responsabile reparto frutta di Coop Italia, gruppo leader della grande distribuzione italiana, che negli ultimi anni sta spingendo con sempre maggiore decisione verso la qualificazione dell’offerta, che in ortofrutta si traduce in segmentazione e profondità assortimentale. Non parliamo solo di aspetto, formato, sapore e origine, ma anche di servizio. Ad esempio l’anguria viene proposta anche tagliata a metà o a spicchi. Più è ricca l’offerta, maggiori saranno i consumi.
“La novità del 2021 – sottolinea Fabiani – è l’inserimento della mini anguria Gavina nella linea a nostro marchio Origine, grazie alla collaborazione con OP Campidanese e OP Codma, con cui è stato condiviso il disciplinare di produzione e sono stati programmati, per tempo, i quantitativi. Questa grande segmentazione per meloni e angurie, con prodotti dalle elevate qualità organolettiche in grado di entusiasmare il consumatore finale, ci aiuta a crescere nei volumi di vendita. Il prezzo però è un altro paio di maniche”.
“Quest’anno – spiega Fabiani – si è piantato troppo, in particolare le angurie, probabilmente per le elevate quotazioni toccate nell’agosto 2020. Alcune case sementiere ci hanno riferito di aver venduto il doppio dei semi per determinate varietà. La conseguenza è che quest’anno ci sono stati troppi frutti che hanno congestionato il mercato e fatto andare a picco le quotazioni. A questo si aggiunga la frenata dell’export, per via del clima fresco in Nord Europa e della aggressività della produzione spagnola”.
“Fatte queste considerazioni – conclude Fabiani – va detto comunque che Coop Italia non fa mai scendere i listini di acquisto sotto una certa soglia di sicurezza, nel rispetto del nostro codice etico. Nei contratti con i fornitori, da tempo, c’è una clausola per cui frutta e ortaggi non possono essere venduti a un prezzo inferiore ai costi di produzione. Questo proprio per salvaguardare il mondo agricolo. I nostri fornitori sanno che lavoreranno con noi. Se le condizioni di mercato sono avverse, ci diamo la mano e cerchiamo di fare il percorso insieme”.
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