L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Metro Italia taglia 260 posti di lavoro, a fine anno due giornate di sciopero

                      MetroSciopero
                      Stato di agitazione presso i punti vendita in Italia di Metro Cash & Carry, la multinazionale tedesca specializzata nella vendita all’ingrosso di prodotti food e no food. Ai cancelli di ingresso di diversi punti vendita sono già comparse le bandiere dei sindacati. Le performance del settore non alimentare sono indicate come la principale causa delle difficoltà di Metro in Italia

                      MetroScioperoDi pochi giorni fa la notizia del Sole 24Ore, che abbiamo ripreso, della decisione di Metro Cash & Carry di uscire definitivamente  dal mercato inglese per rafforsarzi su quello italiano, puntando da una parte a sviluppare delle piazze minori, come Pescara dove ha aperto un negozio con molti prodotti freschi e freschissimi, e dall’altra ad aumentare il focus strategico sulle aree di forza, per esempio l’Horeca (a Roma è stata inaugurata la prima “Casa dell’Horeca”). La riorganizzazione non sarà però indolore. Diversi punti vendita della multinazionale tedesca – presente in 29 Paesi con 700 punti vendita e un fatturato di 31 miliardi di euro, di cui 1,66 realizzati in Italia – subiranno un deciso taglio del personale. In particolare quelli di Bari, Bolzano, Catania, Mestre, Lecce, Padova, Pordenone e Verona. Il gruppo Metro è attivo in Italia da oltre 40 anni e nella comunicazione di licenziamento parla di un calo del fatturato di prodotti alimentari del 3,7 per cento e del non alimentare del 22,5 per cento (periodo 2012-2010).

                      In tutto sono 260 i posti di lavoro che saranno tagliati nel breve termine a livello nazionale. Un taglio abbastanza drastico, se si pensa che nel solo punto vendita di Verona (fonte: L’Arena) saranno lasciati a casa 38 dipendenti sui 100 complessivi, vale a dire quasi il 40 per cento della forza lavoro. Analogo discorso in Puglia, dove tra il punto vendita di Bari e quello di Lecce saranno lasciati a casa 78 lavoratori su 200. Una notizia che ha portato subito all’agitazione i dipendenti dei vari punti vendita, che già da alcuni giorni hanno posizionato le bandiere dei sindacati sui cancelli dell’azienda. “Il Coordinamento nazionale dei delegati e delle strutture Filcams, Fisascat, Uiltucs di Metro Italia Cash & Carry esprime la propria indignazione per la procedura di mobilità aperta dall’azienda”, si legge in una nota congiunta dei sindacati. “Dopo che da anni avevamo sollevato le criticità del posizionamento aziendale con particolare ma non esclusivo riferimento al settore non alimentare, lasciato colpevolmente deperire e declinare, oggi la multinazionale pretende di scaricare sui propri dipendenti e sulle loro famiglie i costi della propria incapacità di competere sul mercato”.

                      A livello nazionale sono state proclamate due giornate di sciopero in tutti i magazzini Metro Italia, in programma il 23 novembre e il 21 dicembre, oltre ad altre otto ore da decidersi a livello territoriale. L’obiettivo delle organizzazioni sindacali è riuscire a far tornare sui suoi passi Metro Italia per concedere almeno un anno di ammortizzatori sociali ai dipendenti. “Venerdì è in programma un incontro a livello nazionale”, affermano i segretari provinciali di categoria Floriano Zanoni della Filcams Cgil e Andrea Sabaini della Fisascat Cisl.

                      Copyright Fruitbookmagazine.it