Il pentastellato Stefano Patuanelli, nuovo ministro dell’Agricoltura del governo Draghi, sarà affiancato dal leghista Gian Marco Centinaio, che ritorna alle Politiche agricole in veste di sottosegretario dopo esserne stato ministro durante il Conte I, e da Francesco Battistoni di Forza Italia, che torna a occuparsi di agricoltura dopo essere stato, per un breve periodo, assessore regionale nella giunta Polverini. E la Bellanova? L’ex ministra dell’Agricoltura è ora sottosegretaria alle Infrastrutture e ai trasporti

Dalla Redazione

A sinistra Francesco Battistoni di Forza Italia; a destra Gian Marco Centinaio della Lega

Si è riunito il 24 febbraio a Palazzo Chigi sotto la presidenza del presidente Mario Draghi il consiglio dei ministri per la nomina dei 39 sottosegretari: 19 donne e 20 uomini. Al ministero dell’Agricoltura, che vede in carica il ministro pentastellato Stefano Patuanelli (ne abbiamo parlato qui), vanno a completare la squadra di governo – tutta al maschile – i sottosegretari Francesco Battistoni e Gian Marco Centinaio.

Ecco chi sono. Francesco Battistoni, ora sottosegretario all’agricoltura, 54 anni, viterbese, è componente del gruppo “Forza Italia. Berlusconi Presidente – Udc”. Battistoni vanta un lungo cursus honorum: da sindaco di Proceno (piccolo borgo dell’Alto Lazio dove è nato) a consigliere e assessore all’Ambiente della Provincia dal 2000 al 2005). Da maggio a giugno 2010 è stato assessore regionale alle Politiche agricole. Nel 1997 vinse il congresso provinciale di Forza Italia a Viterbo, diventando il primo coordinatore provinciale eletto degli azzurri. Il 29 aprile 2014 è nominato vicecoordinatore regionale di Forza Italia. Il 14 settembre 2018 viene nominato responsabile nazionale del dipartimento agricoltura di Forza Italia. Dal dicembre 2019 è commissario di Forza Italia nelle Marche. Battistoni torna così ad occuparsi di agricoltura dopo essere stato, per un breve periodo, assessore regionale nella giunta Polverini.

Onorato di poter dare il mio contributo a questo governo come s.segretario all’agricoltura.
Grazie a @berlusconi, @Antonio_Tajani e @BerniniAM per avermi indicato.
Grazie al presidente Draghi per la fiducia.
Sarà un percorso importante nel quale metterò tutto il mio impegno. pic.twitter.com/kR2msCy5RL

— Francesco Battistoni (@frabattistoni) February 25, 2021

Gian Marco Centinaio, leghista “fin dal primo vagito” come si definisce, ritorna al ministero delle Politiche agricole dopo esserne stato ministro durante il Conte 1  dal 1 giugno 2018 all’11 luglio 2018, con delega al turismo fino al 4 settembre 2019. Laureato in scienze Politiche, Centinaio, 49 anni, è sposato e ha un figlio di 6 anni. Militante leghista sin dal 1994, a 29 anni inizia come operatore telefonico in Banca Mediolanum per poi diventare direttore commerciale di un tour operator. Ma è nella lega che ha fatto più carriera e nel 2013 entra per la prima volta in Parlamento. È stato membro dal 21 giugno 2018 al 20 febbraio 2019 nella terza commissione permanente (affari Esteri, emigrazione), membro nell’ottava commissione permanente (lavori Pubblici, comunicazioni) dal 20 febbraio 2019 al 18 settembre 2019. Dal 18 Settembre 2019, infine, è membro della nona commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare).

E la Bellanova? Non se ne va via a mani vuote. L’ex ministra all’Agricoltura di Italia Viva durante il Governo Conte diventa con il governo Draghi viceministra delle Infrastrutture e ai trasporti. Come scrive sul suo profilo Facebook: “Sono onorata di essere stata chiamata a svolgere il ruolo di Viceministra delle Infrastrutture e dei trasporti e voglio ringraziare qui uno ad uno tutti voi che mi state scrivendo per farmi i complimentii e gli auguri per la nomina. Le infrastrutture ed i trasporti sono uno snodo cruciale per lo sviluppo, la riduzione dei divari, la coesione sociale e territoriale, la crescita delle imprese e di interi settori produttivi: chi viene da una regione del Sud Italia come me lo sa forse meglio di altri, anche se il tema riguarda purtroppo l’intero Paese. Riguarda tutte e tutti noi. E riguarda i diritti di cittadinanza […]”.

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