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                      Nordic Harvest: alle porte di Copenaghen una grande vertical farm

                      Insalate ed erbe aromatiche provenienti da un capannone senza finestre alle porte di Copenaghen. Può sembrare strano ma è così che ha inizio il progetto e la realizzazione di una delle più grandi vertical farm d’Europa che produrrà circa mille tonnellate l’anno di insalata ed erbe aromatiche, coltivate su un’area da 7 mila mq sulla quale sorgono “scaffalature” per coltivazioni indoor da 14 piani. Frutto della collaborazione tra la startup danese Nordic Harvest e la società tecnologica taiwanese YesHealth Group, questa struttura per coltivazioni verticali utilizza energia eolica per alimentare i Led che emulano la luce del sole. Un progetto che mira a impattare il meno possibile sull’ambiente, per garantire ortaggi freschi e sani 365 giorni l’anno, indipendentemente dal clima e dal suolo. Continua così lo sviluppo delle vertical farm e delle colture idroponiche nel mondo e in Europa. Due esempi li abbiamo anche in Italia: sono Agricola Moderna e Planet Farms

                      Dalla Redazione

                      vertical farm Nordic Harvest

                      L’interno della vertical farm Nordic Harvest

                      Dalla collaborazione tra la startup danese Nordic Harvest e la società tech taiwanese YesHealth Group nasce una delle più grandi vertical farm indoor idroponiche d’Europa. Sorge a Taastrup, nei sobborghi di Copenaghen (Danimarca) e vedrà in un anno la coltivazione di circa mille tonnellate di verdure tra insalata (rucola, spinacino e baby leaf) ed erbe aromatiche (coriandolo, basilico, prezzemolo, origano e menta). La coltivazione avviene in un capannone senza finestre su un’area da 7 mila mq sulla quale sorgono “scaffalature” da 14 piani. Come riporta il Fatto Alimentare, 200 tonnellate di ortaggi verranno coltivati già nel primo quadrimestre di quest’anno, mentre nell’arco dei prossimi cinque o sei anni la coltivazione si estenderà anche ai piccoli frutti. “Offriamo un modo più sostenibile di produrre cibo tutto l’anno, localmente, senza disturbare la natura”, ha affermato all’agenzia Reuters il fondatore di Nordic Harvest, Anders Riemann.

                      Come è ormai noto, la coltivazione in vertical farm indoor e idroponica permette – a parità di produzione – da un lato un notevole risparmio di consumo di suolo, proprio grazie al suo sviluppo in verticale, dall’altro un ancor maggior risparmio di risorse ed energie. Infatti, la tecnica di coltivazione idroponica, non prevedendo utilizzo di terreno, consente un grande risparmio di acqua e non richiede l’utilizzo di pesticidi, dato l’ambiente chiuso e costantemente monitorato.

                      Per ricreare la luce solare la nuova vertical farm danese utilizza 20 mila Led, attivi 24 ore su 24, dello specifico colore dello spettro che serve al processo fotosintetico (rosso e blu). Le luci Led, emulando il sole, fanno così crescere i semi, che diventeranno poi ortaggi, per circa 15 cicli di produzione l’anno. L’illuminazione Led nella nuova vertical farm è alimentata totalmente da energia eolica. Infatti, in Danimarca il 47% dell’elettricità prodotta nel 2019 proveniva dal vento, specifica Routers.

                      vertical farm idroponica

                      L’utilizzo del vertical farming con luce Led, ad oggi, risulta essere efficace solo per quei prodotti agricoli che crescono in poco tempo e che quindi rendono molto come, appunto, le piante di insalata o quelle di pomodoro; altri prodotti, come il grano, avrebbero invece un costo finale troppo alto. Attualmente, i costi di costruzione e produzione delle vertical farm indoor fanno sì che il prezzo sul mercato dei loro prodotti sia pari o di poco superiore a quello dei prodotti biologici, ma per il futuro si punta a raggiungere il costo dei prodotti coltivati secondo metodo convenzionale.

                      Nordic Harvest non è l’unico esempio di vertical farm high-tech in Europa. In Italia, ad esempio, a Cavenago, alle porte di Milano, sarà operativa dal mese di aprile la più grande e avanzata vertical farm d’Europa, un progetto di Planet Farms, con soci fondatori Luca Travaglini e Daniele Benatoff. Ancor prima di progettare la vertical farm, Planet Farms ha creato uno dei laboratori più evoluti d’Europa interamente dedicato all’agricoltura indoor (ne abbiamo parlato qui). Un altro esempio è Agricola Moderna, le cui insalate si trvano già in vendita da Carrefour e Cortilia (leggi qui).

                      Questi luoghi futuristici hanno in comune un sistema che coniuga robotica, informatica e biotech in grado di far risparmiare fino al 90-95% di acqua rispetto alla coltivazione tradizionale. Inoltre non consumano suolo, non utilizzano agrofarmaci, e sono in grado di ottimizzare i parametri qualitativi delle piante grazie a una gestione mirata che le fa crescere nel modo più rapido ed efficiente possibile, per soddisfare la richiesta di mercato e coltivare ortaggi e altri prodotti in qualsiasi momento dell’anno a km zero.

                      In quest’ottica, le vertical farm possono così essere d’aiuto anche per un certo tipo di mercato e di richiesta da parte dei consumatori di più varietà di prodotti anche “fuori stagione”, vista la possibilità di queste strutture di produrre tutto l’anno alimenti sani. Allo stesso modo, le vertical farm hanno la caratteristica di far svanire il confine tra campagna e città visto che la produzione può avvenire in qualsiasi Paese – basta un capannone e tanta tecnologia – riducendo anche le spese e l’impatto logistico e dei trasporti.

                      Le continue invenzioni, ricerche e investimenti in ambito vertical farm vengono infine incontro anche alle esigenze di un minor sfruttamento del suolo e delle risorse visto che, come sottolinea anche la Banca Mondiale, già nel 2016 il 37% del suolo era adibito a terreno agricolo  e che i cambiamenti climatici, assieme a innumerevoli altri fattori, hanno portato a un quarto delle terre produttive del mondo a perdere fortemente in termini di produttività, mettendo a rischio la sicurezza alimentare – come sottolinea il Programma alimentare mondiale – mentre la popolazione continua ad aumentare.

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