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                      Orchidea Frutta investe sulle uve seedless. “Ecco le nuove tendenze”

                      Orchidea Frutta, azienda di Rutigliano (Ba) tra i leader nella produzione di uva da tavola, sta investendo in modo massiccio sulle uve senza semi, sempre più richieste dal mercato, che ad oggi rappresentano il 50% della superficie coltivata tra Puglia e Basilicata. “Sono in atto progetti di selezione non solo con breeder californiani e israeliani, ma anche con una rete di imprese locali, università e centri di ricerca. L’obiettivo è creare un germoplasma viticolo seedless autoctono”, rivela Antonello Lepore, responsabile qualità, che ci dà una prima fotografia della campagna 2021 e ci svela quali sono le nuove tendenze di mercato. Innovativi anche i packaging che contraddistinguono Orchidea Frutta, sempre più orientata verso una filosofia green

                      di Carlotta Benini

                      Orchidea Frutta uve Arra

                      Fra le uve seedless di Orchidea Frutta spiccano le Arra

                      L’uva Italia? Non morirà mai, ma le varietà con semi sono destinate a lasciare via via sempre più spazio a quelle seedless, tipologie innovative messe a punto insieme ai breeder globali per andare incontro alle nuove tendenze di mercato e ai gusti di un consumatore 4.0, esigente e consapevole, e sempre più attento alle tematiche ambientali. Ne abbiamo parlato con Antonello Lepore, responsabile assicurazione qualità di Orchidea Frutta, azienda di Rutigliano (Ba) condotta dai fratelli Nicola e Vitantonio Giuliano, specializzata nella produzione e distribuzione di un’ampia gamma di prodotti ortofrutticoli fra cui ciliegie, pesche, nettarine, albicocche e agrumi, e fra i leader nella produzione di uva da tavola.

                      Orchidea Frutta produce e commercializza diverse varietà di uve con semi, le principali sono l’uva Italia e Vittoria a bacca bianca, la rossa Red Globe e le nere Black Magic e Palieri. Inoltre sta investendo in modo sempre più importante nelle uve senza semi https://www.orchideafrutta.it/documenti/uva-senza-semi-calendario.pdf, tra cui spiccano varietà top di gamma come le uve Arra o la Autumn Crisp (leggi qui), per fare due esempi.

                      Come si è aperta la campagna 2021 e quali sono le prospettive?
                      La campagna è patita molto bene. Le prime due settimane di commercializzazione sono state favorevoli alle uve seedless, considerando che è venuto a mancare un po’ di prodotto estero; successivamente il mercato è stato invece un po’ frenato dalla concorrenza di altri Paesi produttori del Mediterraneo (Spagna, Grecia e Turchia, ndr). Ad oggi le prospettive sono buone, specie da settembre in poi, quando avremo a disposizione varietà molto pregiate.

                      Orchidea Frutta Lepore

                      Antonello Lepore, responsabile assicurazione qualità di Orchidea Frutta

                      Qual è oggi la competitività delle uve con semi? Sono destinate a un futuro di nicchia?
                      Al momento non sappiamo definire come andrà il mercato delle uve con semi. Siamo consapevoli che le seedless sono in crescita. Ma nella prima fase della campagna 2021 nonostante le prospettive delle uve con semi erano sfavorevoli, si è verificato l’effetto contrario: Vittoria e Palieri hanno avuto successo. Citando le parole di Nicola Giuliano, amministratore e titolare insieme al fratello Vitantonio della Orchidea Frutta, l’uva Italia non morirà mai. Diminuiranno i volumi, ma sarà una varietà che si produrrà sempre. Rimarrà un prodotto con cui raccontare una bella tradizione a braccetto con il nostro territorio. Un’uva che alimenterà un segmento particolare, dedicato agli amanti del prodotto tradizionale”.

                      Per quanto riguarda invece le uve senza semi, su quali varietà state puntando?
                      Stiamo puntando su varietà che si adattino bene al territorio, con una gestione agronomica relativamente semplice e altamente produttiva, e che siano apprezzate dal consumatore finale. Già dallo scorso anno c’è stato un aumento del 25% di vendite con forte richiesta di mercato. Negli ultimi dieci anni c’è stata crescita esponenziale delle superfici coltivate a uve seedless e al momento dovremmo essere al 50% della superficie coltivata tra Puglia e Basilicata.

                      In che direzione sta andando l’innovazione varietale?
                      Sono in atto progetti di selezione non solo con breeder californiani e israeliani, ma anche con una rete di imprese locali, università e centri di ricerca. L’obiettivo è avere prodotti con maggiore resistenza ai patogeni e creare un germoplasma viticolo seedless autoctono.

                      Orchidea Frutta uve Arra

                      Il 50% della produzione di uva di Orchidea Frutta oggi è dedicato alle varietà senza semi

                      Quali sono le tendenze di mercato nel comparto uva da tavola?
                      Le parole chiave sono: made in Italy, filiera controllata e sostenibilità (leggi Farm to Fork), servizio, qualità e logistica.

                      Cosa richiede oggi la Gdo?
                      La GDO chiede un prodotto sicuro dal punto di vista igienico, conforme alle specifiche tecniche, sostenibile e anche certificato.

                      E il consumatore?
                      Quando sceglie un prodotto, cerca principalmente informazioni che si basano su quattro macro-aree: salute (ovvero sicurezza e salubrità del prodotto), aspetti sociali, ambiente e sostenibilità in generale. Oggi il consumatore è sempre più consapevole e più digitale e passa sempre meno tempo nei punti vendita fisici: per questo l’etichetta e il packaging oggi sono un mezzo di interazione fondamentale, una sorta di “customer experience” in tempo reale. Ovviamente in tutto questo ci deve essere la qualità sensoriale e organolettica dell’uva che si va ad acquistare. Per esempio, la grandezza della bacca, il mix di croccantezza e gusto, l’aroma di moscato sono le caratteristiche ricercate.

                      Per alcuni frutti e ortaggi sono disponibili delle linee a residuo zero: si può fare anche per l’uva da tavola?
                      Siamo a un punto di partenza. Le criticità tecniche sono molteplici e una strategia di conduzione di questo tipo necessita dell’assistenza di professionisti altamente specializzati, ma soprattutto di una struttura aziendale in grado di supportarli con risorse umane ed economiche. Il raggiungimento dell’obiettivo finale deve considerare possibili difetti fitosanitari del prodotto in determinate condizioni/annate e costi di produzione maggiori rispetto alle strategie tradizionali. Non immaginiamo e non desideriamo che le strategie a Residuo Zero sostituiscano quelle attuali, sarebbe troppo rischioso. Ma all’interno delle aziende deve cominciare a farsi largo l’idea che c’è una nuova possibilità riconosciuta, con un brand visibile e ben riconoscibile dal consumatore.

                      Orchidea Frutta Autumn Crisp

                      Per le uve top di gamma come Autumn Crisp Orchidea Frutta utilizza le carry bag in carta, innovative ed eco-frriendly

                      Sul fronte del packaging – un elemento che vi contraddistingue sul mercato – ci sono novità?
                      Stiamo osservando un interesse crescente anche in Italia sulle confezioni termosaldate, una soluzione già ampiamente adottata all’estero che permette una riduzione del materiale plastico rispetto a un coperchio tradizionale ed elimina il rischio di manomissione ed evita che lo stesso coperchio si apra inavvertitamente. Noi abbiamo deciso di puntare per il top di gamma a delle confezioni in carta tipo carry bag, una bustina ecosostenibile molto carina con cui ci si può portare a casa un bel grappolo di uva. La parola d’ordine è, ancora una volta, sostenibilità.

                      Un impegno concreto, quello nei confronti dell’ambiente, che nel caso vostro si concretizza anche in altri ambiti.
                      Orchidea Frutta, in linea con quanto previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, ha avviato un percorso di “Filiera sostenibile” finalizzato a dimostrare la conformità e la coerenza delle strategie aziendali anche in termini di riduzione di CO2. Oltre all’avvio della quantificazione dell’impronta ecologia dell’organizzazione, sempre in tema packaging ad oggi si sono avviate azioni connesse a un maggiore utilizzo di imballaggi riutilizzabili e/o riciclabili e all’inserimento in etichetta delle informative ambientali sullo smaltimento dell’imballaggio.

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