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                      Ortofrutta e food safety: lo standard QS e le sfide per i laboratori di analisi

                      Assicurare la qualità igienico-sanitaria dei prodotti, dal campo al banco del negozio: è questo lo scopo dello standard tedesco QS, certificazione volontaria per l’ortofrutta e le carni che viene richiesta dalla Gdo tedesca per dare al consumatore la massima garanzia in fatto di food safety. Per ottenere questa certificazione le aziende ortofrutticole devono svolgere analisi presso i laboratori riconosciuti dall’omonimo ente tedesco QS. Ecco quali sono le nuove sfide per questi laboratori accreditati, che rappresentano l’eccellenza nell’ambito delle analisi dei fitofarmaci e dei loro residui: ne parla in esclusiva Günther Kempe, uno dei massimi esperti di analisi degli alimenti

                      Dalla Redazione (con il contributo di Giulio Benvenuti, referente QS per l’Italia)

                      QS food safety ©FM

                      Una fase dell’analisi sui residui di fitofarmaci in un laboratorio accreditato QS (copyright: Fm)

                      QS – acronimo di “Qualität & Sicherheit”, ovvero Qualità & Sicurezza – è un’organizzazione tedesca che gestisce l’omonimo standard di food safety per l’ortofrutta e le carni. Si tratta di una certificazione volontaria volta ad assicurare la qualità igienico-sanitaria dei prodotti, dal campo al banco del negozio, e viene richiesta dalle catene distributive tedesche, che vogliono così garantire una produzione di alimenti sicura per il consumatore attraverso l’organizzazione e il controllo dei singoli operatori del mercato. Per ottenere la certificazione le aziende e i vari operatori devono svolgere controlli periodici presso i laboratori approvati da QS, che fanno parte di un network di eccellenza per le analisi dei fitofarmaci. A loro volta questi laboratori, per essere accreditati dal QS, oltre a possedere dei prerequisiti documentali devono svolgere annualmente dei ring test organizzati dall’ente allo scopo di valutare la loro efficienza nel campo del monitoraggio dei residui.

                      Il raggiungimento dell’uniformità tra le valutazioni dei principi attivi è uno dei principali obiettivi dei test di valutazione delle prestazioni dei laboratori svolte regolarmente da QS. Günther Kempe, uno dei massimi esperti di analisi degli alimenti – già membro di gruppi di lavoro dell’Istituto tedesco per la standardizzazione (DIN), dell’Ufficio federale per la protezione dei consumatori e della sicurezza alimentare (BVL) e presidente della Commissione BfR, l’istituto federale tedesco per la valutazione del rischio sui prodotti fitosanitari e loro residui – spiega in esclusiva come vengono sviluppate le sfide per i laboratori che partecipano ai ring test.

                      Günther Kempe

                      Günther Kempe

                      Quali sono le attuali sfide specifiche affrontate nell’analisi e nella valutazione dei risultati dell’analisi nel monitoraggio dei residui?
                      I laboratori che effettuano le analisi sono messi sotto pressione. Ci si aspetta che eseguano le loro analisi in un lasso di tempo sempre più breve e forniscano i risultati anzitempo. La sfida nell’analisi degli agrofarmaci risiede nel fatto che ogni anno, a livello globale, vengono aggiunte da 10 a 20 nuove sostanze attive. Sono molti, rispetto a quanto accade nel settore della medicina veterinaria, dove ne vengono aggiunti solo uno o due all’anno, perché il mercato europeo è regolamentato in modo più rigido in questo settore. D’altronde, dato che gli ortofrutticoli sono importati a livello globale, è naturale aver sempre a che fare con un gran numero di nuove sostanze attive, sulle quali dobbiamo costantemente aggiornarci. Inoltre, con i prodotti importati, dobbiamo sempre anticipare quei prodotti che potrebbero essere stati utilizzati e che non sono, o non sono più, autorizzati da noi.
                      In Europa abbiamo un sistema unificato: il database dei pesticidi dell’UE, che è accessibile a tutti. Il che lo rende molto trasparente. Per i laboratori, questo significa che devono analizzare circa 550 sostanze attive e i loro metaboliti tossicologici. Ce ne sono circa 1000 in tutto il mondo. Per fare ciò, essi usano il cosiddetto “metodo multiplo” (multiresiduo, NdT) chiamato QuEChERS. Ma utilizzano anche metodi individuali. I laboratori devono applicare tutti questi metodi simultaneamente, in modo da poter riferire il risultato al committente entro un tipico arco di tempo che va da 36 a 48 ore. In realtà, il risultato deve arrivare così in fretta perché si tratta di merci deperibili, magari a bordo di camion che aspettano al confine dell’UE.

                      A cosa si deve prestare particolare attenzione quando viene commissionato un ordine di analisi ad un laboratorio?
                      Oltre alla pura analisi della matrice, è importante anche il modo in cui vengono valutati i risultati. I laboratori devono valutare i valori limite di legge. La difficoltà in questo è data dal fatto che, in più di 100 casi, non sono regolamentate solo le sostanze principali, ma devono essere rilevati anche i metaboliti (fino a cinque di essi) per definire il residuo. Nei casi estremi ciò può significare dover analizzare correttamente sei analiti, da sommare nuovamente poi, per poter valutare il valore limite totale.
                      Inoltre, c’è anche la valutazione della tossicità della sostanza attiva rilevata, la cosiddetta “dose di riferimento acuta” (ARfD, NdT). In tal caso, devono effettuare una valutazione del rischio basata sul principio del caso peggiore, perché non stiamo più parlando di un valore limite, ma di un valore tossico. Tutti questi aspetti devono essere considerati come parte della valutazione delle prestazioni al fine di garantire che i laboratori, oltre a svolgere correttamente le analisi, abbiano la necessaria conoscenza delle normative vigenti. L’UE pubblica tra i 10 e i 30 nuovi regolamenti ogni anno e ci si aspetta che i laboratori si tengano sempre al passo.

                      Dal 2018, lei è responsabile della progettazione dei materiali per i test QS. Cosa è cambiato in questo tempo?
                      Per me è importante ricevere uno spettro credibile di sostanze attive per la matrice pertinente e confrontare i laboratori in uno scenario realistico. Le nuove sostanze attive sono sempre presenti in ogni ring test: esse vengono aggiunte solo una volta che fanno parte dei requisiti QS da almeno sei mesi; con le nuove richieste, quindi, non prendiamo di sorpresa i laboratori.

                      Quali esperienze possono trarre i laboratori dal test QS per migliorare le proprie prestazioni analitiche?
                      L’errore peggiore, oltre ai risultati falsi positivi, è che un principio attivo non venga rilevato. Le carenze di un laboratorio divengono spesso evidenti nella preparazione dei campioni. Per alcune sostanze attive, questo è estremamente importante.  Attraverso il test, i laboratori possono rilevare le proprie carenze analitiche. Oltre alla valutazione stessa, è molto importante anche la comunicazione con i clienti. Se il laboratorio rileva un superamento del valore limite o una tossicità acuta rilevante, ha l’obbligo di informarlo. Anche la risposta alle nuove sostanze attive non autorizzate in Europa è importante per noi. Ciò è incluso anche nella discussione con i responsabili di laboratorio che QS organizza durante la riunione annuale con i laboratori. Tale discussione si concentra sugli ultimi due proficiency test. Ciò ci consente di ottenere l’uniformità analitica tra le analisi delle sostanze per quei principi attivi registrati nei test. Che è il mio obiettivo principale, per i laboratori inseriti nello schema QS.

                      VALUTAZIONE DELLE PRESTAZIONI
                      Nell’ambito dei prodotti ortofrutticoli, i laboratori che effettuano le analisi per il monitoraggio dei residui QS sono sottoposti ogni anno a due valutazioni delle prestazioni (attraverso la partecipazione ai ring test – NdT). In primo luogo, per essere riconosciuti per lo schema QS, i laboratori devono superare con successo almeno una di queste valutazioni. Successivamente, la partecipazione annuale è obbligatoria.

                      METODI
                      Il database dell’UE sugli agrofarmaci contiene informazioni sulle sostanze attive autorizzati nell’UE sui diversi prodotti alimentari, e su quelle che non lo sono. Attualmente contiene 1466 sostanze.
                      Il metodo QuEChERS è un metodo multiresiduo riconosciuto a livello internazionale per l’analisi degli agrofarmaci che consente di rilevare diverse centinaia di sostanze in un solo passaggio. L’acronimo sta per “Quick, Easy, Cheap, Effective, Rugged and Safe” (Veloce, Facile, Economico, Efficace, Robusto e Sicuro, NdT)

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