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                      Palermo, maxi confisca da 150 milioni di euro al “re dei supermercati”

                      Il tribunale di Palermo ha stabilito la confisca del patrimonio di 150 milioni di euro a Carmelo Lucchese, 56enne imprenditore della grande distribuzione in odor di mafia ma ad oggi incensurato. Il “re dei supermercati”, come è soprannominato, con la società Gamac Group gestiva 13 punti vendita a marchio Conad e Todis tra Palermo e provincia, oggi venduti a società terze dall’amministratore giudiziario, dopo il sequestro della società avvenuto a febbraio 2021

                      Dalla Redazione

                       

                      Dopo il sequestro, la maxi confisca. 150 milioni di euro di profitti derivanti, tra le altre cose, dalla vendita di 13 supermercati tra Palermo e provincia, ora ceduti ad altre società, sono stati espropriati, su disposizione del tribunale di Palermo, a Carmelo Lucchese, noto imprenditore di 56 anni, in odor di mafia ma ad oggi incensurato, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare.

                      Il “re dei supermercati di Palermo”, come è soprannominato, con la società Gamac Group gestiva 13 punti vendita a marchio Conad e Todis: sette nella città di Palermo e gli altri fra Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese.

                      Il provvedimento è della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su richiesta della Procura e in base alle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia, ed è stato eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo, come riporta Ansa.

                      Il sequestro della società di Lucchese era già scattato a febbraio 2021, dopo le indagini condotte dai militari del Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria sui presunti legami dell’imprenditore palermitano con la mafia (leggi qui). Gli esercizi commerciali, precisano le Fiamme gialle, sono stati nel frattempo ceduti dall’amministratore giudiziario a società terze, nell’ambito delle linee guida approvate dal Tribunale, e pertanto oggetto della confisca è il ricavato della vendita dei 13 supermercati.

                      L’inchiesta, denominata “Schiticchio”, avrebbe svelato i segreti dell’ascesa dell’imprenditore che, nel giro di poco tempo, avrebbe tirato su un impero da decine di milioni di euro. Non un miracolo economico, secondo il tribunale, ma una crescita “avvenuta sotto l’egida mafiosa” ad opera di “un imprenditore colluso che, seppur non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, ha sempre operato sotto l’ala protettiva di Cosa nostra, che gli ha assicurato cospicui benefici”.

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