di Eugenio Felice
Quali sono le criticità della campagna melicola in corso?
Pardatscher: “Quello che ci dà più da pensare oggi è l’andamento delle vendite, non molto soddisfacente, e la situazione generale economica e sociale in Europa, che non promette nulla di buono. Se tre mesi fa la nostra maggiore preoccupazione era l’aumento dei costi, oggi la maggiore preoccupazione è un consumatore che compra di meno. La situazione quindi è piuttosto complessa. La prossima campagna sarà una vera sfida, considerando che ad oggi è prevista una produzione piuttosto importante a livello europeo e superiore a quella del 2021, grazie all’assenza di gelate primaverili in tutta Europa e a condizioni climatiche che, finora, sono state favorevoli allo sviluppo dei frutti”.
Quindi solo nubi all’orizzonte per la mela italiana?
Pardatscher: “In realtà, se guardiamo a una prospettiva di medio termine, le varie indagini di mercato ci dicono che le abitudini alimentari stanno evolvendo e che i prodotti sani devono aumentare i consumi. La mela è riconosciuta come un prodotto sano e la nostra mela lo è sempre di più, grazie alla politica aziendale intrapresa da tempo sulla sostenibilità. Penso ad esempio al programma SustainApple. Ma non basta, deve essere anche un prodotto che soddsfa il palato ed è in questi termini che stiamo lavorando, inserendo nuove varietà che siano buone, croccanti, succose, dalla shelf-life elevata. Sono tutti elementi che dovrebbero aumentare il consumo e l’esperienza positiva del consumatore”.
Non iniziano ad esserci troppe varietà di mele sul mercato?
Pardatscher: “Non dimentichiamo che la questione varietale e dei brand non è relativa solo alla produzione integrata ma anche alla produzione bio, dove la storia della brandizzazione è più giovane. VOG punta con decisione anche sul biologico, crediamo in entrambi i sistemi produttivi, entrambi peraltro sono garanzia di salubrità. Oggi possiamo proporre numerose varietà club anche in versione bio, da Pink Lady alle ultime inserite Red Pop, Giga e Cosmic Crisp, ed è il mercato a richiedercele. Sono troppe? No, perché si rivolgono a periodi diversi dell’anno e a mercati diversi. Le scelte sono legate a logiche commerciali supportate dalle caratteristiche specifiche delle singole varietà”.
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