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                      Pere, cresce l’import da Olanda e Belgio. Cherry Passion: “Prodotto di qualità”

                      Nell’anno della crisi nera della pericoltura italiana, falcidiata dalle gelate primaverili e dalle avversità agronomiche, a fronte di un’offerta fortemente deficitaria (manca il 70% del raccolto) si pone in primo piano il ruolo delle aziende che si occupano di import di prodotti ortofrutticoli. Ne abbiamo parlato con Stefano Pezzo, titolare della società scaligera Cherry Passion, che distribuisce in tutta Italia, nei vari canali commerciali, pere Decana del Comizio e Conference belghe e olandesi.  “La domanda è in crescita, rispetto ad anno scorso del 20% e oltre – rivela -. Il prodotto estero è di buona qualità e di grossa pezzatura. Prevediamo un trend positivo anche per le prossime annate”

                      di Carlotta Benini

                      Stefano Pezzo Cherry Passion

                      Stefano Pezzo, titolare della società Cherry Passion e contitolare della Bragantini Marco e Figli (copyright: Fm)

                      Il 2021 sarà ricordato da tutti come l’annus horribilis per la pericoltura italiana, falcidiata dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle nuove avversità. Cimice asiatica, maculatura bruna e gelate primaverili sono i nemici di questa coltura e quest’anno hanno portato a una crisi senza precedenti: manca all’appello il 70% del raccolto di pere, percentuale che arriva al -80% e oltre nel caso di varietà come Abate Fetel. Si parla di un danno economico per la filiera tra i 700 e gli 800 milioni di euro. Questa la situazione in Emilia Romagna (leggi qui), dove si concentra il grosso della produzione nazionale, ma le prospettive non sono più rosee nelle altre aree produttive.

                      In un’annata particolare come questa, si pone dunque in evidenza il ruolo delle aziende che si occupano di import di prodotti ortofrutticoli, grazie alle quali è possibile garantire la presenza sui banchi del prodotto anche quando è fuori stagione o quando l’offerta, come quest’anno per le pere, è deficitaria. Ne abbiamo parlato con Stefano Pezzo, titolare di Cherry Passion, società scaligera specializzata nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli che lavora con i principali player della Gdo italiana ed estera. Pezzo, recentemente rieletto alla presidenza di Fruitimprese Veneto (leggi qui), viene anche dal mondo della produzione: è infatti contitolare della Bragantini Marco e Figli di San Martino Buon Albergo (Vr), da quattro generazioni impegnata nella produzione e commercializzazione di ortofrutta e oggi principalmente dedita alla commercializzazione, anche all’estero, di mele (con volumi di circa 10 mila tonnellate all’anno) e di ciliegie di varie tipologie (800 tonnellate).

                      “Abbiamo anche una piccola parte di produzione dedicata alle pere, varietà Abate – esordisce Pezzo – e anche per questo ci rendiamo pienamente conto della situazione complessa che stanno affrontando le aziende del settore”. “Sono un accanito sostenitore del made in Italy – prosegue -, ma ci sono circostanze in cui il nostro prodotto, da solo, non è sufficiente a coprire la domanda del mercato”. Ecco allora che entra in gioco quello estero. Cherry Passion, nata nel 2008, opera in partnership con un’azienda olandese per l’importazione di prodotti di alta qualità principalmente da Belgio e Paesi Bassi. “In estate lavoriamo con il pomodoro a grappolo, anche a marchio nostro Cuori Rossi, e con altri ortaggi come peperoni, cavoletti di Bruxelles, insalata iceberg e belga”, spiega.

                      pere Cherry Passion

                      E poi ci sono le pere: Cherry Passion importa da Belgio e Olanda pere Decana del Comizio e in seconda battuta anche Conference. “Siamo specializzati nell’import di pere da diversi anni e abbiamo visto una crescente domanda per queste due varietà, con un trend di crescita che prevediamo costante anche per i prossimi anni – spiega Stefano Pezzo -. Rispetto alla scorsa campagna, stiamo già vedendo un incremento di volumi del 20% e oltre”.  

                      Il prodotto di importazione quest’anno è qualitativamente molto buono e molto simile a quello italiano, anche se presenta calibri maggiori. Se infatti una pera Decana made in Italy ha un calibro medio inferiore a 80, le pere belghe e olandesi sono di calibro 80+, possono arrivare anche 85-95.

                      “La campagna di importazione inizia i primi di ottobre e prosegue fino a fine febbraio, in questo periodo importiamo grossi volumi e distribuiamo in tutta Italia”, spiega il titolare di Cherry Passion, che nel Centro Nord serve la Gdo, i mercati all’ingrosso e qualche magazzino di confezionamento, mentre al Sud lavora con varie tipologie di clienti, principalmente mercati e aziende private. In particolare la pera Decana del Comizio belga e olandese è distribuita principlamente al Nord, dove il mercato richiede calibri grossi, mentre la Conference, specie nei calibri medio-piccoli, è richiesta al Sud.

                      Previsioni per quella in corso e per le prossime campagne pericole? “In Olanda la produzione è buona, la qualità dei frutti anche, e i prezzi sono sostenuti – conclude Stefano Pezzo -. Quella che si prospetta è quindi una campagna import positiva, sia per quest’anno deficitario che per i prossimi anni. La pera olandese, e anche quella belga, è un prodotto buono e apprezzato sul mercato, sia in Italia che nel resto d’Europa”.

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