Dalla Redazione
Come l’emergenza sanitaria ha impattato sul volo e sulla permanenza a Dubai?
Damiano Brutti: “Innanzitutto era necessario avere il tampone negativo fatto entro le 72 ore precedenti alla partenza del volo. Se poi si rientrava in Italia entro le 120 ore dalla partenza, quindi dopo 5 giorni, non era necessario fare la quarantena. Ci siamo quindi organizzati per stare entro queste tempistiche e nei fatti siamo rientrati in Italia 118 ore dopo la partenza.
Per questo motivo abbiamo “sacrificato” l’ultimo giorno di fiera, giovedì 25 febbraio. Il volo da Milano Malpensa era l’unico diretto disponibile dall’Italia per Dubai ed era decisamente pieno. A Dubai, in aeroporto, in hotel, nei ristoranti, in fiera, tutto è stato ben organizzato e nel pieno rispetto delle normative anti Covid. Parliamo del resto di una delle città più avanzate al mondo”.
Veniamo alla fiera: che giudizio date sulla vostra partecipazione a Gulfood?
Damiano Brutti: “Per Pizzoli Spa è stata la quarta presenza a Gulfood, per me invece si è trattato della prima volta, assieme al collega Andrea Cardinali, responsabile di produzione. Il nostro stand faceva parte della collettiva di ITA, Italian Trade Agency, che ha raccolto la maggior parte delle aziende italiane presenti a Dubai. La fiera è stata ben organizzata, in ogni aspetto.
Confrontandoci con gli altri espositori e con chi di Pizzoli Spa è venuto nelle precedenti edizioni, possiamo dire che c’è stato un consistente calo nel numero dei visitatori, al di là di quelle che possono essere le dichiarazioni ufficiali di Gulfood. Va detto però che i visitatori intervenuti erano di alto profilo professionale ed erano interessati. Sono numerosi i contatti raccolti”.
Quindi possiamo dire che la pandemia ha fatto bene al business in fiera?
Damiano Brutti: “Per noi era importante presidiare un appuntamento che riteniamo strategico per l’area del Medio Oriente. Alla fine è andata anche meglio rispetto alle edizioni precedenti. Gli operatori, sia del canale food service che di quello retail, riconoscono il valore del food italiano, il made in Italy non è solo uno slogan e sono disposti a pagarlo di più rispetto ad altre origini.
Questo vale anche per le patate, il nostro core business. Gli operatori in fiera in questo caso hanno apprezzato anche la storia quasi centenaria di Pizzoli Spa e tutta la sua expertise nel mondo delle patate sia fresche che surgelate. L’interesse in fiera era per queste ultime, in particolare il bastoncino che copre anche in Italia il 75% del mercato, ma anche le specialità come spicchi e crocchette”.
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