di Eugenio Felice
Finora è stato un 2020 sulle montagne russe per il pomodoro da mensa. Durante il lockdown e fino alla prima settimana di giugno le vendite sono state molto sostenute, per non dire eccezionali (leggi qui la nostra intervista di aprile). Poi il mercato ha rallentato bruscamente. “Fino a Ferragosto è stata dura”, ci riferisce Mattia Gandini, responsabile commerciale di Orticoltura Gandini di Guidizzolo (MN). “Diverse le motivazioni. Sicuramente ha inciso la congiuntura generale, con una maggiore attenzione degli italiani alle spese, atteggiamento di cui ha risentito in generale tutta la grande distribuzione che ha registrato diverse settimane con segno meno rispetto al 2019”.
A questa se ne aggiungono altre. “Il clima – sottolinea Mattia Gandini – è stato molto favorevole e ha dato il là alla produzione, quanto mai abbondante anche per via degli investimenti in termini di superfici produttive in diversi areali d’Italia. Poi c’è il fenomeno crescente e favorito dal coronavirus degli orti domestici che, si sa, producono nella bella stagione. Da non sottovalutare infine il fatto che sui banchi di vendita la merce ha girato poco ed è diventata “stanca”, demotivando i consumatori all’acquisto. Insomma è stato un mix di fattori che ha portato a una situazione di mercato veramente pesante”.
Poi è arrivato Ferragosto e la situazione ha iniziato progressivamente a migliorare. “In particolare per i cosiddetti pomodori verdi – ci spiega Gandini – quindi cuore di bue, costoluto e tondo o allungato insalataro. Diciamo che il clima è stato meno favorevole e l’offerta, con il passare delle settimane, sempre meno abbondante. Ora, a fine settembre, le produzioni di pomodoro del Nord Italia stanno terminando, ad eccezione di chi, come noi, può produrre anche nei mesi freddi grazie alle serre tecnologiche che permettono alle piante di esprimersi al meglio per via del riscaldamento e della luce artificiale”.
Orticoltura Gandini produce i pomodori con la tecnica della coltivazione idroponica fuori suolo che ha tra i suoi numerosi vantaggi quello di ottenere frutti dagli standard qualitativi costanti nel tempo ed elevati in termini organolettici. “Chiaramente – precisa Gandini – molto dipende anche dalle varietà che andiamo a piantare. Per questo testiamo costantemente le proposte dalle case sementiere così da poter offrire alla distribuzione e al consumatore finale il meglio in termini di gusto, aspetto, croccantezza, salubrità e, non da ultimo, shelf life”.
Alla produzione nelle serre tecnologiche di Guidizzolo (MN), si affianca nel mese di ottobre quella delle serre tecnologiche di Vittoria, grazie alla partnership con la Società Agricola Isolagrande che, come Orticoltura Gandini, fa parte della OP Valle Verde. Le due aziende condividono le tecniche di produzione così come le varietà di pomodori, in modo da presentarsi sul mercato con una produzione uniforme sotto ogni punto di vista. Da evidenziare come, anche in un’annata decisamente particolare come quella in corso, il pomodoro alto di gamma ha resistito bene, in termini di vendite e quotazioni, anche nei momenti più difficili.
Cosa possiamo aspettarci per i prossimi mesi? Mattia Gandini ha le idee piuttosto chiare. “Il coronavirus ha accelerato dei cambiamenti già in atto nel mondo della distribuzione e del consumo. Sempre più gli italiani premiano con i loro acquisti prodotti dalle elevate caratteristiche organolettiche. Cercano prodotti affidabili nel mantenere nel tempo la loro promessa di gusto. Preferiscono prodotti comodi e veloci nell’atto di acquisto e di consumo. Non vogliono trovarsi di fronte un’offerta eccessiva in termini di assortimento: c’è il rischio di restare disorientati. Una parte della grande distribuzione si sta già muovendo in questa direzione: meno referenze sui banchi, più gusto al palato. Così si fidelizza il consumatore”.
Gandini, pomodori costoluto
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