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                      Pomodorini dal Camerun sui banchi di un supermercato di Pachino: ‘agro-fake’?

                      Continua a far parlare la vicenda dei datterini di provenienza africana in vendita sui banchi di un supermercato della città siciliana che, per questa produzione, si fregia dell’Igp. Prima si è parlato di affronto al sistema agricolo locale, poi si è ipotizzato un errore nell’etichettatura. Quindi è entrato in campo il Mipaaf che, dopo opportune verifiche, ha smentito ogni tipo di scambio commerciale di pomodoro dal Camerun a Pachino, citando a riprova un certificato dell’Agenzia delle dogane. Quindi sorge il dubbio: che si tratti di una bufala montata a fini politici? Ecco una breve carrellata delle ultime fonti

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Prima lo scoop che fa clamore, poi la rabbia e lo sconcerto sul web, a cui segue la doverosa replica da parte del Governo, che smentisce il tutto. Ora arriva la contro notizia, che conia il neologismo Agro-fake. Continua a far parlare la vicenda dei pomodorini dal Camerun a Pachino (leggi qui il nostro articolo). La notizia secondo cui sui banchi di un supermercato della città siciliana, nota in tutto il mondo per i suoi pregiati datterini Igp, sarebbero stato trovato prodotto africano, secondo le ultime fonti sarebbe una bufala.

                       

                      Una cosiddetta “fake news”, appunto (da qui il neologismo applicato al settore agricolo), sulla quale ha fatto chiarezza il ministro Maurizio Martina. “Non ci sono state importazioni di pomodoro dal Camerun – scrive in una nota ufficiale dal Mipaaf, e cita un certificato dell’Agenzia delle dogane di quattro pagine relativo al “Interscambio commerciale in valore Italia-Camerun per SH4 – Gennaio-Ottobre 2017”. Secondo il rapporto, l’Italia non avrebbe importato dal paese africano “pomodori, preparati o conservati”.

                       

                      Si sarebbe quindi trattato di un banale scambio di etichette, come ha dichiarato anche una dipendente del supermercato a LA7? C’è anche chi parla di una montatura a fini politici. L’allarme sulla notizia – lanciata da una video intervista ai produttori locali de Il Fatto Quotidiano (qui la ricostruzione dei fatti da parte della testata) e poi diventata virale in seguito alla ripresa da parte del quotidiano locale La Sicilia – è stato lanciato dall’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Ignazio Corrao, che ha denunciato il fatto sul suo blog, portando il dibattito fino all’aula del Parlamento Europeo.

                       

                      Ad oggi i documenti dell’Agenzia delle dogane raccontano una realtà diversa: dai dati risulta che i pomodori importati dal Camerun sono pari a zero. “Dal Camerun compriamo banane per circa 6 milioni di euro, caffè per 3,7 milioni, ma nemmeno l’ombra di un ciliegino”, sottolinea un articolo di Repubblica che per prima parla di “agro-fake”.

                      Quanto ai supermercati di Pachino in cui sarebbe stato messo in vendita prodotto con etichettatura indicante la provenienza africana, dal Mipaaf si assicura che “sono in corso verifiche sui punti vendita della zona per accertare eventuali violazioni sugli obblighi di indicazione dell’origine dell’ortofrutta”. “Grazie a questa denuncia, sono stati attivati i controlli e sono stati riscontrati preoccupanti violazioni sugli obblighi di etichettatura e di tracciabilità del prodotto all’interno di quel supermercato”: questa è l’ultima replica dell’on. Corrao, che sul suo blog ribatte: “Le lacrime degli agricoltori non sono fake news”. 

                       

                      Resta infatti il problema di un sistema commerciale in crisi, in cui i produttori locali stentano a sopravvivere, dovendo fare i conti “con prezzi molto bassi all’ingrosso e con una sovrabbondanza di prodotto presso i principali mercati generali e i grandi canali di vendita della Grande distribuzione organizzata”, si legge in una nota ufficiale dell’amministrazione comunale di Pachino.

                       

                      “È vergognoso l’atteggiamento di fare propaganda sulla pelle dei nostri agricoltori. Stiamo fronteggiando la crisi dei prezzi, che mette in difficoltà tante imprese del nostro territorio. Non servono bufale, ma serietà”, sono le parole del sindaco Roberto Bruno. Il primo cittadino di Pachino, dopo avere ottenuto con successo l’intervento del ministero sulla vicenda, finisce per replicare così: “Ringrazio il ministro Martina per averci dato attenzione e avere messo in campo controlli immediati, oltre a un lavoro concreto con la grande distribuzione. Già sappiamo che le più importanti catene della grande distribuzione daranno il via libera a una campagna straordinaria di vendita e promozione in tutta Italia dei pomodori della nostra terra. Pachino si difende così”.

                       

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