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                      Rapporto Coop, nel carrello della spesa nuovi food trend e prezzi al +3,5%

                      Due survey dell’Ufficio Studi Coop pubblicate a inizio anno fotografano gli stili alimentari che caratterizzeranno il 2022 e le dinamiche che animeranno la Gdo. Con lo spettro dell’inflazione che si aggira per l’Italia, il sentiment più diffuso è di speranza mista a timore. Timore in particolare per gli aumenti dei prezzi della spesa alimentare, previsti al +3,5%, che porteranno a un diffuso downgrading del carrello. E mentre la digital life sembra essere già realtà e quello dei climatariani è uno stile di vita sempre più in voga, sulle tavole troviamo principalmente cibo made in Italy e biologico e salutistico, ma anche ready to eat e plant-based. Star dell’anno? La private label

                      Dalla Redazione

                      Rapporto Coop spesa

                      In bilico sul bordo del trampolino, pronti al grande salto verso il nuovo futuro a cui la pandemia sembra aver dato inizio, ma allo stesso tempo su quello stesso trampolino ancora trattenuti dalle incognite del momento. È l’istantanea degli italiani che si affacciano al 2022 scattata dalle due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2021; la prima, svolta in collaborazione con Nomisma, “2022, Coming Soon – Consumer” su un campione rappresentativo della popolazione italiana in collaborazione con Nomisma e la seconda “2022, Coming Soon – Manager” sulla community di esperti del sito italiani.coop. L’indagine ha coinvolto mille intervistati fra i 18 e i 65 anni per quanto riguarda la parte consumer e 800 opinion leader e market maker fruitori delle passate edizioni del Rapporto per la parte di esperti: tra questi hanno detto la loro 440 soggetti con profilo manageriale/executive, in grado di anticipare più di altri le tendenze future del Paese.

                      Le parole da accostare ai prossimi 12 mesi sono le stesse dell’anno appena trascorso: “speranza”, “ripresa” e “cambiamento”, ma nel 2022 è soprattutto il “timore” a crescere, in particolare per la Gen Z (i nati fra il 1997 e il 2012), che più di tutte vive la contraddizione del momento.  A preoccupare maggiormente secondo il 47% dei manager intervistati è soprattutto l’instabilità politica (con gli effetti sui possibili ritardi del Pnrr) e la crescita dei prezzi, stimata dal nostro panel al 2,9%.

                      Diffidenti sulla reale disponibilità economica futura e sulle restrizioni che saranno imposte, gli italiani nel 2022 tagliano su ristoranti e bar (-13%), ma anche su concerti e spettacoli, cinema, teatri e musei. Preferite le soluzioni fruibili da casa (film, e-commerce, smart working): la digital life sembra essere già realtà.

                      Rapporto Coop

                      A impensierire maggiormente tutti è il famigerato rincaro dei prezzi, che non riguarda solo le utenze domestiche, ma soprattutto il ben più importante capitolo della spesa alimentare. Infatti, i manager della filiera stimano un incremento medio dei prezzi alimentari superiore ai 3,5 punti percentuali, con un’ondata inflattiva che per il 63% del campione riguarderà sicuramente tutto il 2022. Tra caccia alle promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e riduzione degli sprechi, molti italiani fronteggeranno il carovita con un diffuso downgrading del carrello, soprattutto al Sud e nella lower class, segnando peraltro una nuova ancora più consistente divaricazione dei consumi rispetto ai ceti più abbienti.

                      Ad essere ancora una volta premiato in tavola il cibo del territorio (100% italiano e locale), mentre si consolida il trend verso un’alimentazione biologica e salutista. Ma per i manager della filiera (il 61% degli intervistati) il 2022 sarà soprattutto l’anno della marca del distributore, considerata la soluzione per permettere acquisti con il migliore rapporto tra qualità e prezzo.

                      E anche in fatto di stili alimentari, gli italiani si adegueranno al cambiamento: se il 54% del campione predilige cibo made in Italy e il 35% degli intervistati acquista cibo biologico e salutista, un 30% di consumatori preferisce invece le gratificazioni del palato e opta per i prodotti gourmet e di alta qualità. Il locale e il ready to eat pesano nel carrello per il 27%, il low cost è l’opzione per il 19% degli intervistati, mentre il 17% del campione mangia vegetariano e vegano. Il 15% degli intervistati, per finire,  ha uno stile di vita climatariano.

                      Guardando alle performance della Gdo, se nel 2020 l’irrompere della pandemia aveva fatto impennare le vendite (+4,8% sul 2019), il 2021 si chiude pareggiando i livelli di vendita dello scorso anno (con invece un decremento di circa mezzo punto percentuale se si esclude l’egrocery e si considera la sola rete fisica). Un risultato conseguito anche grazie al buon andamento della stagione natalizia; la recrudescenza della pandemia e il timore della variabile Omicron hanno infatti tenuto molti italiani tra le mura domestiche e fatto segnare un incremento delle vendite della GDO di circa 3 punti percentuali nelle ultime due settimane dell’anno.

                      Rapporto Coop

                      Ma sarà il 2022 il vero banco di prova della GDO italiana. Per gli esperti intervistati, i prezzi all’acquisto, la digitalizzazione dei canali e i nuovi comportamenti di acquisto (per prodotti e formati) rappresentano gli elementi centrali dello scenario 2022, con un’attenzione crescente ai temi della sostenibilità: etica, sociale e ambientale.

                      Dopo Cop26 e i vari disastri ambientali del 2021, il climate change è infatti considerato dagli italiani un problema più grave di quanto non pensi l’opinione pubblica (78%) e gli Stati di tutto il mondo devono porvi rimedio con la massima urgenza (82%). Nell’attesa, il 97% si dice disposto a cambiare almeno alcune delle proprie abitudini. In particolare il 61% degli intervistati vuole trovare soluzioni per evitare gli sprechi alimentari.

                      Più propensi a guardare al loro nuovo futuro piuttosto che al loro difficile presente gli italiani guardano con fiducia alle nuove promesse del progresso tecnologico. Così quasi 9 italiani su 10 si vedono nello spazio entro il 2050 e 6 su 10, se potessero, manderebbero già oggi cartoline dalla luna. Entro il 2030 la realtà virtuale farà parte della quotidianità per il 57% degli intervistati, nello stesso periodo per 4 italiani su 10 la carne sintetica sarà consuetudine sulle nostre tavole e sulle nostre strade circoleranno auto a guida autonoma per un intervistato su tre (37%).  Per gli esperti, invece, nei prossimi 10 anni saranno le nuove fonti energetiche (58%) e poi big data (38%) e biotecnologie (35%) a determinare i maggiori impatti economici e sociali.

                      Sugli andamenti del 2022 peseranno certamente la dinamica inflattiva ed i suoi effetti sul potere d’acquisto e i consumi delle famiglie, ma evidentemente anche gli andamenti epidemici contribuiscono a rendere ardua una previsione puntuale. L’Ufficio Studi Coop con il supporto d’analisi di Nielsen stima comunque un andamento delle vendite totali GDO di poco inferiore all’1,5% a valore, come effetto congiunto di una probabile riduzione dei volumi, di un più ampio incremento dei prezzi e delle scelte di ricomposizione degli acquisti effettuate dai consumatori.

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