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                      Rapporto Coop-Nomisma: nel 2019 gli italiani spenderanno di più in cibo. In e out del carrello

                      Gli italiani nel 2019 riempiranno il carrello di cibo, prevedendo di spendere di più in tutte le voci dell’alimentare, con un’attenzione sempre alta per il biologico e il salutistico. A dirlo è la fotografia dell’Italia scattata dal sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e dalle previsioni sui consumi del Rapporto Coop redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop. Secondo il rapporto, ora disponibile in versione completa dopo l’anteprima digitale dello scorso settembre, a una generale incertezza sul fronte economico e politico, si affianca una rinnovato senso di speranza per il futuro. Se la tavola e il food hanno un ruolo centrale, molti consumi al contrario frenano e le vendite in Gdo si prospettano ancora piatte: nemmeno nel periodo natalizio appena trascorso c’è stato un exploit

                       

                      Dalla Redazione 

                       

                      rapporto coop spesaIl 2019 si prospetta come l’anno dell’incertezza, in ambito economico e anche politico, ma anche di una rinnovata speranza. L’anno in cui il carrello della spesa degli italiani si riempie di generi alimentari e in cui la cucina tradizionale surclassa i fast food. A dirlo è la fotografia dell’Italia che verrà scattata dal sondaggio di fine anno Coop-Nomisma e dalle previsioni sui consumi del Rapporto Coop redatto dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), con la collaborazione scientifica di REF Ricerche, il supporto d’analisi di Nielsen, e i contributi originali di Iri Information Resources, GFK, Demos, Nomisma. Pwc, Ufficio Studi Mediobanca.

                       

                      Secondo il rapporto, ora disponibile (vedi qui) in versione completa dopo l’anteprima digitale dello scorso settembre, nel 2019 la tavola sembra riaffermare la propria centralità. Gli italiani sono convinti di spendere di più in tutte le voci dell’alimentare (pensano invece di investire meno nei capi di moda). Il 25% degli italiani è convinto che investirà di più nell’acquisto di prodotti a base di farina integrale, il 21% nei tradizionali e il 19% nei bio salutistici. In rallentamento invece i cibi veggie (il 45% degli italiani dichiara che o non lo consumerà affatto o ne ridurrà il consumo, solo l’11% in aumento), i senza glutine e lattosio (il 47% non li consumerà o li ridurrà, solo il 10% in aumento) e i senza sale (il 29% non lo consuma o lo diminuisce, solo il 13% in aumento). Un po’ a sorpresa si assiste al recupero almeno nelle intenzioni dei ristoranti di cucina tipica e della tradizione (in aumento per il 19% degli italiani e in diminuzione per il 10%) che surclassano i fast food (in aumento solo per il 10% degli italiani ma in diminuzione per il 21%), i ristoranti etnici (crescono per il 9% e diminuiscono per il 15%) e rallenta anche la crescita del food delivery. Nel tempo libero l’ analogico batte il digitale e cosi più cinema (in aumento per il 22% degli italiani) più  manifestazioni all’ aperto (+19% ), più lettura (+32%) e più attività sportiva (+34%).

                       

                      rapporto coopDal punto di vista economico – già anticipato dalla frenata della seconda metà del 2018 – il 2019 si presenta come un anno incerto per l’economia italiana con elementi di fragilità che derivano sia dal contesto internazionale (un export non più così trainante) che dal quadro interno dove si vedranno le prime reazioni generate dalla nuova politica del nuovo governo. Decelerazione economica e contrazione dei salari reali da un lato provocheranno una variazione del Pil inferiore all’ 1% (0,6%), mentre il potere d’acquisto delle famiglie potrebbe beneficiare dalle attese nuove misure (soprattutto il reddito di cittadinanza) mantenendo un tasso di crescita prossimo all’1% con un ritmo superiore al Pil. Su ritmi di poco inferiori la crescita dei consumi, comunque in calo rispetto agli andamenti 2015-2017 quando i tassi erano compresi fra l’ 1,5% e il 2%. È d’ altronde da considerare che sul 2019 potrebbe già gravare l’incognita 2020 quando, con lo scenario possibile di un ricorso alle clausole di salvaguardia (leggi Iva) per mantenere gli impegni presi con l’Ue, le famiglie potrebbero ulteriormente ridurre i consumi destinando i loro maggiori redditi a rimpinguare i risparmi.

                       

                      Guardando nel dettaglio le singole voci dei consumi, l’anno che verrà sembra caratterizzarsi per un rallentamento nell’acquisto di beni durevoli (l’auto fino al 2018 ha assorbito buona parte dell’aumento della spesa degli italiani e giocoforza ora il ciclo si conclude) e un ritorno di alcuni consumi di base tra cui l’alimentare. Complice in questo la nuova politica fiscale del governo che con la misura del reddito di cittadinanza sposta circa 6 mld di euro all’ anno verso una platea di persone caratterizzata da una propensione elevata verso consumi basici. Ma stando alle previsioni non potranno che crescere per effetto dell’andamento demografico le spese per i servizi sanitari e la salute (per le quali il 24% degli italiani è convinto spenderà di più), effetto evergreen per la telefonia (il 53% degli italiani inserisce lo smartphone tra le spese da realizzare nel 2019) mentre viaggi e vacanze si confermano il vero mantra degli italiani (il 83% degli italiani ne ha messo in calendario almeno uno e il 2% è convinto che spenderà di più).

                       

                      rapporto coopNemmeno le ultime festività del resto hanno fatto gridare al miracolo. Contrariamente al Natale 2017 che fece chiudere l’anno con un boom (inatteso) di vendite, il mese di dicembre si mantiene sostanzialmente in linea con l’andamento piatto che ha caratterizzato le vendite della grande distribuzione nel corso del 2018 e che non si discosta da quel leggero incremento già registrato nella prima parte dell’anno (+0,4%). Peraltro ottenuto solo grazie all’ulteriore crescita dei discount.

                       

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