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                      Sant’Orsola, fatturato 2019 a 60,8 milioni di euro (-3%). Definiti gli obiettivi 2020

                      Per Sant’Orsola il 2019 è stato un anno di grande lavoro: nuovo lo stabilimento, nuova ed aumentata la concorrenza, maggiore la produzione. Così, durante l’assemblea annuale è stato approvato il bilancio della Società Cooperativa Agricola Sant’Orsola. L’utile calcolato al 31 dicembre è stato pari a 249.345 euro per una produzione di 5.609 tonnellate conferite, aumentata rispetto alle 5.463 del 2018. Ed è pure aumentata la superficie coltivata che ora raggiunge i 534 ettari per 814 aziende socie. Per i prezzi “stracciati” proposti dalla concorrenza però, il valore della produzione complessivo è diminuito, attestandosi a fine dicembre su 60.776.000 euro, inferiore dunque ai 62.697.000 euro di fine 2018. Importante inoltre il taglio netto nell’uso dei pesticidi: i soci, infatti, hanno ridotto del 70% l’uso dei presidi fitosanitari in campagna, sceso a livelli minimi in mora, mirtillo e lampone. Dichiarate inoltre le previsioni di crescita e gli obiettivi per il 2020, parola d’ordine: aumentare ancor più la produzione

                      Dalla Redazione

                      Sant'Orsola

                      Posticipata nel tempo per l’emergenza pandemica, l’assemblea annuale della Società cooperativa agricola Sant’Orsola convocata, come da tradizione, dal presidente Silvio Bertoldi, s’è tenuta il 5  luglio nell’auditorium del Villaggio dei Piccoli Frutti con la presenza fisica dei soci, nel rispetto di ogni norma sanitaria in vigore.

                      L’assemblea ordinaria ha visto invece il presidente Bertoldi informare i soci sulla gestione dell’annata 2019 nei suoi aspetti salienti, ottenendo al termine l’approvazione unanime del bilancio dell’annata. Al suo fianco il vicepresidente Federico Morelli, il direttore generale Matteo Bortolini ed il responsabile dell’area amministrazione e finanza Marco Bertuzzi.

                      “Questa era iniziata sotto i migliori auspici – ha ricordato Bertoldi – con produzioni di ottima qualità ovunque. Inoltre, il nuovo stabilimento (leggi qui) aveva dato forma tangibile al grande progetto che ha consentito di proiettare la Società cooperativa nel futuro nazionale ed europeo, confermando e rafforzando la sua leadership nel settore italiano dei piccoli frutti. Proprio la nuova organizzazione del lavoro con la revisione e ricostruzione di ogni filiera, l’implementazione di alcuni settori, su tutti il commerciale, hanno consentito alla Società di reggere a due eventi assai sfavorevoli che si sono verificati nella scorsa annata. Il primo, ha ricordato Bertoldi – è dovuto all’andamento climatico negativo e perdurante per lunghi periodi primaverili. Il secondo all’aggressività galoppante del mercato internazionale. Per di più, alcuni stati quali Marocco, Spagna, Sud Africa e Polonia, ma non solo loro, hanno sovrapposto la produzione di piccoli frutti alla tempistica nazionale e locale, proponendo per di più prezzi talvolta bassi. Nonostante il meteo ed il mercato non siano stati certo a noi favorevoli – ha tenuto a dire il presidente Bertoldi rivolto ai soci – il bilancio 2019 della Cooperativa si è chiuso tutto sommato positivamente rispetto alle previsioni negative di primavera“.

                      A conti fatti, l’utile calcolato al 31 dicembre è stato pari a 249.345 euro per una produzione di 5.609 tonnellate conferite, aumentata rispetto alle 5.463 del 2018. Ed è pure aumentata la superficie coltivata che ora raggiunge i 534 ettari per 814 aziende socie. Proprio per i prezzi stracciati proposti dalla concorrenza, il valore della produzione complessivo è però diminuito, attestandosi a  fine dicembre su 60.776.000 euro, inferiore dunque ai 62.697.000 euro di fine 2018.

                      In particolare, hanno sofferto i ribassi nei prezzi praticati dai competitori il lampone e la fragola, che per la Sca Sant’Orsola rappresenta un’importante quota della produzione complessiva. Di conseguenza, anche il valore del liquidato ai soci è sceso, ma è comunque maggiore rispetto a quanto comunicato a suo tempo per la forte reazione del settore commerciale della Società a fronte della difficoltà incontrate sul mercato.

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                      Un dettaglio dello stabilimento (copyright: Fm)

                      “In fin  dei conti – ha aggiunto Bertoldi – si evidenzia ancor più come la strategia aziendale volta al lungo termine debba rimanere determinante anche in futuro rispetto ad una visione di breve periodo. Questo è il metodo giusto per fare fronte agli alti e bassi delle varie annate. Le spese effettuate nel 2019 per il nuovo stabilimento e la nostra riorganizzazione – prosegue – hanno consentito una gestione aziendale virtuosa che andrà a premiare sempre più in futuro il lavoro dei soci”.

                      Il presidente ha poi rivolto un ringraziamento particolare ai soci per avere collaborato alla riduzione drastica nell’uso dei presidi fitosanitari in campagna, sceso a livelli minimi in mora, mirtillo e lampone. La riduzione è stata pari al 70% dei limiti ammessi dall’Unione Europea. Un taglio netto, nel solco della linea sempre più green della Sca, reso possibile da sperimentazioni e lunghi studi effettuati dall’equipe di ricerca e sviluppo nel campo sperimentale della Società a Vigolo Vattaro (realtà unica in Italia) e nelle campagne dei soci. I risultati sono stati verificati da laboratori accreditati presso il Ministero della Salute. Nell’intervento del direttore generale Matteo Bortolini l’andamento del 2020 e la rotta da seguire per il futuro non solo prossimo, tracciata in modo limpido e netto. La Società ha potuto continuare a lavorare anche nei due mesi di lockdown ed ha reagito al blocco di importanti attività, quali la ristorazione ad esempio, con l’apertura di nuovi importanti canali di vendita nella grande distribuzione, ha segnalato.

                      “Dobbiamo assolutamente incrementare la nostra produzione, sia aumentando le rese nelle superfici già coltivate, sia ampliandole, in modo da rispondere meglio alle richieste del mercato – ha sottolineato Bertoldi nell’indicare la rotta da seguire -. Alla sempre crescente concorrenza straniera possiamo rispondere in quanto la nostra società è solida e stabile e la copertura finanziaria è garantita. Dunque dobbiamo aumentare la nostra programmazione complessiva, equilibare i vari settori ed allungare ancor più i periodi di produzione nel corso dell’anno, puntando anche a fidelizzare i clienti con nuovi servizi”. Uno è già stato sperimentato con successo, ovvero la vendita on-line nel periodo di lockdown e continuerà anche in seguito. La rotta tracciata da Bortolini si inserisce in uno scenario generale che vede la domanda di piccoli frutti in costante e forte ascesa. Il settore, solo pochi anni fa considerato di sola nicchia, ha conquistato un posto di tutto rilievo nel settore dell’ortofrutta, tanto da avere indotto ad investire ingenti somme, con il risultato di fare entrare anche Paesi dell’America del Sud quali il Perù, dopo il Cile e l’Argentina ed in Africa anche il Marocco nel novero dei produttori di piccoli frutti ormai al lavoro in più Continenti.

                      Sant'Orsola

                      A sinistra il presidente Bertoldi, a destra il direttore Matteo Bortolini

                      Chiamato ad intervenire dal presidente Bertoldi, il consulente strategico della Società Fabio Rizzoli ha incitato i soci a rispondere con maggiori quantità prodotte alla domanda pressante di un mercato in forte aumento, secondo le previsioni che lo stesso consulente aveva avanzato ai soci in assemblea cinque anni fa, ipotizzando già allora anche prezzi calanti proprio per l’ingresso di sempre più numerosi competitor. “La domanda crescente anche in Italia è per ora compensata soprattutto dai produttori esteri, dunque nei prossimi anni ci sarà grande spazio per la Cooperativa Sant’Orsola, tanto più che il mercato italiano chiede prodotto nazionale. Bisognerà rispondere producendo di più, anche incrementando le nostre vendite sull’estero. Giocherà un ruolo sempre maggiore il grande commerciante che chiederà grandi volumi di prodotto. A qualità ormai da tempo raggiunta, maggiore quantità significherà maggiore remunerazione per i soci”.

                      Nella parte straordinaria dell’assemblea, i soci hanno approvato alcune modifiche al vigente statuto sociale, illustrate dal notaio Tiziano Gregori. Due le modifiche di rilievo: la prima vede la soppressione del Comitato di Controllo, sostituito dal Collegio Sindacale. Così facendo il Consiglio di amministrazione ha scelto di farsi affiancare da tale organismo, formato da professionisti, come è prassi presso le aziende; la seconda modifica vede passare da 15 a 13 il numero dei componenti del consiglio di amministrazione. Infine, le elezioni delle cariche sociali che vede entrare nel Consiglio di amministrazione Matteo Trentinaglia. Riconfermati invece gli uscenti per fine mandato Renata Bortolameotti, Petra Oss e Mauro Bianchi.

                      Alla presidenza del Collegio sindacale è stato nominato Marcello Moser. Componenti effettivi sono Mauro Chemelli e Fulvio Divina. Supplenti William Bonomi e Claudio Erspamer.

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