L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Siccità: aumenta lo stress idrico in Pianura Padana. Lago di Garda al 25%

                      La siccità avanza: in Piemonte sono saliti a 19 i comuni dove l’allerta per la siccità è salita “al massimo livello di severità idrica” e in alcune zone della regione le piogge hanno registrato punte dell’85% in meno rispetto alla media del periodo. Non va meglio lungo il Po, che all’altezza del Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti. Il più grande lago d’Italia, il Garda, è al 25% della sua capacità. Una siccità diffusa che riguarda anche vaste regioni della Germania, Francia e Spagna, e che non accenna a migliorare: nelle prossime settimane, infatti, considerando le previsioni e le relative quantità di precipitazioni, il quadro della situazione generale rischia di peggiorare ulteriormente

                      Dalla Redazione

                      Non sono previsti miglioramenti nelle prossime settimane per quanto riguarda la crisi idrica che sta colpendo varie regioni d’Italia, Piemonte in testa, ma anche varie zone d’Europa. La siccità quest’anno sembra ancora più grave poiché a quella di quest’anno si somma la sofferenza ereditata dal 2022. Il Nord Italia, in particolar modo il Piemonte, è già a secco con le autobotti impegnate a integrare i serbatoi per limitare la scarsità d’acqua, tanto che Utilitalia, la Federazione delle imprese di acqua energia e rifiuti, specifica che – dopo le ultime rilevazioni – sono saliti a 19 i comuni piemontesi dove l’allerta per la siccità è salita “al massimo livello di severità idrica”. Erano sette dopo i dati raccolti nel mese di febbraio. Altri 141 comuni piemontesi si trovano al livello 2 di allerta con criticità limitate alle reti idriche delle frazioni per abbassamento della portata d’acqua disponibile e delle sorgenti. 388 comuni sono al livello 3, che si traduce in attenzione elevata con possibili criticità a breve. In alcune zone della regione le piogge hanno infatti registrato punte dell’85% in meno rispetto alla media del periodo.

                      Lo stress idrico, peggiorato nelle ultime settimane, riguarda però tutta la pianura Padana, dove il bacino del Po risente ancora della siccità del 2022. Il cuneo salino, l’acqua del mare che risale nel letto del fiume, è salito a 19 chilometri. Anche i grandi laghi sono in grossa difficoltà. Il lago Maggiore è pieno solo al 41,5%, il lago di Como è al 17,8%, sono invece complessivamente al 20,8% il lago d’Iseo e il lago d’Idro mentre il Garda appena al 25%. Nello specifico, il bacino benacense risulta ad oggi quello in maggior crisi, con 114,3 milioni di metri cubi di acqua. Per avere un metro di paragone, il valore medio che solitamente si è registrato nel mese di marzo tra il 2003 e il 2022 è di 333,6 milioni di metri cubi.

                      L’ultimo valore di riempimento del Garda registrato è di 114,3 milioni di metri cubi di acqua. Un valore nettamente più basso rispetto alla quantità media registrata nel mese di marzo tra il 2003 e il 2022 (333,6 milioni di metri cubi di acqua), ma anche più basso rispetto al valore minimo giornaliero registrato mediamente nell’ultimo ventennio (190,5 milioni di metri cubi di acqua). Di conseguenza, l’Autorità del Po già da giorni ha provveduto alla chiusura (eccezion fatta per il deflusso ecologico di 8 metri cubi al secondo verso il Mincio) della diga di Salionze.

                      I dati ufficiali dell’Osservatorio dell’Autorità del Fiume Po ha fotografato in questo modo l’emergenza siccità presente nel bacino benacense. Una crisi idrica che non interessa solo la zona gardesana, ma praticamente tutta la Pianura Padana, Po in testa. E che desta particolare preoccupazione perché la stagione dell’irrigazione è ormai alle porte. Infatti il 9 marzo, nel secondo incontro ufficiale dell’Osservatorio Permanente dell’Autorità di Bacino del Po, è stato ribadito lo stress idrico già evidenziato un mese fa e peggiorato nelle ultime settimane lungo tutto il bacino del Grande Fiume. All’altezza del Ponte della Becca (Pavia) il Po si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti.

                      Anche in Veneto i dati aggiornati al 6 marzo scorso hanno confermato una prolungata mancanza di precipitazioni che non sono quindi in grado di colmare, anche solo parzialmente, il deficit ereditato dal 2022.

                      L’allarme siccità però non riguarda solo l’Italia ma si estende a tutta Europa, dalla Francia, dove non ha piovuto per più di un mese ed è a rischio l’industria profumiera, alla Spagna, dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al Pata negra. Ma soffrono anche le esportazioni di ortofrutta tanto che in Gran Bretagna si segnalano scaffali vuoti da settimane e razionamenti nei supermercati (leggi qui) a causa del maltempo che ha compromesso le colture soprattutto in Spagna e Nord Africa.

                      Lo rileva un monitoraggio della Coldiretti sulla base della mappa europea del programma Copernicus, che mostra allerte sulla bassa umidità del suolo in molte parti dell’Europa meridionale, dalla Francia centrale e sud-occidentale, alla Spagna settentrionale, dall’Italia settentrionale alla Germania meridionale, dove le acque basse del Reno ostacolano il traffico commerciale costringendo le barche dirette verso l’Europa centrale a caricare a metà capacità, ma anche parti significative della Grecia settentrionale e meridionale Bulgaria e gran parte della Turchia.

                      “Di fronte al cambiamento climatico – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – è necessario realizzare il piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%” (leggi qui per approfondire).

                      Copyright: Fruitbook Magazine