Dalla Redazione
È il frutto più consumato al mondo il protagonista del servizio da oltre 4 minuti “Spreco alimentare, le banane della vergogna”, andato in onda il 4 marzo su Striscia la notizia (potete vederlo a questo link), la popolare trasmissione in prima serata di Canale 5. Le immagini dal Centro Agroalimentare di Roma – CAR, mostrano grandi bidoni per la raccolta differenziata che ogni giorno vengono riempiti di banane. In una ripresa si vede un muletto che porta una pedana con una trentina di cartoni, marchiati Dole e Cabana – altro marchio della multinazionale Dole – con un operatore che poi li svuota uno a uno. Più di 500 kg di banane, apparentemente in ottime condizioni, in una sola volta. Jimmy Ghione specifica: “Banane visibilmente ancora buone, gettate nei cassonetti della spazzatura“.
Lo stesso operatore che butta le banane nei cassonetti sostiene che almeno il 60% delle banane siano ancora buone. “Anzi, molte di più. Un peccato. Ogni giorno ne buttiamo via”, dice ai microfoni di Striscia la notizia. Jimmy Ghione quindi intervista Carmelo Troccoli, direttore della Fondazione Campagna Amica di Coldiretti, che dichiara: “Fa male alla società, in questo momento tra pandemia e guerra dove è aumentato il numero di persone che hanno bisogno di cibo”. “Se le banane vengono buttate – sottolinea Troccoli, calandosi nel ruolo di sindacalista – di sicuro vengono pagate pochissimo al povero contadino che le produce in Ecuador”. “In più – incalza Troccoli – c’è un costo in termini ambientali considerando le migliaia di kilometri che le banane devono percorrere per arrivare in Italia. Vedere che vengono buttate è una cosa insopportabile“.
Il servizio di Striscia la notizia si conclude con l’intervista di Jimmy Ghione a chi viene definito “autore dello spreco”. “Vanno considerati due aspetti”, dichiara Giusto Curti, direttore generale di Dole Italia. “C’è il tema della qualità, per cui una parte delle banane vanno “filtrate” perché non si possono né vendere né regalare, perché pericolose per il consumo umano“. “Però è vero – aggiunge Curti riferendosi al secondo aspetto – che ci sono banane che sono buone, sono mature, ma non si riescono più a vendere perché in condizioni non idonee per i supermercati. Ci prendiamo l’impegno di fare a Roma quello che già facciamo da tempo nel magazzino principale di Calcio (BG), dove collaboriamo con associazioni caritatevoli che si occupano di dare il prodotto in eccedenza a persone in difficoltà o, nei casi limite, agli allevamenti di animali“.
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