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                      UK, inflazione record al 17,1% per la spesa a febbraio. Boom per Aldi e Lidl

                      Food cost rising concept. Shopping cart full of groceries and red arrow pointing up 3D Rendering, 3D Illustration

                      Un quarto dei consumatori britannici è in difficoltà a causa dei prezzi dei generi alimentari: infatti per la prima volta l’inflazione ha superato la soglia del 17% nelle quattro settimane fino al 19 febbraio, stupendo gli stessi analisti di Kantar in quanto si tratta del dato più alto mai registrato da quando nel 2008 sono iniziate le indagini mensili. Infatti, in contrasto con le ultime cifre ufficiali che suggerivano un rallentamento dell’inflazione alimentare, i prezzi dei generi alimentari nel Regno Unito sono aumentati al ritmo più veloce degli ultimi 15 anni. Da tempo i consumatori UK devono fare i conti con aumenti sostenuti dei prezzi, tanto che con l’arrivo di questo febbraio si raggiungono i 12 mesi consecutivi in cui l’inflazione mensile dei generi alimentari supera il 4%

                      Dalla Redazione

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                      L’inflazione dei prezzi dei generi alimentari in Gran Bretagna è aumentata ancora, raggiungendo il 17,1% nelle quattro settimane fino al 19 febbraio 2023, il livello più alto mai registrato da Kantar. Le vendite complessive di generi alimentari a domicilio sono aumentate dell’8,8% nelle quattro settimane e dell’8,1% nel periodo di 12 settimane.

                      Da qualche tempo i consumatori britannici devono fare i conti con aumenti sostenuti dei prezzi e questo febbraio segna un anno intero in cui l’inflazione mensile dei generi alimentari ha superato il 4%. L’ultima ricerca condotta da Kantar mostra che l’inflazione dei prezzi dei generi alimentari è il secondo problema finanziario più importante per i cittadini UK dopo i costi dell’energia, con due terzi delle persone preoccupate dai prezzi di alimenti e bevande, al di sopra degli scioperi del settore pubblico e dei cambiamenti climatici.

                      Un quarto dichiara di essere in difficoltà finanziarie, rispetto all’uno su cinque dello stesso periodo lo scorso anno. I numeri parlano da soli. Se le persone non cambiano modalità di acquisto dei generi alimentari, le famiglie britanniche rischiano di spendere per la spesa in media 811 sterline in più all’anno.

                      I supermercati e i clienti di conseguenza affrontano l’aumento dei prezzi adattando i loro consumi. La battaglia per offrire il miglior rapporto qualità-prezzo ai consumatori continua in questo settore intensamente competitivo, soprattutto perché le insegne tradizionali cercano di proteggere le loro quote di mercato dai discount. Le line MDD sono state una colonna portate di questo periodo e i clienti UK le hanno acquistate in modo costante rispetto ai grandi marchi, dal febbraio dello scorso anno. Le vendite delle line private label sono aumentate del 13,2% questo mese, ben più dei prodotti di marca, che si attestano al 4,6%, una tendenza che non mostra segni di arresto.

                      Problemi di approvvigionamento di frutta e verdura. Di recente, i clienti hanno dovuto fare i conti anche con la carenza di frutta e verdura. Alcuni supermercati hanno limitato il numero di confezioni di insalata e verdura che i clienti possono acquistare a causa di problemi legati alla catena di approvvigionamento (ne abbiamo parlato qui). Sebbene il 43% di tutti i carrelli della spesa contenga almeno un prodotto fresco, è improbabile che i limiti delle confezioni influiscano drasticamente sui consumatori, poiché di solito acquistiamo frutta e verdura in quantità minori rispetto ai limiti immessi dai supermercati. Per esempio, l’anno scorso solo l’1% degli acquisti di pomodori ha riguardato più di tre confezioni.

                      In questo panorama di inflazione galoppante, in UK i discount Aldi e Lidl, assieme, raggiungono la quota di mercato del 2,4%. Aldi raggiunge una nuova quota di mercato record del 9,4% in questo periodo, rimanendo così l’insegna in più rapida crescita, con un aumento delle vendite del 26,7%. A ruota viene Lidl, che ha aumentato le vendite del 25,4% e la cui quota di mercato è ora del 7,1%. Anche Iceland, specialista dei surgelati, ha guadagnato quote, conquistando il 2,4% delle vendite del mercato, rispetto al 2,3% dello scorso anno, grazie a un aumento della spesa alle casse del 10,8%.

                      Ocado ha ottenuto un’ottima performance, in controtendenza rispetto all’andamento generale delle vendite online. Mentre l’online è sceso dello 0,9% nelle 12 settimane, lo specialista digitale ha incrementato le vendite dell’11,3%, raggiungendo la quota di mercato più alta di sempre (1,9%).

                      Tesco è leggermente in vantaggio nella battaglia tra i maggiori rivenditori britannici, con un aumento delle vendite del 6,6%. Sainsbury’s e Asda si piazzano subito dopo, con un aumento delle vendite rispettivamente del 6,2% e del 5,9%. Il calo delle vendite di Morrisons (0,9%) è stato il migliore da maggio 2021. Waitrose è tornata a crescere, aumentando le vendite dello 0,7%. La sua quota di mercato è del 4,7%. Il discount Co-op ha aumentato le vendite del 3,4%, mentre gli indipendenti e i simboli sono cresciuti dell’1,8%.

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