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                      USA, via libera dall’FDA alla vendita dei pomodori viola ogm superfood

                      Al via i primi test di gradimento sui consumatori USA del pomodoro viola, che ha visto lo scorso anno il via libera alla sua coltivazione dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti. A proporli alcuni ristoranti USA, mentre per vederli nella GDO americana sembra che bisognerà aspettare il 2024. Ma cos’hanno di così particolare questi pomodori? Il pomodoro viola– reso geneticamente di questo colore grazie all’aggiunta di due geni del fiore snapdragon – sarebbe un vero e proprio superfood grazie all’elevato contenuto di antociani, pigmenti ad alto tasso di antiossidanti, nella polpa e sulla buccia: circa 10 volte quello di un normale pomodoro rosso

                      Dalla Redazione

                      pomodori viola

                      La FDA (Food and Drugs Administration) ha completato il processo di revisione per avviare la commercializzazione negli Stati Uniti di pomodori viola ogm ad alto contenuto di antiossidanti, sviluppati negli ultimi 15 anni nel Regno Unito.

                      Nel tentativo di rendere frutta e verdura più nutrienti, i professori Cathie Martin ed Eugenio Butelli del John Innes Centre di Norfolk, in Inghilterra, hanno studiato cosa determina i diversi nutrienti nei prodotti. Allo stesso tempo, Jonathan Jones ha studiato la resistenza alle malattie nelle piante, nel tentativo di rendere la produzione di frutta più sostenibile, riducendo le perdite di cibo a causa di parassiti e malattie e riducendo l’uso di pesticidi in agricoltura.

                      Da questi due punti di partenza è nata nel 2007 l’azienda Norfolk Healthy Produce che detiene la varietà autorizzata di pomodoro viola ogm, attualmente commercializzata esclusivamente nei ristoranti statunitensi in California, Boston, North Carolina e alcune aree del centro del Paese. Nel 2024 sarà commercializzata in via sperimentale nei negozi al dettaglio mentre nel 2025, l’azienda inizierà a valutare un’ulteriore espansione.

                      Il processo di validazione ha visto varie fasi, in quanto gli USA hanno un percorso normativo molto chiaro in cui il pomodoro deve essere esaminato dalle agenzie governative per verificare la sicurezza, eventuali problemi ambientali o per la salute. Essendo un alimento geneticamente modificato, i pomodori viola devono infatti passare attraverso un ampio processo di revisione per essere approvati per il consumo. “Ci aspettavamo tempi molto più lunghi per l’immissione sul mercato, perché siamo consapevoli della sensibilità verso gli ogm che è diffusa nella cultura popolare degli Stati Uniti e di altri Paesi. Tuttavia, non abbiamo riscontrato quasi nulla di tutto ciò e, sebbene sia stato un po’ sorprendente, è forse indicativo della marea montante della biotecnologia e dell’accettazione scientifica in tutti i settori, non solo in quello alimentare e agricolo, ma anche in quello sanitario e delle scienze della vita, dopo la pandemia”, afferma Jessica Louie, CTO di Norfolk Healthy Produce.

                      Ma cos’ha di particolare questo pomodoro? Se ci si fermasse al colore, il pomodoro britannico non sarebbe una prima assoluta. Negli anni, infatti, di pomodori viola ne sono stati prodotti diversi, e in modo convenzionale – ovvero senza l’impiego di tecnologia ogm: il vantaggio della varietà di cui parliamo starebbe però nella sua capacità di accumulare antociani anche nella polpa, e non solo nella buccia come negli omologhi non-ogm. Una differenza non trascurabile alla luce dei possibili risvolti per la salute. Sono proprio gli antiossidanti e dai pigmenti chiamati antociani – stesse biomolecole che si trovano nei mirtilli, nelle more e nei melograni, tra gli altri – a conferirgli questo colore e queste proprietà.

                      I benefici per la salute sono quindi presto detti: grazie alla tecnologia ogm, gli scienziati sono stati in grado di creare questa nuova varietà grazie all’aggiunta di due geni del fiore snapdragon, che agiscono così come un vero e proprio interruttore per “accendere” la produzione di antociani. Secondo studi scientifici ed esperimenti condotti da Cathie Martin e dai suoi colleghi, l’alto quantitativo di antiossidanti in questa varietà di pomodoro potrebbe apportare benefici per la salute umana per contrastare cancro, diabete e stati infiammatori. Infine, a livello gustativo ricorda il sapore dolce e dalla bassa acidità di un pomodoro ciliegino, così come la sua consistenza (leggi qui per approfondire).

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