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                      Villari: “Sosteniamo la rinascita del limone siciliano”. Dal biologico all’Igp

                      Continua la trasferta tedesca del Gruppo Villari, storica realtà siciliana specializzata nella produzione di agrumi. Dopo il successo delle tre giornate berlinesi di Fruit Logistica, l’azienda di Roccalumera vola al Biofach di Norimberga (13-18 febbraio). Sarà l’occasione per puntare i riflettori in particolare sul limone, fiore all’occhiello della produzione del gruppo. Biologico a marchio E’ Bio, ma anche convenzionale dalla buccia edibile perché non trattato in post raccolta: sostenibile, tipico e di qualità. Il limone Villari è disponibile tutto l’anno grazie alle tre fioriture stagionali ed è contraddistinto anche da un marchio di pregio: la Igp di Siracusa

                       

                      di Carlotta Benini

                       

                      Il limone bio di Villari, una produzione in costante crescita, specie per l’export (copyright: Fm)

                      “Puntiamo sul biologico non solo perché è un mercato in continua espansione. Ma perché rappresenta il nostro futuro ed è una scelta di sostenibilità per la natura e per la salute dell’uomo”. Esordisce così Attilio Villari, direttore commerciale del Gruppo Villari, nel commentare la partecipazione della storica azienda di famiglia al Biofach, il salone internazionale degli alimenti biologici in programma a Norimberga dal 15 al 18 febbraio.

                       

                      Leader nella produzione di agrumi, il gruppo di Roccalumera (Messina) è una delle principali realtà italiane a produrre limoni non trattati in post raccolta. Venduti con il marchio tipico Italia da Gustare, si affiancano a quelli È Bio, che – come suggerisce il nome – si fregiano anche della certificazione biologica, e che saranno protagonisti nelle tre giornate di fiera a Norimberga.

                       

                      Il limone Femminello, Igp di Siracusa, di stagione da ottobre ai primi di giugno (copyright: Fm)

                      “Nel nostro magazzino ad alta dotazione tecnologica abbiamo due linee, una dedicata al biologico e una al prodotto convenzionale. – spiega Villari – Complessivamente lavoriamo circa 11 mila tonnellate di limone”. Cento sono attualmente gli ettari dedicati a questo agrume nei terreni in Sicilia. L’innovazione tecnologica dello stabilimento del gruppo sarà presto arricchita da un nuovo macchinario messo a punto da Unitec.

                       

                      “La nostra produzione biologica registra un trend in costante crescita. – continua il direttore commerciale – Ma i consumatori apprezzano molto anche il limone non trattato in superficie, dalla buccia edibile e altrettanto ricca di sostanze preziose per l‘organismo, utilizzabile in cucina per molteplici preparazioni. Per questo prodotto abbiamo in cantiere un refresh del brand”.

                       

                      Il limone convenzionale di Villari non è trattato in post raccolta (copyright: Fm)

                      Il limone siciliano, poi, ha caratteristiche organolettiche superiori rispetto a quello di altre provenienze, lo dimostrano studi scientifici. La varietà principe coltivata dal Gruppo Villari è il Femminello, limone tipico di Siracusa che si fregia anche del marchio Igp (leggi qui l’andamento della campagna in corso). Il prodotto a Indicazione Geografica Protetta resta per ora una nicchia di mercato. La campagna va da metà ottobre fino ai primi di giugno, poi arriva sul mercato il Verdello, la fioritura è quella della stessa pianta. Infine nel periodo autunnale, da settembre a metà ottobre c’è il limone Interdonato, una cultivar tipica della riviera ionica.

                       

                      Attilio Villari (a destra) insieme al padre e alla sorella a Fruit Logistica (copyright: Fm)

                      “Crediamo fortemente nella rinascita del limone siciliano. – sottolinea Attilio Villari – Siamo un’azienda giovane e dinamica, dotata di tecnologie di ultima generazione per la lavorazione del prodotto, che garantiscono una qualità elevata, unita alla sostenibilità ambientale e alla massima salubrità. Le spazzolatrici ad alta efficienza ci permettono di pulire e cicatrizzare il frutto senza creare delle ferite sulla buccia, evitando così problemi di marcescenza”. Per questo motivo il prodotto si presta particolarmente a essere esportato.

                       

                      “Il nostro mercato di riferimento è la grande distribuzione. – conclude – Siamo presenti nelle principali catene nazionali, mentre all’estero destiniamo il 40% dei nostri volumi. Andiamo molto forte con il limone biologico nei mercati tedeschi, francesi e anglosassoni, mentre nei Paesi dell’Est siamo presenti con il prodotto convenzionale”.

                       

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