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                      VIP: tutti i numeri sulla strategia varietale che guarda al 2030

                      “Cosa richiede il consumatore da qui a 10 anni? Su quali varietà di mele puntare? Come ogni impresa, anche noi di VIP dobbiamo fare programmazione per sviluppare quello che il mercato richiede, con la consapevolezza però che non è facile, perché il melo impiega molti anni per entrare a regime produttivo. D’altro canto, il consumatore non cambia scelte d’acquisto dall’oggi al domani in ambito mele, grazie anche a delle abitudini d’acquisto lente a cambiare, e questo ci permette di pianificare e portare avanti nuovi progetti”, ci spiega Martin Pinzger, direttore generale di VIP, nel corso del press tour del 26 e 27 ottobre durante il quale, assieme a Benjamin Laimer, fanno il punto sulla strategia decennale 2020-2030 di VIP che vedrà un progressivo aumento delle Club. Varietà, percentuali di crescita o riduzione di produzione da qui al 2030, con tanto di visita in campo per raccoglierne con mano i frutti e alla Mivor per vedere il prodotto finito

                      di Valentina Bonazza

                      VIP

                      Martin Pinzger, direttore generale di VIP. Copyright: FM

                      Negli ultimi 10 anni VIP – Mela Val Venosta ha continuato a crescere. Nello specifico, dal 2013 a oggi VIP vede un aumento dello sviluppo di ettari coltivati a mele, che oggi si aggira attorno ai 5.300 ettari, grazie al lieve aumento degli areali in alta valle, benché il numero di soci melicoltori sia diminuito dai circa 1.637 del 2013 ai 1.465 del 2023.

                      Diminuisce lo sviluppo della superficie degli ettari coltivati a lotta integrata, leggermente sopra i 4.000 ettari, e anche i coltivatori in questo caso passano dai 149 del 2013 ai 1.175 del 2023. Al contempo crescono sia gli ettari sia il numero di coltivatori a biologico, che passa dai 139 del 2013 ai 290 del 2023, mentre gli ettari sono sopra i 1000.

                      Oltre alle mele, VIP coltiva in media su circa 200 ettari circa 3.000 tonnellate di verdure. Nello specifico: 300-500 tons di albicocche, 500 tons di ciliegie, 400 tons di fragole della Val di Martello, e una piccola nicchia di ribes, lamponi e mirtilli per il mercato locale.

                      [può interessarti anche: VIP: ad ogni consumatore la sua mela grazie alla degustazione e al food pairing]

                      Stime di raccolta.

                      Se si guardano le stime produttive dell’emisfero settentrionale, gli ultimi dati WAPA riportano volumi in calo per le mele rispetto alle prime stime rese note il 3 agosto 2023 durante la Conferenza Prognosfruit, le quali indicavano una diminuzione del 3,3% rispetto all’anno scorso, per un totale di 11.410.681 t. Oggi, il raccolto di mele del 2023 dovrebbe attestarsi poco sotto gli 11 milioni di tonnellate, circa il 4% in meno rispetto alla previsione iniziale (leggi qui per approfondire).

                      Per quanto riguarda VIP, per il 2023 la Cooperativa della Val Venosta stima una raccolta di circa 345.032 tons, in crescita rispetto al 2022 in cui erano 297.276 ma di molto poco inferiore al 2021 in cui si sono raccolte in totale 347.412 tons.

                      Nello specifico, a fare ancora da padrona è la Golden Delicious, per la quale si stimano 173.201 tons per il 2023, comunque leggermente in calo rispetto ai precedenti anni, a seguire la Red Delicious, di cui si prevedono 27179 tons, in calo rispetto agli ultimi due anni. Di fatto stabile la Gala, in crescita la Pinova, in calo la Jonagold e Braeburn, stabile la Granny e in risalita rispetto alla scorsa annata deficitaria, in crescita le varietà club: Envy, Kanzi, Cosmic Crisp e Sweetango.

                      Stime di raccolta mele bio 2023.

                      Le stime per il bio, per cui in totale ci si aspettano 48.103 tons, vede in crescita la Gala, in calo la Golden Delicius, stabile la Pinova, in calo la Red Delicius, in crescita la Bonita, stabile Braeburn e Kanzi, in crescita la Topaz, e Ambrosia, così come envy.

                      Il piano strategico varietale 2020-2030.

                      Dal 2013 al 2025, le mele club sono cresciute molto. Infatti, se il 99,7% della produzione al 2013 era composto da mele tradizionali contro uno 0,3% della varietà Kanzi, nel 2019 la percentuale di mele tradizionali si è abbassata al 95,3% lasciando posto per il restante 4,7% a nuovi progetti varietali come Ambrosia, envy, Kissabel, Yello, Cosmic Crisp e SweeTango. “Entro il 2025 si arriverà a un 84,3% di tradizionali e un 16% di club” spiega il direttore generale.

                      “Oggi possiamo dire che non abbiamo intenzione di sviluppare ulteriori progetti varietali perché abbiamo di fatto mele per venire incontro a tutte le esigenze dei consumatori. Per questo ora vogliamo focalizzarci sulle mele che abbiamo e funzionano e su come comunicare questo ai consumatori” sottolinea Pinzger.

                      Focus sulla produzione di ogni varietà nell’arco 2020-2030

                      “Noi di VIP – sottolinea Pinzger – siamo specializzati nella produzione di Golden Delicious, tanto che sulla nostra produzione complessiva di mele – secondo il metodo della lotta integrata –, il 55% è coperto dalla Golden Delicious: una percentuale che sarà però destinata a calare al 48-49% circa entro il 2030”.

                      “Siamo leader in Italia per quanto riguarda la Red Delicious, che esportiamo anche in Scandinavia, India e, marginalmente, in Brasile e Centro-America. La Gala è la principale mela consumata a livello mondiale, al di fuori della Cina. Anche Fuji resta nell’assortimento di base e la Pinova rimane una specialità per la seconda parte della stagione. Le varietà club si svilupperanno maggiormente nei prossimi anni, in particolare Cosmic Crisp, Ambrosia, envy e Kanzi” puntualizza Pinzger.

                       

                      Le proporzioni cambiano sul fronte del bio: “A fare da padrona nel bio è la Gala, che storicamente era una mela estiva, visto che fino a 20-25 anni fa terminava la sua commercializzazione a gennaio. Oggi – continua Pinzger – riusciamo a fornire un frutto bio per 12 mesi l’anno in Italia ma non solo: la Svizzera – ad esempio – rappresenta un buon mercato. Per questo entro il 2023 prevediamo di ampliarne la quota. Per la Golden Delicious è invece previsto un ridimensionamento più marcato nel bio, in quanto sono pochi i mercati che consumano questa varietà, tra cui Italia e Spagna. Invece, tra le varietà resistenti e quindi molto attraenti per i produttori troviamo Bonita, Topaz e Natyra: per questo motivo queste varietà vedranno sempre più spazio in futuro”.

                      Oltre alla lotta integrata e al bio, si fa largo anche la linea “senza diserbanti”: “Il progetto è nato nel 2019 e impiega 150 soci – sottolinea il direttore generale – e continueremo anche nei prossimi anni a concentrarci su questa linea, valorizzata anche grazie al packaging dedicato”.

                      Commercializzazione

                      Sul fronte commerciale il 2023 si prospetta un anno diverso rispetto allo scorso: “Con le vendite siamo partiti bene – spiega Kurt Ratschiller, direttore commerciale di VIP -. E si prospetta quindi un anno diverso rispetto al 2022, grazie anche alla minore presenza di frutta estiva e le temperature elevate hanno permesso comunque un buon consumo di mele. Rispetto al 2022 inoltre abbiamo assistito a una minor presenza di mele provenienti da oltremare e scorte terminate in Europa.

                      A questo si aggiunge un quadro economico in leggero miglioramento sul 2022 e la qualità delle mele in Europa è generalmente più buona. Quindi si registra meno pressione nel vendere subito e a sottocosto. I prezzi di partenza risultano perciò più interessanti rispetto all’anno scorso”.

                      VIP

                      Thomas Oberhofer, presidente VIP, nel suo campo coltivato ad envy bio

                      In campo

                      Una programmazione decennale ragionata che va di pari passo con una zona di produzione – quella della Val Venosta – che permette colture tra le più omegenee e alte d’Europa. “VIP ha i suoi meleti dai 500 metri ai 1000/1100 metri di altitudine: queste quote fan sì che la divisione cellulare rallenti, facendo aumentare così il tempo necessario alla maturazione. Il risultato è una polpa più saporita e compatta e dalla maggior conservabilità – ci spiega Benjamin Laimer, responsabile marketing VIP -. A questo si aggiunge un clima asciutto che aiuta ad evitare l’insorgere di alcune malattie, e secco, grazie alla brezza che soffia sull’intera valle, con una media di 500 millimetri di precipitazioni all’anno, tra le più basse dell’arco alpino. Non da ultimo l’escursione tra giorno e notte e i più di 300 giorni di sole l’anno”. Caratteristiche che fan sì che la Val Venosta sia davvero un paradiso per le mele: un paradiso che abbiamo avuto modo di toccare con mano con una visita in campo. A dimostrazione di ciò infatti il press tour ci ha portato in visita a un meleto bio in “pianura” del presidente di VIP Thomas Oberhofer, coltivato a envy. Le mele si presentano già di grosso calibro e omogenee, sia per forma che colorazione, senza difetti e con una produzione stimata di 20 tons/ettaro. Tutto questo mentre sono solo alla seconda foglia: “A regime prevediamo di raggiungere le 60 tons/ettaro” ci spiega Oberhofer, che sottolinea che per ottenere una produzione equilibrata negli anni è necessario diradare i frutti con estrema attenzione.

                      Ma una volta raccolte le mele dove vanno?

                      La VIP conta sotto al suo cappello 7 cooperative (Mivor, Oveg, Geos, Textel, Alpe, Juval e Meg). Nel corso del press tour abbiamo fatto visita alla Mivor, diretta da Roland Zische, il quale ci ha guidato lungo tutte le fasi di lavorazione della mela: dalla preselezione allo stoccaggio, passando dal confezionamento. Un servizio di “First Class Apple” che si estende su quasi 10 ettari per una potenzialità di stoccaggio di 82 mila tonnellate e 200 celle frigo di diverse dimensioni.

                      Le Fasi

                      Quando il produttore porta le mele alla Mivor, queste vengono calibrate e selezionate lungo una linea di lavorazione che trasporta le mele su acqua, in modo tale che non si ammacchino. Qui vengono selezionate e lavate, mentre i sensori ottici scattano a ogni mela 60 fotografie per rilevarne ogni difetto. Le mele possono poi essere stoccate in un magazzino verticale completamente automatizzato a temperatura controllata e costante. A questo si aggiunge il magazzino automatico per i pallet vuoti e il magazzino automatico per il prodotto confezionato e pallettizzato. La fase di confezionamento avviene lungo 16 linee di riprogettate ed ergonomiche, di cui tre specifiche per i sacchetti, uniche nel loro genere. Alcune fasi della logistica sono gestite da transpallet a guida laser, senza operatore.

                      A una produzione di alta qualità nel rispetto dell’ecosistema circostante si affianca un’attenzione all’efficienza e quindi anche all’ambiente in ogni fase e processo della filiera, scelte che vanno di pari passo con la responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori e dei produttori della Val Venosta ai quali VIP vuole dare un futuro sostenibile.

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