L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
                      L'INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL TRADE ORTOFRUTTICOLO
                      L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA

                      Vitamine e integratori: boom di vendite con la pandemia. Ma servono?

                      Boom di vendite per vitamine e integratori, sempre più acquistati dagli italiani nella speranza che possano rafforzare le difese immunitarie e soprattutto difendere dal Covid-19. Il ministero della Salute però avverte che contro il Covid-19 sono inutili, tanto che ha dovuto pubblicare un circolare nella quale si avvisa che, ad oggi, non esistono evidenze solide e incontrovertibili che assumendo integratori ci si possa difendere dal virus. Fatto sta che vitamina C, vitamina D ma anche lattoferrina hanno visto in questi ultimi mesi picchi di vendite maggiori rispetto che a marzo. Cosa fare quindi? Come prima cosa rispettare le norme anti-covid (dal distanziamento all’uso delle mascherine al lavaggio frequente delle mani), curare la propria alimentazione e, nel dubbio, chiedere al proprio medico, che nel caso saprà indicare le vitamine e gli integratori utili in base alla propria situazione di salute. Anche perché assumere alte dosi di vitamine non sempre è utile in quanto l’organismo non è in grado di “fare scorte”

                      Dalla Redazione

                      vitamine

                      Integratori e vitamine stanno registrando un boom di vendite in questo periodo, complice il timore di incorrere nelle classiche influenze e raffreddori, al quale si somma la paura del Covid-19. Ecco quindi che vitamina C, vitamina D, ma anche zinco e prodotti che “rafforzano le difese immunitarie” come echinacea  e lattoferrina, registrano un aumento di vendite superiori a quelle registrate a marzo, anche grazie all’influsso della stampa e dei social.

                      Il ministero della Salute però avverte: “Non esistono, ad oggi, evidenze solide e incontrovertibili (ovvero derivanti da studi clinici controllati) di efficacia di supplementi vitaminici e integratori alimentari (ad esempio vitamine, inclusa vitamina D, lattoferrina, quercitina), il cui utilizzo per questa indicazione non è, quindi, raccomandato”.

                      Fatto sta che integratori e multivitaminici sono sempre più richiesti. Come sottolinea anche un recente rapporto dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) sull’utilizzo dei farmaci durante l’epidemia, le vendite di vitamina C e di altri integratori sono aumentate a marzo e anche in questo periodo.

                      La vitamina C è tra le più richieste dagli italiani, complice anche la diffusione di informazioni fuorvianti riguardo la sua mai comprovata utilità nel prevenire il Covid-19. Non è però l’unica: cresce anche la domanda di vitamina D, anche a causa dell’interpretazione fuorviante di alcuni studi che sottolineavano l’importanza di questa vitamina nel prevenire forme di infezioni e nell’ottimizzare le terapia.

                      Si tratta però di studi scientifici pensati per un pubblico medico: “La vitamina D – avverte in un intervista a il Giorno Riccardo Caccialanza, direttore dell’Unità operativa complessa di nutrizione clinica del San Matteo – non è la panacea, non sostituisce il vaccino e non protegge dal contagio sostituendo i dispositivi e le misure che vengono consigliate da mesi e che non devono essere disattese”.

                      Un caso simile è quello della lattoferrina, una glicoproteina contenuta nella saliva, nel latte materno, nelle lacrime e nei granulociti neutrofili e nelle cellule immunitarie e che vanta proprietà antimicrobiche. Anche se quindi è una proteina già naturalmente presente nell’organismo umano, il consumo di integratori a base di lattoferrina sta crescendo notevolmente anche a causa di notizie, spesso parziali ed estrapolate dal contesto, che la indicano efficace per contrastare il virus.

                      Curioso notare come invece stia calando la domanda di prodotti contro l’influenza, il raffreddore e la tosse, trend da attribuire probabilmente anche alle misure di contenimento del virus con l’uso di mascherine, distanziamento e frequente pulizia delle mani.

                      A confermare l’aumento esponenziale della richiesta di integratori non sono solo i farmacisti, ma anche le vendite online: secondo un’analisi di IQVIA condivisa da FederSalus, gli integratori alimentari acquistati nel canale delle farmacie e parafarmacie online (nel periodo luglio 2019 – giugno 2020) hanno registrato un incremento di fatturato del +34,13%, rappresentando la prima categoria di prodotti venduti.

                      A dimostrare il trend anche la recente apertura di Amazon alla vendita online di prodotti farmaceutici senza obbligo di ricetta e il successo della start-up toscana Vitamina: la prima piattaforma italiana di personalizzazione e delivery di integratori alimentari prodotti in Italia in un laboratorio fiorentino e riconosciuti dal ministero. A tre anni dal debutto, Vitamina vede un fatturato record del 108% con clienti in raddoppio. In pieno lockdown, Vitamina ha registrato un +62% di vendite di vitamina C con oltre 1.000 confezioni acquistate. “Il nostro cliente tipo – si legge in un’intervista  – è per il 75% donna residente per lo più a Milano, seguita da Roma, Torino, Firenze e Bologna”.

                      C’è però da sottolineare come l’espressione “rafforzamento delle difese immunitarie” è più che altro ad oggi uno slogan commerciale. “Dal punto di vista clinico esistono sì dei prodotti con una funzione immunodepressiva che vengono usati per impedire per esempio il rigetto, ma non è scientificamente provato che ci siano sostanze in grado di stimolare la risposta immunitaria potenziandola” afferma a la Stampa il professor Roberto Cauda, docente di malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’unità operativa di malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, che sottolinea anche come non esistono evidenze scientifiche che vitamine e integratori come la lattoferrina abbiano effetti migliorativi nel trattamento del Covid né che abbiamo un’utilità in termini di prevenzione.

                      Rimane quindi la raccomandazione che la prevenzione parte dalla tavola, non solo per il Covid-19, ma anche per molte altre malattie: se si segue una dieta varia ed equilibrata, ricca di frutta e verdura, e se non si è portatori di particolari patologie, le vitamine presenti negli alimenti sono più che sufficienti per assicurare al nostro organismo tutto ciò di cui ha bisogno. Anche assumendo più vitamine del necessario, queste poi non vengono utilizzate dal nostro organismo, quindi di fatto sarebbe inutile assumerne. Se si è invece portatori di alcune patologie o si hanno deficit specifici, l’unica cosa da fare è parlarne con il proprio medico, che potrà indicare la corretta terapia o le vitamine da prendere, nel giusto dosaggio.

                      Copyright: Fruitbook Magazine