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                      Walmart e Google contro Amazon: l’estate bollente della Gdo in Usa

                      walmart crisi
                      L’avanzata di Amazon sembra inarrestabile ma i competitor faranno l’impossibile per rendere la vita difficile a Jeff Bezos e al suo impero in rapida ascesa. È di questi giorni la notizia di alcune alleanze d’eccezione messe in atto dal gigante Walmart per creare un fronte ostile ad Amazon. Walmart ha infatti firmato una collaborazione con Google per la gestione degli ordini in via vocale con Google Assistant, potenziando l’eCommerce grazie alla piattaforma Google Express. Ma non basta: Walmart sperimenta anche le consegne a domicilio con il rivoluzionario Uber, proprio mentre Amazon annuncia il servizio Instant Pickup con ritiro della spesa a soli due minuti dall’ordine. Intanto lunedì 28 agosto verrà completata l’acquisizione di Whole Foods da parte di Amazon dopo l’approvazione incassata dagli azionisti e dalla Federal Trade Commission

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Nel momento storico che vede l’avanzata apparentemente inesorabile di Amazon sul mercato della grande distribuzione in Usa dopo l’acquisizione miliardaria di Whole Foods, c’è chi pensa alla controffensiva. Walmart, per esempio: il player della Gdo statunitense che detiene circa un quinto dei supermercati in Usa (poco meno di 5.000 punti vendita) e che ora vuole rapidamente correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

                       

                      I fronti sui quali Walmart ha deciso di combattere la sua battaglia contro Amazon sono al momento due, e fanno parte entrambi di uno scenario in rapida evoluzione. Il primo riguarda l’alleanza di Walmart con Google: la partnership sull’eCommerce – resa nota in questi giorni dal presidente dell’area online di Walmart, Marc Lore – andrà a integrare la tecnologia di Google con l’assortimento sterminato di referenze di Walmart. “A partire dalla fine di settembre – annuncia Lore sul blog ufficiale dell’azienda- lavoreremo con Google per offrire centinaia di migliaia di articoli per lo shopping vocale tramite Google Assistant”.

                       

                      L’utilizzo del software vocale di Google, che permetterà di rispondere in diretta alle richieste dei consumatori anche dalle casse Google Home (che rispondono alle omologhe Amazon Echo) sarà quindi la punta di diamante della controffensiva di Walmart contro Amazon. Non l’unica, però: Walmart beneficerà anche dell’utilizzo della piattaforma di eCommerce Google Express, sulla quale i clienti potranno acquistare online gli articoli di Walmart assicurandosi un servizio personalizzato in grado di apprendere le loro abitudini di consumo.

                       

                      La homepage della piattaforma Google Express

                      Ma veniamo invece al secondo punto della strategia, quello che riguarda la logistica, aspetto fondamentale se si ha a che fare con Amazon, che di logistica vive e prospera da anni. Come riportato da Tech Crunch, Walmart sta infatti portando avanti dei test sul servizio di consegna a domicilio tramite la rivoluzionaria Uber. Da oggi è infatti possibile acquistare online da Walmart e ricevere la spesa a casa (tramite servizio Uber) in quattro città test: Dallas, Orlando, Tampa e Phoenix con una spesa minima di 30 dollari e un costo per consegna di 9,95 dollari. Si tratta di una novità non di poco conto: pur sperimentando da tempo nel campo delle consegne a domicilio, fino ad ora Walmart si era sempre affidata al proprio servizio di trasporto interno. In più, la collaborazione con Uber viene resa nota (non a caso) a pochi giorni dall’annuncio del servizio di consegne di Aldi Usa con Instacart in tre città (leggi qui).

                       

                      La consegna a domicilio non è però l’unico terreno di scontro diretto con Amazon. È sul grocery pickup – ovvero la possibilità di ritirare in un punto vendita fisico la spesa acquistata online – che si gioca forse la partita più importante. Se infatti Walmart utilizza da tempo e con successo il grocery pickup in più di 900 punti vendita (solo due anni fa erano 100), Amazon ha deciso di competere sullo stesso piano testando il servizio Instant Pickup con il quale è ora possibile ordinare la spesa dalla app su mobile e ritirarla in un centro di consegna dopo soli 2 minuti (leggi qui).

                       

                      Un punto di ritiro Amazon Instant Pickup

                      Come nota Tech Crunch, è indubbio che il grocery pickup sia più vantaggioso per Walmart, che per questo servizio può quindi avvalersi degli addetti presenti nei punti vendita e della disponibilità di strutture collaudate da tempo – con parcheggi adeguati e congelatori ad hoc – per consegnare in modo efficiente la spesa ordinata online da un gran numero di clienti.

                       

                      A questo punto, dopo che gli azionisti di Whole Foods e la Federal Trade Commission (FTC) hanno datto l’approvazione definitiva all’acquisizione da 13,7 miliardi di dollari che verrà completata lunedì 28 agosto, resta da vedere in che modo Amazon sfrutterà i punti vendita Whole Foods – ha già annunicato intanto un ribasso dei prezzi di prodotti immagine come l’avocado e il kale – e se in futuro il grocery pickup verrà esteso in modo completo ai punti vendita della catena. Al momento, infatti, il servizio Instant Pickup viene effettuato in semplici punti di ritiro (o lockers) presenti nei cinque campus statunitensi di Los Angeles, Atlanta, Columbus, Berkeley e College Park, fino ad oggi utilizzati unicamente per il normale servizio Amazon Prime.

                       

                      L’estate sta finendo, ma dopo una bollente stagione di notevoli cambiamenti nella Gdo a stelle e strisce, l’autunno di Jeff Bezos e dei suoi competitor potrebbe rivelarsi ancora più caldo.

                       

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