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                      Zero lancia Future Farming District: vertical farm sostenibile che punta all’MDD

                      Zero, società ad alto impatto tecnologico con sede a Pordenone, annuncia la nascita di Future Farming District con l’avvio della costruzione a Capriolo, Brescia, di uno dei più significativi progetti di vertical farming al mondo. Si tratta di una formula originale che combina – in un ecosistema integrato – rigenerazione industriale, costruzioni prefabbricate a basso impatto e produzione di energia pulita per rendere accessibili a sempre più consumatori insalate di vario genere, microgreens e erbe aromatiche coltivate in aeroponica. Un sistema scalabile, replicabile e modulare che porterà in Gdo prodotti a un prezzo equiparabile al biologico, in veste MDD per circa l’80% della produzione

                      Dalla Redazione

                      zero

                      insalate coltivate da Zero in aeroponica, senza l’utilizzo di terre o substrati

                      Zero, società ad alto impatto tecnologico attiva nel campo del vertical farming, annuncia l’avvio della realizzazione di Future Farming District, uno dei più grandi siti di vertical farming al mondo, che nasce dalla rigenerazione di un complesso di archeologia industriale situato a Capriolo, in provincia di Brescia. Il progetto prevede un investimento complessivo iniziale di oltre 60 milioni di euro per la prima fase e di ulteriori 40 milioni per la seconda fase, il cui completamento è previsto entro il 2025. Future Farming District punta alla costruzione di un ecosistema circolare integrato, unico nel suo genere, scalabile e replicabile in altri contesti, che abbina la produzione locale di energia pulita da fonti rinnovabili a impianti di coltivazione in vertical farm di taglia e configurazione flessibile.

                      Il Future Farming District di Capriolo nasce dalla collaborazione industriale tra Zero e Iseo Idro, espressione di una società di investimento specializzata nell’acquisizione e nella gestione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili fondata da un gruppo di imprenditori altoatesini. Nella compagine anche l’imprenditore trevigiano Gianantonio Tramet con la sua società di intermediazione specializzata in servizi alla grande distribuzione organizzata. Il progetto di Capriolo è la prima istanza del format Future Farming District che il gruppo di lavoro prevede di replicare in altre località italiane.

                      Parco dell’Oglio

                      L’area scelta per ospitare il primo Future Farming District è quella del Parco dell’Oglio, a pochi minuti dall’uscita dell’autostrada A4 di Palazzolo, una posizione strategica che consente di raggiungere tutto il nord Italia, la Svizzera, il sud della Germania e l’Austria con una logistica di corto raggio. Qui un tempo sorgeva il principale sito produttivo del gruppo tessile NK. Con un corpo architettonico principale edificato all’inizio del 1900 e successivi ampliamenti effettuati negli anni ‘50 e ‘70, il compendio occupa una superficie di oltre 200.000 mq, con aree coperte complessive di circa 25.000 mq, e si affaccia direttamente sul fiume.

                      Gli impianti di coltivazione in vertical farm, che sfruttano la tecnologia proprietaria di ZERO per coltivare eliminando completamente la terra, verranno allestiti sia all’interno dell’immobile storico sia in un’area limitrofa al sito industriale e saranno alimentati direttamente da energia pulita proveniente da un sistema di centrali idroelettriche situate sul fiume Oglio, la maggiore delle quali all’interno del complesso industriale. Le vertical farms consentono un sostanziale risparmio di acqua – oltre il 95% rispetto all’agricoltura intensiva – e una produzione per unità di superficie centinaia di volte superiore alla coltivazione tradizionale in campo. Il loro limite è però l’elevato fabbisogno energetico, che le rende di fatto un’attività energivora con un impatto ambientale in termini di carbon footprint. L’unico modo per ridurre questo impatto è alimentarle direttamente con energia pulita prodotta nel sito dove sono installate. Questo modello di autoconsumo è alla base del format Future Farming District e della sua missione: rendere i prodotti dell’agricoltura verticale e le loro qualità finalmente accessibili a una platea più ampia di consumatori.

                      Zero

                      Daniele Modesto, ceo di Zero

                      “Realizzare in Italia il primo Future Farming District è una sfida – afferma Daniele Modesto, ceo di Zero -: l’Italia è il Paese della tradizione agricola e gastronomica. La nostra agricoltura tecnologica, senza terra, con la luce artificiale al posto del sole, può sembrare eretica. Abbiamo lavorato per anni sottotraccia per costruire strumenti nuovi che ci permettono oggi di pianificare un progetto ambizioso e di eseguirlo velocemente, in maniera sostenibile per l’ambiente e per gli investitori. Abbiamo trovato in questa splendida cornice naturale il luogo ideale e i partner industriali perfetti per mettere le basi di un progetto che rappresenta il nostro manifesto e un modello di Made in Italy da esportare nel mondo”.

                      “Il sito produttivo di Capriolo verrà dedicato a una piccola produzione a marchio e ad una più ampia strategia di partnership con la grande distribuzione finalizzata ad avviare programmi di private label. Riteniamo  – prosegue Daniele Modesto – che la strategia migliore per far conoscere i prodotti dell’agricoltura verticale e renderli più accessibili, di fatto democratizzando l’accesso a prodotti buoni per il consumatore e per l’ambiente, sia affidare buona parte della nostra capacità produttiva ai principali retailer nazionali: solo loro possono avere la capacità e gli strumenti per spiegare al pubblico i vantaggi offerti dall’agricoltura verticale, allargando la platea di riferimento. Questa sinergia con la grande distribuzione ci permetterà di concentrare i nostri sforzi sulla gestione ottimale degli impianti e sul miglioramento delle loro performance, in un circolo virtuoso che crea valore per il progetto, per il territorio, per la distribuzione e per il consumatore finale”.

                      “La nostra filosofia di investimento vede nei sistemi di produzione di energie rinnovabili qualcosa di più di un investimento finanziario. Vediamo il motore di progetti industriali sostenibili. Le vertical farm di Zero sono il complemento ideale dei nostri impianti: i prodotti coltivati nel Future Farming District di Capriolo sono come batterie naturali che immagazzinano la forza dell’acqua che scorre nel fiume” fa sapere Elias Pezzedi, ceo di Iseo Idro.

                      L’avvio della produzione è previsto entro la primavera del 2022, con un progressivo incremento della capacità produttiva che, a completamento della fase uno, raggiungerà circa 1.300 tonnellate annue su una superficie di coltivazione in vertical farm di 31.000 mq: uno dei maggiori siti di vertical farming al mondo, pronto per il raddoppio con fase 2. Grazie alla modularità e alla rapidità di installazione della tecnologia Zero, la capacità produttiva verrà installata progressivamente e rapidamente, sulla base del livello della domanda registrata sul mercato. Il sito sarà dedicato alla coltivazione di una gamma di insalate monovarietà e mix, una selezione di erbe aromatiche e microgreens. A questa selezione di prodotti in una fase successiva si aggiungeranno fragole di alta qualità prodotte tutto l’anno.

                      Le ricadute economico-sociali dell’operazione per il territorio sono molteplici: dal recupero progressivo di un sito industriale con un progetto che interpreta al meglio la transizione ecologica alla creazione di decine di posti di lavoro per personale ad alta specializzazione. “Mi sento di esprimere, a nome di tutta l’amministrazione comunale, rispetto ed ammirazione per aziende, come Zero e Iseo Idro, che, in questo particolare periodo storico, investono cifre così importanti, in un’attività nuova e soprattutto rigenerando e recuperando immobili dismessi. Si tratta di uno nuovo modo di fare impresa, che sicuramente darà benefici e sarà al tempo stesso un’opportunità per il territorio e la comunità capriolese” Luigi Vezzoli, sindaco del Comune di Capriolo.

                      “ll Parco Oglio Nord – spiega Luigi Ferrari, presidente del Parco Oglio Nord – è da anni particolarmente attento e sensibile alla promozione dei prodotti tipici e dell’agricoltura sostenibile. Stimiamo vantaggioso per l’intera comunità l’utilizzo di edifici e aree altrimenti improduttivi, nonché il rilevante investimento e l’intervento ecologico delle società Zero e Iseo Idro. L’utilizzo di energia pulita è infatti un ulteriore elemento che ci trova ben disposti. Del resto siamo certi che in futuro la coltivazione aeroponica possa rappresentare un utile strumento per soddisfare la necessità di insalate pronte all’uso, erbe aromatiche e germogli per la ristorazione e per le famiglie moderne. Auguriamo alle due società un radioso futuro”.

                      A collaborare con Zero anche l’Università Ca’ Foscari per creare le competenze necessarie allo sviluppo di questo format. “La collaborazione, da un lato, servirà per la creazione di competenze tecniche, ricerca e sviluppo in ambito scientifico per il trasferimento tecnologico – come spiega il professore della Ca’ Foscari Carlo Bagnoli – dall’altro avrà ricadute anche in una serie di attività legate alla comunicazione, allo sviluppo del packaging e dello storytelling. Quale città è più adatta di Venezia, che non ha terra coltivata, per parlare di un agricoltura senza utilizzo di suolo?”.

                      Zero è una società tecnologica ad alto impatto nata a Pordenone nel 2018 e attiva nel campo del vertical farming, in Italia e all’estero. Dopo una prima fase di ricerca e sviluppo che ha coinvolto un team multidisciplinare tutto italiano, all’inizio del 2021 l’azienda ha fatto il suo ingresso nel mercato nazionale e internazionale dell’agritech con Zero Modular Architecture, una tecnologia hardware-software proprietaria per realizzare in serie, su scala industriale, impianti di produzione in vertical farm. Di fatto una piattaforma tecnologica trasversale che prevede la combinazione di componenti standardizzati, tutti prodotti autonomamente da Zero, che si assemblano rapidamente in spazi industriali dismessi rigenerati in farm alimentate da energia pulita. Leggi qui per approfondire.

                      L’obiettivo strategico di Zero è risolvere le debolezze intrinseche del vertical farming e rendere i vantaggi di qualità e di sostenibilità ambientale finalmente accessibili a tutti. Con Zero Modular Architecture si ottengono la più alta produttività per metro quadrato coltivato, la più alta qualità di prodotto, il più basso costo di coltivazione per kg prodotto e una scalabilità sostanzialmente infinita grazie a una logica di installazione rapidissima che permette di essere pronti alla coltivazione in poche settimane. Tanto che anche anche Barilla, tramite il suo venture arm Blu1877, ha avviato una partnership con Zero Farms, per un progetto dedicato alla filiera produttiva di alcune delle materie prime vegetali utilizzate per la produzione dei sughi pronti Barilla, come il basilico (ne abbiamo parlato qui). 

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