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                      Covid-19, italiani poco fedeli? Il 38% ha cambiato il supermercato abituale

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                      Coronavirus: attenzione ai massimi livelli in Italia

                      La società di consulenza Oliver Wyman ha analizzato il cambiamento nelle abitudini di spesa dei consumatori in nove Paesi colpiti dal Covid-19, tra cui l’Italia. Dallo studio è emerso, per esempio, che il 47% delle famiglie italiane stanno affrontando le spese mensili con un calo del proprio reddito, seconde soltanto alle famiglie spagnole con il 58%. Ciò nonostante cresce l’acquisto di generi alimentari, anche se con dinamiche diverse dal passato. Il 38% del campione italiano, inoltre, dichiara di aver cambiato supermercato a causa dell’emergenza e di questo il 13% dichiara di averlo fatto in maniera definitiva

                      Dalla Redazione

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                      Meno frequente e più digitale, ma anche meno fedele al solito supermercato: è la spesa ai tempi del Covid-19, che in pochissimo tempo ha cambiato radicalmente tempi e modalità con cui le persone si riforniscono di alimenti e prodotti per la casa. A rilevarlo è un sondaggio della società di consulenza Oliver Wyman svolto su nove Paesi colpiti dalla pandemia tra cui Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Germania, Regno Unito e USA.

                      Le misure imposte dai vari governi per contenere l’emergenza causata dal Covid-19 hanno costretto le famiglie a cambiare le proprie abitudini: la maggioranza degli intervistati ha ridotto la frequenza con cui fa la spesa, dato confermato anche dal campione italiano (56%). Allo stesso tempo, com’era prevedibile, le limitazioni al movimento dei cittadini hanno dato una forte spinta alla spesa online: in Italia il numero di persone che ordinano su internet è più che raddoppiato, tanto che la percentuale italiana di consumatori di e-food – regolari o per lo meno saltuari – è oggi la più elevata in Europa (39%).

                      Questo probabilmente anche per evitare le difficoltà riscontrate da chi continua ad andare nel punto vendita fisico, come le lunghe code d’attesa e l’assenza dei prodotti cercati, segnalate rispettivamente dal 44% e dal 49% del campione italiano. Ma i problemi non mancano anche per chi acquista online, con ben il 50% dei partecipanti che lamenta la scarsità di finestre per la consegna.

                      Nonostante ciò, e sebbene il 47% delle famiglie italiane dichiarino che stanno vivendo con il proprio reddito più basso (seconda percentuale più alta dopo il 58% della Spagna), la spesa per gli alimenti è in crescita, anche se indirizzata maggiormente verso prodotti di primo prezzo e pacchi famiglia, con una ricerca dei formati più economici. Ben il 38% degli italiani, inoltre, con le restrizioni dettate dal Covid-19 ha cambiato supermercato, con il 13% che dichiara di averlo fatto in maniera definitiva. Infatti con le restrizioni alla mobilità, ora gli italiani prediligono i negozi di prossimità, Libero Servizio e Discount, con un calo degli Ipermercati (leggi qui).

                      Cambiamenti così marcati nelle preferenze a livello di prodotto, di punto vendita e addirittura di canale pongono una sfida inaudita per gli operatori del settore – commenta Nordal Cavadini, partner retail & consumer goods di Oliver Wyman -. Molto spesso il problema non è l’offerta, quanto piuttosto la domanda che rimane di settimana in settimana difficile da anticipare”.

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