Dalla Redazione
“Tu vuò fà l’americano“, cantava Renato Carosone negli anni ’50 del secolo scorso. E sul Nord America si concentrano gli sforzi del management di Eataly, in particolare di Andrea Cipolloni, che ne è l’amministrazione delegato da settembre 2022, cioè da quando la maggioranza della società, fondata nel 2004 da Oscar Farinetti, è passata alla Investindustrial presieduta da Andrea Bonomi. “Stati Uniti e Canada sono il nostro faro”, ha dichiarato in un’intervista pubblicata su Corriere della Sera il 25 settembre. “In quest’area abbiamo dato un’importante accelerazione allo sviluppo di Eataly e contiamo di aprire una ventina si nuovi punti vendita nei prossimi 4-5 anni. Apriremo il secondo store a Toronto a novembre e il terzo a Manhattan”, ha spiegato il manager che passa 10 giorni al mese negli Usa.
L’obiettivo è di raddoppiare in tempi ragionevoli il fatturato americano, che già oggi vale circa 470 milioni di euro sui circa 675 milioni di ricavi totali stimati da Eataly per il 2023, in aumento del 12% rispetto ai 602 milioni del 2022. E dopo il rosso di 28,7 milioni registrato l’anno scorso, Cipolloni conta di chiudere il 2023 “non in perdita”, ma dipende da come andranno le vendite a Natale. Ricorrenza dove saranno protagonisti panettoni e pandori, la prima categoria che vedrà una novità, cioè la private label Eataly, da cui dovrebbe passare lo sviluppo in Italia. Altre categorie che saranno interessate dal marchio Eataly sono la pasta, il caffè e cioccolato. Prodotti che potranno essere collocati anche fuori dalla rete Eataly: “Stiamo considerando location di nicchia come Harrods a Londra“, ha anticipato Cipolloni.
A parte la novità della private label cosa succederà in Italia? Ricordiamo che nel 2021 erano stati chiusi i negozi di Bari e Forlì e di questi giorni è la notizia della chiusura di Fico Eataly World. In Italia si contano 12 negozi, da Firenze in su. Si procederà a un restyling dei punti vendita, ma stop alle aperture di nuovi megastore. “Continueremo a valutare le opportunità che si presenteranno”. Sembra prendere forza l’idea di collocare negozi di medio-piccole superfici dentro aeroporti e stazioni ferroviarie, anche in franchising. “Dopo Roma Fiumicino, aprirà entro fine anno anche Roma Termini, con uno spazio di 700 mq”, rivela Cipolloni. Idem in Europa, dove Eataly è presente a Londra, Parigi, Monaco, Stoccolma e prepara il debutto a Bruxelles e Dresda. All’orizzonte, poi, c’è la sfida cinese, di cui si sta occupando il presidente Nicola Farinetti, figlio di Oscar.
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