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                      Agricola Moderna: “Stiamo lavorando per un ettaro di impianto”

                      AGRICOLA MODERNA, Melzo. foto di Marco Gartofalo

                      L’ambizione di Agricola Moderna sarebbe di partire con i lavori già a fine 2021 e l’idea è di costruire un nuovo impianto di vertical farm. Agricola Moderna punta ad avere circa un ettaro di superficie coltivata. Fondata nel 2018 da Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, il nuovo impianto di Agricola Moderna sorgerà a Melzo e occuperà un ettaro produttivo su più piani di colture. All’interno vedrà una produzione di ortaggi a foglia da 10 mila kg a settimana in un ambiente completamente automatizzato, dalla semina alla raccolta. Attualmente le loro insalate sono disponibili da Carrefour e su Cortilia, in futuro, però, non si amplierà solo la sede, ma anche le tipologie di colture. È infatti in fase di sperimentazione la possibilità di produrre piccoli frutti, fragole in particolare, e pomodori. Ecco l’intervista a Pierluigi Giuliani, co-fondatore di Agricola Moderna

                      Di Barbara Righini

                      Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, fondatori di Agricola Moderna (copyright: Marco Garofalo)

                      Agricola Moderna è pronta a fare il salto: da piccolo impianto in vertical farm di Melzo, in provincia di Milano, a uno che moltiplicherà i metri quadrati, un impianto più di 10 volte più grande. La prima pietra, secondo quanto raccontato a Frutbook Magazine direttamente dai fondatori dell’azienda, dovrebbe essere posata entro fine 2021 per diventare operativi entro i successivi 12, 16 mesi. Si tratterà di una vertical farm da un ettaro produttivo che sorgerà sempre a Melzo. Mentre si aspetta il debutto di uno degli impianti più grandi d’Europa, atteso ormai a settimane a Cavenago, sempre in provincia di Milano, quello di Planet Farm (leggi qui), Agricola Moderna è pronta a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ma andiamo con ordine: Agricola Moderna è una delle poche realtà italiane che producono in vertical farm. Le loro insalate, al momento, si possono trovare al Carrefour e online, sul sito di Cortilia. A fondarla, nel 2018, due giovani imprenditori Pierluigi Giuliani e Benjamin Franchetti, entrambi trentatreenni (ne abbiamo parlato qui).

                      Dall’incontro di due esperienze diverse, una commerciale, l’altra ingegneristica, è nata l’idea di investire in una vertical farm. Prima c’è stato un laboratorio in centro a Milano e poi, dal 2020, è partita la produzione, dentro un capannone di Melzo: 800 metri quadrati circa di coltivato, su otto ripiani, che, con l’arrivo del nuovo impianto si moltiplicheranno: “Il nostro metodo di produzione è idroponico, flusso e riflusso, ovvero la soluzione nutritiva non è presente in continuo. Produciamo – ha raccontato uno dei fondatori, Pierluigi Giuliani a Fruitbook Magazine – ortaggi a foglia: lattughini, senape riccia, spinacino giapponese, brassiche. In questi anni di ricerca e sviluppo abbiamo provato decine e decine di varietà, il lavoro è un work in progress, ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo. Oggi la produzione è di 500 kg a settimana, nel nuovo impianto da 10.000 metri quadrati produrremo più di 10 mila kg a settimana e l’impianto che stiamo progettando sarà totalmente automatizzato, non si toccherà mai il prodotto, dal seme al confezionato. Il taglio richiederà pochi minuti proprio per via di una filiera totalmente automatizzata. Anche per quanto riguarda il nuovo impianto pensiamo di andare avanti a produrre ortaggi a foglia ma il nostro team di ricercatori ha già sperimentato la possibilità di produrre piccoli frutti, fragole in particolare e pomodori. In futuro, probabilmente, arriveremo a produrre anche quelli, certo farlo richiede di cambiare completamente l’architettura dell’impianto e anche il metodo di raccolta è diverso”.

                      Agricola Moderna, Melzo (copyright: Marco Garofalo)

                      La vertical farm di Melzo si trova nella zona industriale, è anche relativamente difficile da individuare: guardandola da fuori potrebbe essere una carpenteria, una seteria, una vetreria. È un capannone come tanti altri e potrebbe quindi essere anche in centro città: “No – ci stoppa subito Pierluigi Giuliani –. Quest’idea di andare in centro città per produrre ortaggi e consegnarli ai supermercati è fuorviante. Un conto è fare piccoli moduli per l’autoconsumo o moduli all’interno dei supermercati, ma per servire i mercati bisogna considerare che occorre consegnare ai centri logistici che sono fuori città e poi i centri smistano ai punti vendita. In centro, inoltre, il costo a metro quadro è molto più alto. Uno dei valori aggiunti qui è che tutto succede in pochissimi metri di filiera. Nell’impianto attuale, fra la semina e il confezionamento non ci sono più di 20 metri di distanza e il prodotto non esce mai dalla vertical farm. Poi consegniamo a 50, 100 km al massimo. Non ci sono passaggi intermedi fra la produzione e la consegna ed evitiamo quindi anche sbalzi termici. Questa è una filiera integrata a km zero”.

                      Agricola Moderna, Melzo (copyright: Marco Garofalo)

                      Coltivare in vertical farm, metodologia già sperimentata nei Paesi nord europei, sta prendendo piede anche in Italia, anche se lentamente. I vantaggi sono notevoli, oltre alla possibilità di chiudere tutto il ciclo all’interno dello stesso impianto, fra i principali c’è la moltiplicazione della produttività: a seconda della pianta e della varietà un metro quadrato coltivato da Agricola Moderna produce dalle 100 alle 200 volte di più rispetto al pieno campo.

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