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                      Alluvione in Romagna, -20% di frutta sui banchi e forte impatto sui prezzi

                      Secondo una prima stima di Italmercati, a seguito dell’alluvione che ha devastato oltre 5 mila aziende agricole della fruit valley emiliano romagnola sui banchi a livello nazionale mancherà il 15-20% di prodotto, con un conseguente forte impatto sui prezzi. Pallottini: “Ci aspettiamo un vero terremoto nel nostro settore”. E intanto c’è timore anche per la possibile scomparsa di alcuni tesori della biodiversità come le pesche e nettarine Igp, le fragole di Romagna e la ciliegia di Cesena

                      Dalla Redazione

                      alluvione Coldiretti

                      I prodotti romagnoli a rischio a seguito dell’alluvione (foto: Coldiretti)

                      Atteso un forte impatto sui prezzi della frutta dopo l’alluvione che ha colpito oltre 5 mila aziende agricole in Emilia Romagna, andando a mettere in ginocchio un’intera food valley che da sola ha una produzione lorda vendibile di circa 1,5 miliardi di euro (leggi qui). Solo in Romagna si produce più del 20% delle albicocche italiane e oltre il 10% di pesche e nettarine.

                      Nella Giornata della Biodiversità (22 maggio) Coldiretti dà l’allarme, come riporta Agenparl: i prodotti della biodiversità sono messi a rischio dall’alluvione. È il caso appunto delle pesche e nettarine di Romagna Igp, “le cui origini risalgono al XIX secolo”, ma anche delle albicocche Reale e Val Santerno di Imola, “due varietà autoctone di grande qualità che già dal 1900 rappresentano una delle principali fonti di reddito per le aziende agricole del territorio e ha senz’altro contribuito ad arginare l’esodo rurale”. Minacciata anche la ciliegia di Cesena, “una varietà anch’essa dalle origini antiche e molto amata per il gusto e la consistenza della polpa”, così come la fragola di Romagna, “i cui campi sono da decenni parte integrante del paesaggio rurale dell’entroterra ed ora sono finiti sott’acqua”.

                      E di fronte al tragico bilancio dell’alluvione, che secondo le prime stime di Coldiretti costa al comparto ortofrutticolo ben 15 milioni di piante da estirpare, ora c’è preoccupazione che per la scarsità di prodotto che inevitabilmente si verificherà nelle prossime settimane, con conseguenti aumenti di listino. Secondo una prima stima di Italmercati, sui banchi a livello nazionale mancherà il 15-20% di frutta. La rete nazionale dei mercati all’ingrosso esprime “forte preoccupazione per le conseguenze che l’alluvione dell’Emilia Romagna sta generando nella vita degli operatori locali e che nelle prossime settimane si estenderanno all’interno settore agroalimentare nazionale e a quello della distribuzione”.

                      “Non è ancora possibile stimare il danno reale causato dalle forti precipitazioni – dichiara in una nota del 19 maggio Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati -. Sull’intera filiera e a livello nazionale ci aspettiamo nelle prossime settimane un vero terremoto nel nostro settore, con un incremento di prezzi e una diminuzione della disponibilità dei prodotti”.

                      “Mi sento di dire che l’aumento dei prezzi di frutta e verdura di questi giorni non è legato alla calamità naturale dell’Emilia Romagna – continua Pallottini – in quanto in questo momento la domanda nazionale di frutta e verdura proviene da altre aree. L’alluvione ha distrutto i prodotti di stagione come pere, mele, susine, kiwi e vigne, in piena fase di maturazione, per cui vi sarà una generale diminuzione della qualità e della quantità di frutta e verdura solo a partire dalle prossime settimane con un incremento dei costi”.

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