di Anna Parello, consulente marketing e comunicazione per l’ortofrutta
Il 2021 è l’Anno internazionale della frutta e della verdura (AIFV) e al momento nel nostro Paese, uno dei leader mondiali del settore, tutto sembra tacere. La sveglia agli operatori della produzione ortofrutticola è stata data da Claudio Mazzini di Coop Italia durante il Forum CDO Agroalimentare che si è svolto a Rimini il 29 gennaio 2021. Il rischio paventato da Mazzini è di perdere una grande opportunità, dal momento che ad oggi pare non sia stato presentato lato produzione alcun progetto o proposta di valorizzazione e di stimolo dei consumi.
Sentiremo le reazioni a tale sollecitazione da parte delle rappresentanze del mondo produttivo, ma intanto mi sorge una domanda: gli altri attori della filiera cosa stanno facendo? Sì, perché l’Anno internazionale della frutta e della verdura 2021 rappresenta un’opportunità unica per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della frutta e della verdura per tutti, compreso il mondo della distribuzione, tradizionale e moderna, che con la potenza mediatica dei punti vendita tanto potrebbe fare per valorizzare i prodotti e far arrivare una informazione corretta ai consumatori.
Al via ufficiale dell’Anno internazionale della frutta e della verdura 2021 da parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura è stato lanciato un appello per migliorare la produzione alimentare, rendendola più sana e sostenibile attraverso l’innovazione e la tecnologia, nonché per ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Gli obiettivi dell’AIFV 2021 sono chiaramente elencati nel sito fao.org/fruits-vegetables-2021:
Ritengo che il punto sulla riduzione delle perdite e degli sprechi nell’ortofrutta sia estremamente importante anche per la grande distribuzione e lavorarci a livello di punti vendita potrebbe rappresentare l’occasione per contenere i relativi costi e al contempo per educare i clienti a non rovinare la merce durante l’atto di acquisto e a limitare gli sprechi domestici attraverso la giusta conservazione, innescando un circuito virtuoso con ricadute positive sulla fidelizzazione all’insegna.
Al momento in linea col primo obiettivo sopra indicato sono le campagne promozionali collettive di Ortofrutta Italia, che da anni sottolineano proprio l’aspetto salutare derivante dal consumo delle principali referenze (kiwi, arance, ecc.), oltre che il gusto e il piacere del consumo e l’italianità. Una più ampia e partecipata adesione a tali campagne sarebbe già un passo avanti nella valorizzazione corale di frutta e verdura, così come una maggiore collaborazione del Mipaaf (qui si apre un’altra nota dolente), che potrebbe fare da cassa di risonanza alla suddetta comunicazione, di cui peraltro è patrocinatore.
Una delle poche iniziative che ha raccolto l’appello dell’ONU per AIFV è stata fatta dall’Associazione Nazionale Le Donne dell’Ortofrutta, che con #lortofruttachevorrei ha organizzato un confronto di idee sui social su quello che serve al settore per crescere e che si accinge a lanciare una campagna di comunicazione per avvicinare i consumatori al mondo della produzione e dare valore ai prodotti con un nuovo alfabeto. L’immobilismo si combatte con l’esempio fattivo. La filiera è articolata. In attesa che si riesca a fare il gioco di squadra, aspettiamo che si faccia avanti un volontario coraggioso e intraprendente.
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