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                      Apofruit, il nuovo direttore Fornari: “Ecco le nostre cinque priorità”

                      Il nuovo direttore generale di Apofruit Ernesto Fornari traccia le basi strategiche per il futuro della cooperativa, con l’obiettivo di garantire il reddito dei suoi 3.700 soci. Sono cinque i punti cardine sui quali Apofruit si concentrerà: una struttura più snella; lo sviluppo del biologico di cui il gruppo è leader in Europa e che rappresenta un terzo del fatturato complessivo; la politica di marca che vede Solarelli crescere del 20% sul fatturato 2019 e lo sviluppo di varietà club; la valorizzazione delle partnership esterne; lo sviluppo di un’attenta politica green a partire dagli imballaggi

                      Dalla Redazione

                      Apofruit

                      Ernesto Fornari, nuovo direttore generale Apofruit Italia

                      Apofruit ha diramato un comunicato stampa l’8 ottobre in cui delinea il nuovo corso per le strategie di supporto alla produzione e al mercato adottate dalla grande cooperativa ortofrutticola con sede centrale a Cesena e stabilimenti di raccolta e lavorazione in diverse regioni italiane. La cooperativa ha recentemente registrato un cambio alla direzione generale (leggi qui) con l’avvicendamento tra Ilenio Bastoni (nemmeno nominato nel comunicato) ed Ernesto Fornari e rafforza l’impegno per garantire reddito ai suoi 3.700 soci che operano nelle zone d’Italia maggiormente vocate alla produzione ortofrutticola.

                      Stiamo analizzando la cooperativa in tutte le sue dinamiche – spiega il nuovo direttore generale Ernesto Fornari – partendo dalle potenzialità di conferimento dei soci alla dislocazione dei centri di ritiro e degli stabilimenti di lavorazione con le relative capacità frigorifere, per rendere l’azienda più snella, più efficiente e maggiormente vicina e sinergica con le aree di produzione dei nostri soci. È quanto ci impone oggi lo scenario commerciale e produttivo in cui opera anche la nostra cooperativa, un input che non possiamo ignorare per continuare ad essere fra i leader del mercato nazionale e internazionale”.

                      Oltre alla razionalizzazione della struttura (che conta oggi 15 stabilimenti di lavorazione, 16 strutture di ritiro e stoccaggio), gli assi portanti della strategia di Apofruit riguardano l’ulteriore sviluppo del biologico di cui il gruppo è leader in Europa, l’innovazione dei prodotti e le varietà club, la politica di marca, la valorizzazione delle partnership con altri gruppi, e, infine, l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente e alla salute dei consumatori attraverso un’attenta politica green che non trascuri anche il grande tema degli imballaggi riciclabili a basso impatto ambientale.

                      Apofruit

                      La sede Apofruit Italia

                      “La politica di marca di Apofruit – evidenzia Fornaripunta sul marchio Solarelli che, ad oggi, nonostante l’emergenza Covid-19 e la grave crisi produttiva, sta registrando un aumento del 20% sul fatturato 2019. Accanto a questo, un ruolo importante lo svolgono i prodotti a club come la mela Pink Lady, Candine, il kiwi giallo Zespri, l’uva senza semi, i prodotti ricchi di distintività come la fragola della Basilicata ed i progetti innovativi come il carciofo Violì (leggi qui)”.

                      Altamente strategico per tutto il Gruppo Apofruit continua ad essere il segmento delle produzioni biologiche, commercializzate attraverso la società Canova e i propri partner come Coop Sole, O.P. Terra di Bari, Gullino, Orto Agrumi e SAB Ortofrutta per la IV gamma. Ad oggi il settore biologico del Gruppo Apofruit ammonta a 40 mila tonnellate di prodotto, che rappresentano un terzo del fatturato del Gruppo (336 milioni di euro annui) e ha un rapporto diretto con oltre 800 produttori, ossia l’attuale rete dei conferitori del biologico.

                      Sarà rafforzata inoltre la politica green della cooperativa che parte dalle produzioni più rispettose dell’ambiente come le produzioni biodinamiche commercializzate con la certificazione ed il marchio Verdea per finire con gli imballaggi, riciclabili, riutilizzabili o compostabili con appropriati investimenti in macchinari che ne facilitino l’impiego. “Continueremo – sottolinea ancora Ernesto Fornari – a prestare grande attenzione alle partnership esterne, con aziende che con Apofruit condividano strategie e obiettivi, e che, attraverso nuove varietà, rappresentino il fronte di sviluppi futuri”.

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