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                      Calo di vendite per le banane plastic-free in Uk: Iceland Food fa retromarcia

                      Dopo un forte calo nelle vendite di banane, Iceland Food – catena inglese leader dei surgelati con oltre 900 punti vendita in tutto il Regno Unito e un’attività di esportazione globale – reintroduce le confezioni in plastica per questo frutto. L’operazione rientrava nel progetto più ampio di eliminare il packaging in plastica nella sua private label entro il 2023, confezionando i propri prodotti solo con carta e cartone e altri imballaggi eco-sostenibili

                      Dalla redazione

                      banane plastic free

                      Packaging plastic free per le banane Iceland Food. Credits: PA

                      Iceland Food, la catena britannica leader dei surgelati, reintroduce il packaging in plastica per le banane dopo che nel 2018 aveva lanciato l’ambiziosa sfida di eliminare gli imballaggi in plastica da tutti i prodotti a marchio proprio e sostituirli solamente con carta e cartone e altri imballaggi eco-sostenibili entro il 2023 (leggi qui). Il progetto, che aveva ricevuto il plauso di Greenpeace, era partito come test in tre negozi Iceland e aveva come soggetto le banane, per poi estendersi in ulteriori 120 negozi prima del lancio nazionale previsto per la fine del 2018. Le banane venivano vendute pre-confezionate in una fascia di carta riciclata, abbandonando il classico packaging in plastica per l’equivalente di 10 milioni di sacchetti di plastica in meno all’anno.

                      Partito da Liverpool, il test non ha però portato ai risultati sperati: a  seguito di un calo delle vendite, quest’estate Iceland Food è stata così costretta a rivedere il progetto e a reintrodurre i pack in plastica per le sue banane. A darne notizia è metro.co.uk. Infatti, nonostante sforzi iniziali del gruppo per fare a meno del packaging in plastica, il risultato è stato disastroso: banane ristrette del 20%, marce o danneggiate. Richard Walker, amministratore delegato della catena alimentare dei surgelati e figlio del fondatore e presidente Sir Malcolm Walker, ha affermato che stanno comunque pianificando una nuova iniziativa che si svolgerà in più di 30 negozi nel corso dell’anno e che si concentrerà sui prodotti preconfezionati, in risposta al feedback negativo dei clienti. Walker ha infatti dichiarato che “tutto questo fa parte di un processo, dobbiamo continuare a sperimentare. È  bello essere sinceri e aperti sulle sfide che ci attendono”.

                      Così, il 24 luglio è iniziata la last call in 20 negozi per vendere banane in un nuovo packaging senza plastica. Nonostante le recenti sfide non andate a buon fine, nel corso dell’ultimo anno il gruppo Iceland Food ha già eliminato 1.500 tonnellate di plastica lungo tutta la catena di approvvigionamento, dando il via alla sostituzione dei vassoi di plastica nera per piatti pronti. “È un lavoro duro e ci sta costando molti soldi – conclude Walker -. Come azienda privata possiamo concentrare gli sforzi su queste iniziative, ma non possiamo compiere azioni che mettano a rischio il successo dell’azienda, perché ci sono 25.000 posti di lavoro che dipendono da questo genere di scelte. Serviamo infatti cinque milioni di clienti alla settimana e alcuni hanno solo 25 sterline alla settimana da spendere per i loro acquisti alimentari, ed è quindi per noi molto importante non alzare i prezzi per far fronte a questi progetti. Non diremo a quanto ammonta il nostro impegno economico per evitare l’utilizzo di materie plastiche, possiamo solo confermare che la cifra si aggira all’ordine dei milioni”.

                      Ora bisogna solo aspettare e vedere se le abitudini dei consumatori possono cambiare.

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