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                      Carovita, Pedroni (Coop): “I più forti rinuncino un po’ ai loro margini”

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                      Dopo l’iniziativa contro il carovita di Esselunga, anche Coop Italia ribadisce il suo impegno a tutela dei consumatori. Il gruppo guidato da Marco Pedroni già due mesi fa ha chiesto al Governo un tavolo di filiera per individuare forme concrete d’intervento idonee a mitigare l’effetto dei rincari. “Noi agiremo con forza con il nostro prodotto a marchio Coop per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie italiane”, rivela Pedroni, intervistato dal Corriere L’Economia. E quindi propone un patto tra industria, distribuzione e produttori: “Bisogna rinunciare agli extra profitti, ognuno faccia la sua parte”. Senza interventi, le famiglie rischiano rincari di 500 euro all’anno per la spesa. E si rischia anche un effetto negativo sul made in Italy

                      Dalla Redazione

                       Coop Marco Pedroni

                      Il presidente di Coop Italia Marco Pedroni

                      Carovita, come si comporta la Gdo di fronte all’impennata dell’inflazione che rischia di imporre a molte famiglie italiane dei tagli nel carrello della spesa? Esselunga prende per prima l’iniziativa con la sua strategia commerciale contro il carovita, promettendo di investire 140 milioni di euro nei prossimi 12 mesi per calmierare i prezzi (leggi qui). E i top retailer nazionali, come si stanno muovendo per tutelare il potere di acquisto dei consumatori? Non resta certo a guardare Coop Italia, che già due mesi fa, insieme a tutte le associazioni della distribuzione e dell’industria, ha chiesto al Governo un tavolo di filiera per individuare forme concrete d’intervento idonee a mitigare l’effetto dei rincari (leggi qui). Fra le misure di emergenza auspicate, una riduzione dell’Iva sui beni di prima necessità, per aiutare le famiglie meno abbienti. Da Palazzo Chigi, tuttavia, non è arrivata ancora nessuna risposta, rivela Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, in un’intervista sul Corriere L’Economia del 22 novembre dove illustra la posizione del gruppo di fronte all’aumento del carovita.

                      Esselunga ha dato una scossa al mercato? “Noi agiremo con forza con il nostro prodotto a marchio Coop per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie italiane”, replica Pedroni, sottolineando anche la necessità di un patto tra industria, distribuzione e filiere produttive per tutelare i consumatori. E quindi lancia un appello da “buon padre di famiglia” – una famiglia, quella di Coop, con i suoi 2.349 punti vendita sparsi per l’Italia si rivolge ogni settimana a 8 milioni di italiani e che riunisce 6,4 milioni di soci-consumatori -: “I più forti rinuncino un po’ ai loro margini. Per salvaguardare i clienti, ma anche l’occupazione e il made in Italy”.

                      “L’inflazione è un fenomeno globale – continua Pedroni nella sua intervista sul Corriere L’Economia -, ma vedo anche movimenti speculativi rilevanti. Sul mercato del largo consumo c’è una forte richiesta di aumenti da parte dell’industria, dei marchi. Si va da un più 20-30% per la pasta, un 10-20% per l’olio fino a un più 10-15% per la carta. Ma tocca più o meno tutti i settori con rare eccezioni. C’è da chiedersi se le richieste siano congrue. E noi abbiamo gli strumenti per capire chi si muove in modo corretto e chi “carica” i listini. Va detto che le materie prime corrono, tra plastica, alluminio, trasporti, energia. Ma queste sono solo una parte dei costi. C’è spazio per lavorare. Circa un terzo dei prodotti che vendiamo è a marchio Coop, abbiamo un’idea precisa di qual è l’impatto dei rialzi sui nostri costi”.

                      In questo momento critico per tutta la grande distribuzione, Coop ha dunque aperto un cantiere con i suoi 6 mila fornitori e chiede all’industria di dare conto alle richieste di rialzo dei listini. “Ci vuole prima di tutto un’assunzione di responsabilità di tutte le componenti delle filiere per attutire l’impatto dei rialzi – sottolinea il presidente di Coop -. Bisogna che ognuno aumenti la propria efficienza, i produttori agricoli, l’industria, la distribuzione. E occorre rinunciare a extra profitti. Tutti subiamo aumenti, siamo pari in questo”. Dall’ultima indagine di Mediobanca sui bilanci del 2020 emerge che la redditività media dell’industria è stata del 4,7% mentre quella della grande distribuzione si colloca all’1,5%: “La grande distribuzione ha da tempo margini più compressi”, chiosa Pedroni.

                      Serve quindi un impegno da parte di tutta la filiera, a tutela dei consumatori. “In Coop Italia abbiamo calcolato che se trasferissimo sul consumatore i rincari richiesti, una famiglia media si ritroverebbe a pagare 500 euro in più all’anno per la spesa – conclude Pedroni -. E poi c’è un altro effetto negativo, ovvero la messa a rischio anche del made in Italy”. Senza interventi per calmierare la situazione, infatti, secondo il presidente di Coop Italia c’è anche il rischio che i prodotti agroalimentari nazionali, ortofrutta compresa, vengano sostituiti da quelli di importazione, meno cari.

                      Non si ferma nel frattempo il piano di sviluppo di Coop Italia, che per il 2022 ha a budget 200 milioni di investimenti per aperture, ristrutturazioni, tecnologia e filiere.

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