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                      Dieta mediterranea

                      CW70E0 Full shopping cart with fruits, vegetables, food in supermarket

                      In occasione della giornata mondiale della dieta mediterranea, l’università di Bologna propone i dati di una ricerca dai quali emerge che mangiare meglio costa 7 euro in meno a settimana. Infatti, se si confronta un carrello della spesa standard con un carrello della spesa di “tipo mediterraneo”, sulla base di menù settimanali, si nota come il primo in media costi 53,55 euro a settimana, il secondo 46,27 euro. In concomitanza, sono stati pubblicati anche i dati dell’indagine dell’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg) “Il cibo è un vaccino? A tavola con gli italiani nel 2020 pandemico”, dai quali è emerso come sei italiani su dieci hanno scelto un regime nutrizionale ispirato alla dieta mediterranea e hanno cambiato il modo di fare la spesa. Il 43,5% degli intervistati ha acquistato più verdure fresche, il 43,1% ha acquistato più frutta fresca e il 36,8% ha acquistato più legumi

                      Dalla Redazione

                      Dieta mediterranea

                      In occasione della giornata mondiale della dieta mediterranea, lunedì 16 novembre, l’università di Bologna – dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari di Bologna – dimostra che mangiare salutare è anche conveniente: lo attestano i dati della ricerca e tesi di laurea discussa dalla neolaureata Mara Berengoi nei giorni scorsi, che vede come relatore il professore Andrea Segrè e correlatore il professor Luca Falasconi.

                      Lo studio, che mette a confronto l’evoluzione dei comportamenti e degli stili di regime alimentare degli italiani nel 2020 pandemico, è stato condotto creando due profili settimanali di dieta: uno specifico legato alla dieta mediterranea e uno che fa riferimento ai consumi medi degli italiani, includendo colazione, pranzo e cena. La somma dei sette menù settimanali ha permesso di ricostruire due carrelli della spesa con gli alimenti inclusi nei due menu. Tramite l’osservatorio prezzi del MISE è stato così ricostruito il valore economico: a ciascuna voce della lista della spesa è abbinato il relativo prezzo, con evidenza dello scontrino settimanale. A sorpresa, è emerso che il carrello della spesa mediterranea costa meno di quello “standard”: 46,27 euro a settimana contro 53,55 euro.    

                      Sempre in occasione del 16 novembre 2020, decennale della proclamazione della dieta mediterranea a patrimonio immateriale Unesco, arrivano anche i dati dell’indagine dell’Osservatorio Waste Watcher (Last Minute Market / Swg)Il cibo è un vaccino? A tavola con gli italiani nel 2020 pandemico”. L’indagine rileva che il 27% degli intervistati si dichiara attento alle scelte di una alimentazione proteica per affrontare le difficoltà del 2020 fra la prima e la seconda ondata pandemica. Una percentuale superiore, il 33%, guarda anche ai “comfort food” come dolci e cioccolata per smorzare l’ansia del periodo e ritrovare momenti di gratificazione. Il 43,5% degli intervistati ha acquistato più verdure fresche, il 43,1% ha acquistato più frutta fresca e il 36,8% ha acquistato più legumi. Il 60,3% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato più farina e lievito e il 68% considera la dieta mediterranea determinante o utile per la prevenzione dello spreco alimentare.  Soprattutto, sei italiani su dieci dichiarano di aver cambiato il modo di fare la spesa: il 25% anche in ragione di un diminuito potere d’acquisto, per sostenere i costi, ma il 18% dichiara di essere più selettivo nella qualità del cibo acquistato. Un italiano su dieci riscopre i negozi al dettaglio e il 9% si dedica all’e-commerce anche per l’acquisto di prodotti alimentari.

                      dieta mediterranea

                      tabelle dallo studio dell’università di Bologna

                       

                      Ancora: il 47,2% degli italiani ha introdotto la lista della spesa e il 20% dichiara di averla sistematicamente adottata e un italiano su due acquista più di prima prodotti a lunga conservazione e ingredienti per piatti da preparare in famiglia (dolci, focacce, ecc).  La dieta mediterranea è al centro di un’evoluzione più complessa negli stili di vita e di scelte alimentari: la lunga permanenza fra le mura domestiche, nel 2020 del Covid-19, ha introdotto buone pratiche nella pianificazione dell’acquisto, gestione e fruizione del cibo, favorendo la prevenzione degli sprechi. Un italiano su 2 (51,6%) dichiara di sprecare senz’altro di meno adesso, malgrado sia aumentato l’acquisto dei generi alimentari nel 58% dei casi. In particolare si è ridotto lo spreco di farina e lievito per il 43,2% dei cittadini, di avanzi dei pasti precedenti nel 45% dei casi, di carni rosse e bianche e di latte per 4 italiani su 10 (dati Distal Università di Bologna/SprecoZero).  La maggiore disponibilità di tempo, favorita dallo smart working, permette agli italiani di dedicare più tempo alla cucina: lo dichiara il 58.6% degli intervistati. A sorpresa il pesce (38%) attira più della carne, e di pari passo con l’attrazione per i fornelli cala l’interesse per i prodotti pronti di gastronomia (27%) e solo 1 italiano su 5 pratica talvolta il take away (21%).

                      “Alla Dieta Mediterranea, nel decennale dalla proclamazione a patrimonio Unesco di questo stile alimentare e di vita, è dedicata non a caso una categoria del Premio Vivere a #sprecozero ricorda Andrea Segrè, fondatore Last Minute Market e campagna Spreco Zero -. I dati dell’indagine Waste Watcher sono importanti perché gli attuali sistemi alimentari non generano problemi solo per la salute umana, ma anche all’ambiente in cui si produce il cibo. Il raggiungimento di un sistema di produzione alimentare sostenibile e la riduzione dello spreco di cibo sono fondamentali per contrastare la malnutrizione e la sottoalimentazione di larghe fasce di donne e uomini sulla terra”. Il Premio Vivere a #sprecozero 2020 ha selezionato nella short list finalista il progetto “La cucina del riciclo”, ricettario prodotto dal Liceo “Q. Orazio Flacco” di Portici in collaborazione con il MedEatReserarch: una ricerca antropologica sulla tradizione mediterranea di riciclare gli avanzi di cucina per rigenerarli in nuovi piatti; il progetto di Conserve Italia-Valfrutta che, in partnership con l’Istituto Oncologico Romagnolo, promuove stili di vita corretti e salutari soprattutto tra i bambini e gli adolescenti; e il Grande viaggio vitaminico, una coinvolgente storia illustrata di sensibilizzazione alimentare prodotta per il coordinamento di Anna Eriksson, veicolata presso gli studenti delle scuole primarie della Provincia di Trento durante il lockdown. I vincitori saranno premiati giovedì 26 novembre, info e dettagli sprecozero.it

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