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                      Coop, Fabiani su inflazione, manodopera “improvvisata” e MDD in ortofrutta

                      Germano Fabiani, responsabile reparto frutta di Coop Italia, ha partecipato al webinar del Sole 24 Ore del 9 giugno intervenendo sul problema della carenza di manodopera, sottolineando come il gap sia anche nella competenza dei lavoratori in campagna, “spesso improvvisati”. E cita quindi il caso delle ciliegie, “che in questi giorni arrivano sui banchi con colorazioni disomogenee e scarsa qualità merceologica”, segno che non sono state raccolte al giusto grado di maturazione. Quindi Fabiani interviene sulla congiuntura negativa attuale, che attanaglia non solo le aziende agricole, ma anche la distribuzione. “Stiamo vivendo da inizio anno un’inflazione nell’acquisto dell’intero paniere dei prodotti ortofrutticoli”, rivela. E a proposito della rivoluzione della private label di Coop, precisa che in ortofrutta riguarderà in particolare alcuni scaffali, ecco quali

                      di Carlotta Benini

                      Fabiani Coop

                      Fabiani durante il webinar del Sole 24 Ore

                      Crisi carenza manodopera, un problema annoso che affligge il settore ortofrutticolo, in un momento poi in cui le aziende si trovano strette in una congiuntura negativa che rischia di mettere in serio dubbio la redditività. Per il presidente di Fruitimprese Marco Salvi è una vera e propria emergenza (leggi qui) e occorre trovare in tempi brevi un rimedio per le prossime grandi campagne di raccolta, per le quali, si stima, mancano 100 mila lavoratori. Se n’è parlato al webinar del Sole 24 Ore del 9 giugno a cui ha partecipato anche Germano Fabiani, responsabile reparto frutta di Coop Italia, che ha sottolineato come non ci sia solo un problema di mancanza di manodopera, ma anche di scarsa preparazione e professionalità dei lavoratori impiegati nei campi.

                      “Stiamo assistendo negli ultimi mesi a una mancanza di efficienza nel servizio di fornitura da parte della produzione agricola, specie in campagne come quella delle fragole o delle ciliegie che comportano un elevato impiego di manodopera e di ore lavoro – esordisce Fabiani -. Ma le difficoltà non sono solo in termini di garanzie degli approvvigionamenti e conseguenze dei costi, c’è anche un gap per quanto riguarda la qualità del prodotto stesso”. “Con le ciliegie in particolare – continua – stiamo assistendo a una scarsa competenza in fase raccolta, infatti ci arrivano in questi giorni sui banchi dei frutti molto variegati nella colorazione, indice che molti non sono stati raccolti al giusto punto di maturazione, con scarsa qualità merceologica e organolettica”.

                      Per quanto riguarda la congiuntura negativa attuale, non attanaglia solo il settore ortofrutticolo, ma anche quello della distribuzione. “Stiamo vivendo da inizio anno un’inflazione nell’acquisto dell’intero paniere dei prodotti ortofrutticoli – rivela il responsabile frutta di Coop Italia -, nei primi mesi del 2022 si attestava intorno al 10%, ora si è attenuata di un paio di punti”. Il contenimento dei prezzi di vendita, l’inflazione e l’aumento dei costi energetici – che pesano fortemente sul bilancio di una realtà come Coop Italia, che, ricorda Fabiani, conta 1.150 supermercati che devono essere illuminati, alimentati per la refrigerazione e hanno reparti  gastronomia energivori, 9 piattaforme di decine di migliaia di mq di superficie e sedi aziendali che danno lavoro a 54 mila persone, anche queste da illuminare e climatizzare – hanno portato insieme a una significativa riduzione della marginalità dell’impresa.

                      ciliegie Coop ©FM

                      Le ciliegie Fior Fiore in questi giorni sui banchi di Coop San Ruffillo a Bologna (copyright: Fm)

                      Come si sta muovendo dunque Coop in questo contesto inflattivo, in cui è necessario tutelare il potere di acquisto dei consumatori ma anche garantire una giusta remunerazione alle aziende? Lato consumatori, come è già stato annunciato, l’insegna ha dato il via a “un’azione trasversale a tutto il supermercato” che prevede un significativo incremento della quota della private label con l’introduzione di 5 mila nuovi prodotti di grocery e anche freschissimi. Anche l’ortofrutta quindi è coinvolta in questa rivoluzione della MDD di Coop, come ci ha confermato il responsabile commerciale settore freschissimi di Coop Italia Claudio Mazzini (leggi qui), ma in piccola parte, precisa Fabiani. “Il nostro contributo a questa azione di insegna sarà prevalentemente concentrato sullo scaffale della frutta secca e sul banco frigo della quarta e quinta gamma”, rivela il responsabile frutta di Coop.

                      Lato produzione, Coop Italia da qualche hanno ha introdotto una clausola nel contratto di accordo commerciale con i suoi oltre 800 fornitori che prevede di non godere di forniture al di sotto dei costi di produzione. “Quindi non è nel nostro spirito vessare la produzione agricola”, sottolinea Fabiani. “Dobbiamo intervenire da entrambe le parti, noi distributori e la produzione agricola, sulla riduzione dei costi intermedi, snellendo e ottimizzando il flusso di filiera senza penalizzare nessuna delle due parti”, aggiunge. Ridurre i costi intermedi significa dunque ottimizzare e uniformare gli assortimenti (lato distribuzione), ottimizzare ed efficientare i giorni di consegna (lato produzione), semplificare le lavorazioni, e anche ridurre le modalità di confezionamento, laddove oggi, dopo due anni di pandemia, la quota di prodotti confezionati nel reparto ortofrutta di Coop Italia è salita al 70%.

                      “Mai come in questo momento a una grande distribuzione organizzata deve fare seguito una grande produzione organizzata – è l’appello conclusivo del responsabile frutta di Coop -, che riesca anch’essa ad abbattere taluni costi di filiera ed essere più efficiente unitamente a noi”.

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