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                      Coronavirus, Europa: in Uk iniziano a razionare gli acquisti in store e online

                      A causa del diffondersi del coronavirus nel Regno Unito, nel weekend del 7-8 marzo Tesco ha dovuto razionare l’acquisto di alcuni prodotti per evitare lo svuotarsi indiscriminato degli scaffali. Altre catene Uk, come Waitrose, hanno deciso di limitare il numero di prodotti che le persone possono acquistare online. Anche in Germania e in Francia si è assistito a una corsa indiscriminata ai supermercati per fare “provviste”: un aumento che va di pari passo con l’aumentare dei casi positivi al Covid-19 in questi Paesi. In Italia, benché si registri un numero nettamente maggiore di casi e le misure di sicurezza nazionale vadano ad acuirsi sempre più, non si è ancora assistito a casi di razionamento di generi alimentari o prodotti per l’igiene, ma solo di ingressi scaglionati per evitare assembramenti. Le merci in Europa continuano a circolare, non sono stati registrati casi di mancanza di generi alimentari, sia freschi che a lunga conservazione, ma solo di disinfettanti e prodotti per l’igiene che hanno registrato una richiesta decisamente superiore alla media del periodo

                      Di Valentina Bonazza

                      coronavirus

                      Le limitazioni introdotte dal DPCM dell’8 marzo ed esteso in tutta Italia il 9 marzo per la salvaguardia della salute di tutta la popolazione italiana, e per permettere al sistema sanitario nazionale di lavorare al meglio, hanno preoccupato molti cittadini, che ancora una volta hanno voluto fare scorte nei supermercati, questa volta cercando di rispettare maggiormente le distanze di sicurezza. Esselunga, ad esempio, nella giornata di domenica a Milano ha scaglionato gli ingressi nei suoi supermercati, per evitare ammassamenti tra le corsie, mentre nella notte tra il 9 e il 10 marzo i supermercati h24 hanno visto un assalto – ingiustificato – soprattutto nelle città in cui il primo decreto non era entrato in vigore, come Roma, Napoli, Torino e Palermo.

                      Lunedì 9 marzo l’ad del gruppo VéGé Giorgio Santambrogio, in una nota stampa ha affermato che “la distribuzione moderna continua a lavorare responsabilmente per assicurare la continuità del servizio ai cittadini in tutta Italia, mantenendo i prezzi dei prodotti di prima necessità inalterati, senza toccare le promozioni in corso al fine di garantire il massimo della convenienza e assicurando la stessa qualità dei prodotti freschi e freschissimi. Sebbene la filiera sia sotto stress, tutto è sotto controllo, non sussistono problemi di scarsità di beni alimentari e non è necessario l’accaparramento dei prodotti nei punti vendita della Distribuzione Moderna”.

                      È infatti garantita la libera circolazione in entrata e in uscita delle merci: “Il ripristino delle scorte è continuo e quindi occorre evitare scene di panico davanti agli scaffali nei supermercati e inutili affollamenti”  ha spiegato Giorgio Santambrogio. Appunto, occorre evitare scene di panico e inutili affollamenti, gli approvvigionamenti non sono mai stati messi in discussione e finora non sono previsti razionamenti negli acquisti, ma cosa sta succedendo in Europa, dove – secondo le ultime stime – il virus si sta diffondendo con due settimane di ritardo rispetto alla situazione attuale italiana?

                      Abbiamo visto che in Usa e in Uk, ad esempio, c’è stato un aumento, come in Italia, della spesa online e del click & collect (leggi qui) con relativi ritardi nelle consegne, ma non solo. A seguito delle razzie dovute al panico da primi casi di covid-19, che ora in Uk hanno superato soglia 300 e vedono i primi morti, alcuni supermercati hanno dovuto razionare l’acquisto di alcuni prodotti.

                      Gli esperti hanno fatto sapere che il Regno Unito da 300 può superare i 1.500 casi entro la fine della settimana, e così una persona su dieci in Uk ha già iniziato ad acquistare in preda al panico, ha riferito Retail Gazette, citando un recente sondaggio condotto tra 30 retailer del Paese. Secondo un  recente sondaggio di Retail Economics, un consumatore su dieci nel Regno Unito sta accumulando scorte, in attesa di una crisi che costringa i cittadini in casa per il coronavirus. Questo è successo nonostante Sir Patrick Vallance, medico e consigliere scientifico capo del governo del Regno Unito, la scorsa settimana abbia esplicitamente dichiarato che non c’è “assolutamente nessuna ragione” per fare scorte di generi alimentari e per la pulizia durante questo periodo di diffondersi del coronavirus nel Paese.

                      Così, alcuni supermercati del Regno Unito stanno ponendo dei limiti al numero di articoli casalinghi e di alimenti di prima necessità  che le persone possono acquistare.

                      Tesco è stata la prima a limitare ai propri clienti l’acquisto di alcuni prodotti. Infatti, il singolo cliente da domenica 8 marzo non può comprare più di cinque confezioni di determinati articoli tra cui latte UHT, pasta, fagioli e disinfettante per le mani per evitare che gli scaffali vengano assaltati in preda al panico da coronavirus, le medesime restrizioni sono applicate anche all’online a partire da lunedì 9 marzo.

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                      Fonte: Sky News

                      Waitrose ha  limitato l’acquisto a un massimo di 4 confezioni per le salviette antibatteriche e gel per le mani che una persona può acquistare e ha bloccato temporaneamente l’acquisto di alcuni articoli online, come il disinfettante per le mani, anche se non ha ancora annunciato restrizioni in negozio. Anche Boots ha limitato le vendite di disinfettanti per le mani a due flaconi a persona, così come anche Asda, Aldi e Superdrug.

                      Sainsbury’s non ha ancora imposto alcuna limitazione, mentre Lidl ha dichiarato a The Sun che sta monitorando la situazione. Morrisons, invece, ha rifiutato di specificare a The Sun se ha limitato l’acquisto di alcuni prodotti o prevede di farlo nei prossimi giorni.

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                      Fonte: The Sun

                      Ad oggi, invece, nessuna catena sembra aver registrato carenze di approvvigionamenti per i prodotti freschi e l’ortofrutta.

                      Mentre in Uk il governo inizia a predisporre le prime limitazioni “all’italiana” per contenere il coronavirus,  anche in Germania e Francia le cose non sembrano andare diversamente.

                      Scaffali vuoti anche in supermercati e farmacie nelle località tedesche di Mannheim, Heidelberg e Ludwigshafen: anche in questo caso l’associazione di categoria mette in guardia dal panico, perché le merci e la produzione non subiranno limitazioni e comportamenti del genere non fanno altro che mettere alla prova il mercato.

                      Anche in Francia si assiste ad un numero sempre maggiore di casi di coronavirus, e si amplifica così l’impatto sugli acquisti, sia nei supermercati che nella spesa online, che registra un aumento degli acquisti di piatti pronti e alimenti a lunga conservazione (scatolame, legumi, riso, pasta e prodotti per l’igiene).

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                      Fonte: iriworldwide.com/fr-FR

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