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                      Coronavirus: mancano gli stagionali agricoli. A rischio l’ortofrutta in Europa

                      Mancano quasi un milione di lavoratori stagionali agricoli nei 27 Paesi UE, 200 mila ora solo in Italia (ma potrebbero aumentare), indispensabili per garantire frutta e verdura fresca sulle tavole italiane, europee e non solo. Il coronavirus, infatti, non rallenta od ostacola solo il trasporto di merci, e a risentirne ovviamente sono i prodotti più facilmente deperibili come frutta e verdura, ma anche gli spostamenti dei lavoratori, tra cui i braccianti e lavoratori stagionali che si trasferiscono in un altro stato per lavorare nei mesi di maggior produzione. Come sottolinea Coldiretti, l’Europa potrebbe così perdere quest’anno l’autosufficienza alimentare, oltre che il suo ruolo di principale esportatore di alimenti a livello mondiale: un primato da 138 miliardi di euro con un surplus commerciale nell’agroalimentare di 22 miliardi. Così mentre sempre più Paesi cercano di recuperare “braccia” all’interno del proprio stato tra studenti e chi è a casa senza lavoro (leggi qui), l’Europa cerca delle soluzioni, o perlomeno delle linee guida che gli stati membri dovrebbero adottare

                      Di Valentina Bonazza

                      stagionali agricoli

                      Italia e Spagna, ma anche Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti e Africa. Il coronavirus sta mettendo a dura prova le forniture di ortofrutta in tutta Europa. I lavoratori stagionali, spesso provenienti da stati esteri, non riescono (o non vogliono) raggiungere i campi per la raccolta stagionale, mettendo a dura prova la produzione e gli approvvigionamenti nei punti vendita.

                      Ma andiamo con ordine. Com’è la situazione in Italia? “La comunità di lavoratori agricoli maggiormente rappresentata in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 107.591 occupati. Subito dopo c’è quella marocchina con 35.013 e gli indiani con 34.043, che precedono albanesi (32264), senegalesi (14165), polacchi (13134), tunisini (13106), bulgari (11261), macedoni (10428) e pakistani (10272) secondo le elaborazioni”. Sono infatti 370 mila i lavoratori che ogni anno arrivano dall’estero come lavoratori agricoli stagionali, a fronte di 1,1 milioni di lavoratori agricoli complessivi in Italia (incidendo quindi per il 36% circa), già ora mancano 200 mila lavoratori agricoli. E mentre il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio cerca di rassicurare: – “L’industria alimentare italiana – spiega – è in grado di assicurare il rifornimento degli scaffali nei supermercati  perché le aziende stanno continuando a produrre, nonostante qualcuna più piccola, talvolta aiutata anche da alcune più grandi, si trovi a fronteggiare assenze di personale” – il rischio di deficit ortofrutta sugli scaffali dei negozi italiani appare sempre più concreto. A rilevarlo è Dino Scanavino, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, che avvisa che in Italia potranno mancare all’appello i 370 mila lavoratori stagionali stranieri regolari: “Servono strumenti contrattuali flessibili per recuperare lavoratori da impiegare nei campi, dopo la crisi dovuta alle restrizioni imposte nella strategia di contenimento del coronavirus – spiega -. L’introduzione di voucher potrebbe offrire possibilità di lavoro ai lavoratori che provengono da altri settori, ma sono a casa perché hanno fabbriche o commerci chiusi. Come pure ai percettori di reddito di cittadinanza, agli studenti, ai disoccupati […] è ora necessario un piano di fabbisogno alimentare del Paese con cabina regia interministeriale per efficientare il sistema, affinché la grande distribuzione, che registra un aumento di volumi vendita impressionante, si approvvigioni solo di Made in Italy”. Già un primo passo è stato fatto con la circolare del ministero dell’Interno che ha prorogato fino al 15 giugno i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31 gennaio il 15 aprile “Ma non basta – sottolinea Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. Bisogna avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari”. Il rischio è infatti che si debbano mandare al macero i prodotti ortofrutticoli di molti agricoltori, cosa che già sta succedendo in Spagna e in Francia.

                      Coldiretti stima infatti che nei 27 Paesi EU ci saranno quasi un milione di lavoratori agricoli stagionali in meno, mentre le campagne di raccolta sono sempre più vicine. La Francia stima 200 mila lavoratori in meno quest’anno, tanto che il ministro dell’Agricoltura francese Didier Guillame ha fatto appello agli studenti e a tutti coloro che non stanno lavorando a causa della chiusura di ristoranti, hotel e negozi perché si rendano disponibili a riempire questo vuoto “così potremo mangiare tutti”, riporta il Post. In Germania, dove solitamente arrivano 286 mila lavoratori stagionali ogni anno, la ministra dell’Agricoltura Julia Kloeckner sta dialogando con la compagnia aerea Lufthansa per concordare dei voli che portino dall’estero i lavoratori che dimostrino di non essere positivi al coronavirus e sta valutando, come in Italia, di prolungare la durata dei permessi di lavoro che solitamente è di 70 giorni.

                      stagionali agricoli

                      Fonte: Corriere della Sera Economia

                      Anche in Spagna le cose non stanno andando bene. Un accordo con il Marocco prevedeva l’arrivo a Huelva di 16 mila lavoratori stagionali marocchini, per lo più donne, per la raccolta di fragole e frutti rossi. Meno della metà sono arrivati prima del 12 marzo, quando il Marocco ha chiuso le frontiere al traffico passeggeri. E il blocco durerà (almeno per ora) fino al 20 aprile. In Svizzera invece il governo ha annunciato 20 miliardi di franchi svizzeri in prestiti a tasso zero o a basso interesse per aiutare le piccole imprese, mentre le associazioni dei coltivatori chiedono alle autorità di poter contrattualizzare disoccupati e i richiedenti asilo.

                      L’unione Europea, nel frattempo, più che delle vere e proprie soluzioni sta cercando di elaborare delle linee guida. Nei giorni scorsi – spiega il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – avevamo chiesto all’Unione Europea di creare una sorta di corridoi per permettere la mobilità di lavoratori agricoli all’interno della Ue. E la Commissione ha appena pubblicato degli orientamenti che vanno in questa direzione. Si tratta, però, di orientamenti, per cui non sono iniziative cogenti. Ma la disponibilità a garantire la libera circolazione dando la priorità a settori essenziali va nella direzione giusta”.

                      Non sembra andar meglio in Gran Bretagna, dove la preoccupazione aumenta, soprattutto se si guarda il dato riportato da The Telegraph, secondo il quale l’anno scorso il 98% dei raccoglitori di frutta proveniva dall’estero, e gli stagionali agricoli provenivano principalmente da Russia, Ucraina, Romania e Bulgari. A questo punto, date le restrizioni che rendono impossibili gli spostamenti, spetta allo Stato e alle aziende trovare una soluzione. Secondo un recente rapporto apparso sul quotidiano britannico, fornitori, coltivatori e reclutatori stimano che in Gran Bretagna potrebbero essere circa 90 mila i lavoratori che mancheranno all’appello. Intanto l’associazione di produttori di piccoli frutti British Summer Fruits corre ai ripari, proponendo misure simili a quelle adottate durante la seconda guerra mondiale: “A causa dell’impatto commerciale di Covid-19, sappiamo che molte persone sono alla ricerca di lavoro e abbiamo numerosi posti di lavoro stagionali disponibili nelle nostre aziende agricole in tutto il Paese. Dai raccoglitori e imballatori di frutta, ai coltivatori di piante e ai conducenti di carrelli elevatori, sono disponibili un’ampia gamma di ruoli”. A questa “chiamata” ha fatto eco George Eustice, Segretario di Stato per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali, che ha affermato: “Dobbiamo mobilitare la forza lavoro britannica per colmare questa lacuna e assicurarci che la nostra eccellente frutta e verdura sia nei piatti della gente durante i mesi estivi”. C’è anche chi, come la presidente della National Farmers Union Minette Batters, ha perfino invitato gli studenti a mettere a frutto le loro lunghe vacanze estive raccogliendo fragole e lamponi.

                      E in Usa? Il Corriere della Sera Economia riporta che negli Stati Uniti la principale associazione degli agricoltori ha fatto sapere che per completare regolarmente le attività ha bisogno di circa 260 mila lavoratori stagionali. La risposta dell’amministrazione è già arrivata, con una semplificazione delle procedure per il rilascio dei visti che consentirà, in particolare, l’arrivo di personale dal Messico.

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