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                      Covid-19, 3 milioni al lavoro per garantire cibo. 4 italiani su 10 fanno scorte

                      ll coronavirus cambia il carrello della spesa degli italiani, che sembrano voler affrontare le incognite di questa emergenza vissuta tra le mura domestiche con dispense piene di prodotti che rievocano la cucina del dopoguerra: farina, pasta, latte e scatolame. Secondo la recente analisi Coldiretti/Ixè, nella filiera agroalimentare italiana sono oltre 3 milioni le persone al lavoro per garantire le forniture di cibo in questa fase d’emergenza da Covid-19: 740 mila aziende agricole e stalle e 70 mila imprese di lavorazione alimentare e distribuzione oggi assicurano l’approvvigionamento alimentare. L’indagine ha anche evidenziato che quasi 4 italiani su 10, equivalente al 38%, hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore di non trovali più disponibili sugli scaffali

                      Dalla Redazione

                      Covid-19

                      Sono oltre tre milioni gli italiani che continuano a lavorare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione, nonostante il diffondersi del coronavirus. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti/Ixé nel fare un bilancio dell’attività necessaria ad assicurare beni essenziali alla popolazione durante questa emergenza causata dal Covid-19.

                      L’approvvigionamento alimentare – sottolinea la Coldiretti – è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740 mila aziende agricole e stalle, 70 mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini, nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività. Ma anche dalla ridotta disponibilità di manodopera e dai blocchi alle frontiere per i trasporti, con l’88% delle merci che in Italia viaggia su gomma”, causati dalla paura della diffusione così rapida del coronavirus.

                      Un impegno quotidiano senza sosta che deve fare i conti con la chiusura di bar e ristoranti, ma anche con un balzo degli acquisti delle famiglie in una situazione in cui, a causa dell’emergenza Covid-19, quasi 4 italiani su 10 (38%) hanno fatto scorte di prodotti alimentari e bevande per il timore di non trovarli più disponibili sugli scaffali di negozi, supermercati e discount. L’indagine Coldiretti/Ixè registra anche un aumento dell’11% degli italiani che hanno fatto la spesa online e del 7% di coloro che hanno scelto la consegna a domicilio.

                      “La scelta – sottolinea la Coldiretti – è stata quella di privilegiare alimenti semplici e alla base della dieta mediterranea con una grande attenzione alla conservabilità che ha così favorito gli acquisti di prodotti in scatola. Se la farina è stata il prodotto più acquistato con un balzo dell’80% rispetto alla media del periodo, sul podio salgono anche – precisa la Coldiretti – carne in scatola con un aumento del 60% e i legumi in scatola con un salto del 55%. A finire nel carrello della spesa degli italiani sono stati soprattutto nell’ordine – continua la Coldiretti – la pasta con un +51% e il riso con un +39% ma si registra una crescita del 39% anche per le conserve di pomodoro mentre le vendite dello zucchero salgono del 28%, quelle dell’olio da olive del +22%, il pesce surgelato del 21% e il latte Uht del 20%, nel periodo dal 24 febbraio all’8 marzo, sulla base delle vendite del mondo Coop”. Secondo la ricerca, in questo periodo di “quarantena” dovuto al Covid-19, il 61% degli italiani in questo periodo va a fare la spesa circa una volta alla settimana preoccupandosi di mettere nel carrello prima di tutto “nell’ordine – precisa l’associazione – pasta, riso e cereali (26%), poi latte, formaggi, frutta e verdura (17%), quindi prodotti in scatola (15%), carne e pesce (14%), salumi e insaccati (7%) e vino e birra (5%)”.

                      Dopo i rallentamenti nelle esportazioni causati dal diffondersi rapido del coronavirus, particolare attenzione è stata anche riposta alla provenienza dei prodotti acquistati con un deciso orientamento a sostenere gli acquisti di prodotti made in Italy per aiutare lavoro ed economia. Un obiettivo sostenuto, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè, dall’82% dei consumatori, che è d’accordo sul fatto che in questa fase è importante acquistare prodotti italiani per tutelare una filiera agroalimentare che, dal campo alla tavola, garantisce all’Italia il primato nella qualità e nella sicurezza alimentare. Un obiettivo sostenuto dalla campagna #MangiaItaliano lanciata dalla Coldiretti. “Chiediamo a supermercati, ipermercati e discount di privilegiare negli approvvigionamenti sugli scaffali le mozzarelle con il latte italiano al posto di quelle ottenute da cagliate straniere, salumi ottenuti con la carne dei nostri allevamenti, frutta e verdura nazionale ed olio extravergine made in Italy al 100%”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di sostenere lo sforzo degli agricoltori e degli allevatori per assicurare le forniture alimentare al Paese”.

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