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                      Covid-19, sanificazione all’ozono alleata dell’ortofrutta. Il caso OP Armonia

                      Le celle ozonizzate e in generale l’utilizzo dell’ozono nella disinfezione degli ambienti, dalle strutture sanitarie alle aziende alimentari, non è una novità, ma con l’arrivo del coronavirus e l’esigenza di garantire ambienti sanificati per la sicurezza di chi ci lavora e di chi acquista i prodotti, l’utilizzo dell’ozono per la sanificazione inizia a essere conosciuto anche dal grande pubblico. Con Marco Eleuteri, amministratore delegato di OP Armonia, abbiamo quindi voluto approfondire l’utilizzo e i vantaggi delle celle ozonizzate per la disinfezione sicura della frutta: il gas è efficace nell’eliminare batteri, spore, virus, fungine, muffe, germi, parassiti, il tutto senza lasciare residui perché in pochi minuti si disperde nell’aria senza inquinare. Ottimo alleato, ad esempio, per garantire un’ottima shelf life e qualità: nelle fragole, ma non solo

                      Di Valentina Bonazza

                      ozono

                      dolcefragola di OP Armonia sanificata all’ozono

                      Abbiamo voluto approfondire l’utilizzo e i vantaggi della sanificazione all’ozono nell’ortofrutta con Marco Eleuteri, amministratore delegato di OP Armonia: “In realtà abbiamo predisposto le celle ozonizzate già un anno fa, ancor prima dell’emergenza coronavirus. Abbiamo deciso di utilizzare le celle ozonizzate perché permettono un abbattimento considerevole della carica batterica sulla frutta. Sanificando sia il frutto che la parte erbacea, come la foglia degli agrumi o la corona delle fragole, si abbatte la carica batterica e quindi, di conseguenza, diminuisce il rischio e la velocità di marcescenza del frutto, aumentando la shelf life del prodotto”. In sostanza, si riduce anche lo spreco.

                      La messa in opera delle celle ozonizzate ha visto la collaborazione di un team di esperti supervisionato dal professore Di Renzo dell’università della Basilicata, con la quale OP Armonia collabora anche per altri progetti. “In questo modo – prosegue Marco Eleuteri – è stata studiata ogni fase della messa in opera del progetto, e il tutto viene monitorato grazie a un sistema automatico e di controllo a distanza, in modo tale che ogni fase del processo possa essere di volta in volta regolata e tracciata”. OP Armonia ha ora celle ozonizzate nei suoi tre stabilimenti in Campania, Marche e Puglia: “Fin da subito ci siamo trovati bene con questo sistema. Ad oggi abbiamo celle ozonizzate a Battipaglia, nelle Marche dove produciamo le pesche Saturnia, a Bisceglie, dove facciamo le ciliegie e uva, e anche nel secondo magazzino a Battipaglia, dove lavoriamo drupacee e kiwi, ma anche le fragole passano in queste celle”.

                      ozono

                      Macchinari per controllare da remoto – l’afflusso di ozono nelle celle, nella sede di Battipaglia di OP Armonia

                      Ma come funzionano? In ogni cella sono stati installati degli emettitori di ozono, macchinari che producono il gas che viene poi distribuito grazie a degli aeratori che diffondono l’ozono prodotto in ogni angolo della cella, sanificando tutto ciò che è presente all’interno. Bastano anche solo tre o quattro ore per sanificare una cella piena di fragole, o di pesche, per esempio. Infatti, molto semplicemente, l’ozono è un gas composto da una molecola formata da tre atomi di ossigeno che ha la proprietà di agire nell’aria o nell’acqua sterilizzando ed igienizzando a fondo senza ausilio di prodotti chimici, senza lasciare residui ed agendo in modo assolutamente ecologico. Un processo sicuro, in quanto l’ozono in pochi minuti diventa poi ossigeno.

                      “Proprio in questi giorni stiamo mettendo a punto – spiega Marco Eleuteri – il sistema di ozonizzazione per sanificare tutti gli ambienti di lavoro perché lo riteniamo molto efficace e sicuro. Già ora stiamo facendo dei test per estendere l’uso dell’ozono in tutti gli ambienti, tramite una sanificazione notturna: lo facciamo di notte in modo tale che tutti gli ambienti siano chiusi, in modo tale che l’ozono circoli correttamente, e inoltre così facendo non interferisce con il normale lavoro quotidiano delle persone e del via vai di merce. In questo caso ci stiamo avvalendo della collaborazione di un’azienda specializzata in questo genere di sanificazioni per mettere a punto un sistema di ‘dosaggi’ e tempi di diffusione, in modo tale da essere sicuri da ogni punto di vista. Con questo sistema, inoltre, si può avere un controllo da remoto della situazione”.

                      Si vede quindi uno sviluppo nuovo e su “larga scala” di un’applicazione, quella dalla sanificazione all’ozono, che nell’ortofrutta viene utilizzata appunto per la sua capacità di eliminare batteri, spore, funghi ma anche parassiti, allungando di conseguenza la shelf life dei prodotti. “Noi utilizzavamo questo processo per quasi tutta la frutta, principalmente per le fragole, che già comunque vengono raccolte con i guanti e rispettando ora le regole di sicurezza aggiuntive imposte dal Covid-19. Regole che hanno rallentato tutta la parte organizzativa del processo, dalla raccolta alla produzione. Fortunatamente, invece, per quanto riguarda le squadre di raccolta, quelle c’erano già perché il problema del Covid-19 è emerso poco dopo. Problema che si deve affrontare invece con le drupacee, dove le squadre devono arrivare”.

                      Una campagna fragole che si sta concludendo bene, dopo un periodo di alti e bassi: “Sinceramente ora non ci aspettavamo un mercato così ricettivo. Un mese fa, in un periodo in cui la frequenza di spesa doveva essere ridotta e venivano preferiti altri frutti, le fragole sono state penalizzate. Oggi invece stiamo assistendo a un finale di campagna molto effervescente – spiega Marco Eleuteri – con quotazioni sostenute e consumi elevati. Quindi una spiegazione ora non la sappiamo dare, perché di fatto sta succedendo il contrario di quello che è successo a marzo, che ha visto per le fragole quotazioni molto al di sotto dei costi di produzione. Mentre maggio, periodo dell’anno in cui il  mercato è fisiologicamente più appesantito dall’arrivo di tutte le primizie (ciliegie, albicocche, pesche, prime nettarine e meloni) – che solitamente vanno un po’ a nascondere le fragole – vede invece consumi sostenuti e quotazioni soddisfacenti. Infine il prodotto comunque non manca. La campagna è iniziata un po’ in anticipo quest’anno e temiamo che all’arrivo dei primi caldi nelle produzioni meridionali possano nascere dei problemi di qualità. C’è da dire che ora il clima ci sta favorendo perché è ancora abbastanza fresco e quindi la qualità per ora non viene compromessa”.

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