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                      Crollo di fiducia nel plant based? Impossible Foods riformula la sua carne vegana

                      La carne non-carne di Impossible Foods ha una nuova formulazione, che ha previsto un taglio del 25% dei grassi saturi e un aumento delle proteine, migliorate anche dal punto di vista nutrizionale. La scelta della startup californiana è una strategia commerciale volta a riconquistare la fiducia dei consumatori sempre meno avvezzi al plant based, come dimostra anche il recente flop di Beyond Meat. La presunta crisi del mercato della carne non-carne infatti sarebbe dovuta innanzitutto al suo costo, decisamente più alto rispetto alla carne animale, poi c’è la questione degli ingredienti, che ne fanno a tutti gli effetti un alimento ultra lavorato

                      Dalla Redazione

                      Plant based, si sgonfia la bolla della carne non-carne? Dopo il crollo a Wall Street del titolo di Beyond Meat, la celebre startup californiana che vede tra i suoi finanziatori Bill Gates e Leonardo di Caprio che ha appena chiuso una collaborazione fallimentare con McDonald’s (leggi qui), l’ultima notizia di flop dal settore arriva dalla concorrente Impossible Foods, altra startup californiana della cosiddetta “fake meat”. L’azienda, che si è fatta strada sul mercato grazie all’Impossible Burger distribuito da Burger King (leggi qui),  è stata di recente costretta a rivedere la formulazione del suo celebre panino vegano a causa di una reputation in crollo.

                      Dalla analisi effettuate sulla carne plant based – caldeggiate dai competitor del regno delle proteine animali – è infatti emerso come questi alimenti siano da considerarsi a tutti gli effetti come degli ultra-trasformati, abbondando di ingredienti come sale, esaltatori di sapidità (vedi glutammato di sodio), aromi, coloranti e grassi.

                      “È frustrante che la categoria stia ricevendo un brutto colpo, ma gli altri player del settore hanno le loro questioni che non sono applicabili a noi”, ha dichiarato il Ceo di Impossible Food Peter McGuinness a Food Navigator.

                      rivelando che la carne non-carne della sua azienda ha ora una nuova formulazione, che ha tagliato del 25% il contenuto di grassi saturi. A questo taglio netto corrisponde un aumento delle proteine, che passano dal 33 al 38% e che sono state anche migliorate dal punto di vista nutrizionale, e ora vantano la stessa assimilabilità di quelle della carne di manzo. La nuova Impossible Meat dunque contiene 6 grammi di grassi per porzione (prima erano 8 i grammi) e 19 grammi di proteine; è gluten free, come certifica il relativo bollino, non contiene ormoni o antibiotici e complessivamente ha il 33% di grassi saturi in meno rispetto a una bistecca di carne animale. Tutte informazioni che spiccano chiare nell’etichetta della confezione.

                      Il plant based di Impossible Foods quindi è al giro di boa con un’offerta qualitativamente rinnovata, in un contesto di mercato in cui tuttavia, secondo gli analisti del settore, le carni vegetali sono particolarmente vulnerabili al cambiamento delle abitudini dei consumatori – sempre più provati dall’inflazione – perché in genere hanno un prezzo al dettaglio più alto rispetto alla carne animale, sia al supermercato che al ristorante o nei fast food. Inoltre la fake meat non sarebbe ancora percepita come una vera alternativa alla carne, ma come prodotto complementare. Uno studio sui dati di vendita al dettaglio, citato da un’analisi di Wired che parla anche del declino di Beyond Meat, ha dimostrato che la domanda di carni vegetali aumenta al calare del prezzo e quindi – viceversa – dovrebbe diminuire quando questo aumenta.

                      Sulla questione dei prezzi non è d’accordo il Ceo di Impossible Foods. “Molte delle statistiche che circolano sui media e che affermano che la carne vegetale costerebbe il doppio di quella animale sono parziali e imprecise – chiosa McGuinness -. Rispetto a cosa? Alla private label? O a carni biologiche premium?”. “Non siamo dei price taker – continua il Ceo di Impossibiel Foods, spiegando che la riformulazione degli ingredienti della Impossible Meat rientra nell’ambito di una strategia commerciale -. Stiamo crescendo del 65% su base annua nella vendita al dettaglio, stiamo avendo economie di scala e un assorbimento dei costi ridotto e siamo stati in grado di mantenere bassi i nostri costi”. “Il divario tra noi e la carne non è mai stato così esiguo”.

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