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                      E-grocery: i cinque trend del futuro che il Covid-19 ha fatto decollare

                      Ormai è un dato certo: la pandemia, che ha cambiato alcune modalità di acquisto e accelerato tendenze che stentavano a crescere nel periodo pre-covid, ha fatto da volano all’e-grocery. Ma quali sono quei trend legati all’e-grocery che il Covid-19 ha fatto decollare e che si prevede resisteranno a lungo nel nostro futuro? Quali le problematiche da risolvere? Grocery Dive ne ha individuate cinque principali: le App come collante tra retailer e cliente, il successo dei dark store, i prodotti visti come “ingredienti per ricette”, il boom dell’home delivery che sta cedendo il passo al click and collect e, infine ma non meno importante, il famoso “ultimo miglio” sul quale si dovranno concentrare gli sforzi dei retailer

                      Di Valentina Bonazza

                      e-grocery

                      Il Covid-19 non è più “solo” una fase molto critica, turbolenta e passeggera. La pandemia che sta sconvolgendo tutto il mondo, a distanza di mesi, ha portato a un cambiamento di abitudini del singolo e della collettività. Il mondo del retail lo sa bene visto che ha vissuto tutte le fasi in prima linea, dovendosi adattare dal giorno alla notte a numerosi stravolgimenti. Ma ci sono alcune abitudini dettate dal Covid-19, come l’e-grocery, che resisteranno a questo periodo e diventeranno parte del nostro futuro. Grocery Dive ne ha individuate cinque.

                      Prima tra tutte le App: un esempio lo possiamo trovare nel nuovo prototipo di negozio di Walmart. Con Walmart+ (leggi qui) lo spazio digitale e fisico si integrano e il cliente viene incoraggiato a utilizzare l’app dell’insegna per navigare nei negozi, raccogliere informazioni sui prodotti e pagare. Di fatto l’app diventa un “collante” per saldare due canali (l’e-grocery e lo store fisico) che vengono spesso visti in contrasto tra loro, ma che in realtà possono collaborare. Il punto di forza delle App, per il retail, è proprio quello di essere da un lato una vetrina del negozio, e dall’altro un’opportunità per offrire ai clienti delle “scorciatoie” tramite un’interfaccia utente facile e accattivante.

                      La pandemia, come sappiamo, ha fatto decollare le consegne a domicilio. Di fatto questa soluzione, che mira anche ad evitare assembramenti nei punti vendita, ha portato però a un affollamento degli operatori dell’e-grocery tra le corsie. Ecco che diventano quindi sempre più importanti i dark store (leggi qui). Infatti, sempre più retailer si stanno rendendo conto che nei punti vendita dove la richiesta di home delivery è alta va cambiata la strategia di gestione degli ordini, spostando queste funzioni in spazi dedicati, differenti rispetto al punto vendita aperto al pubblico. Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi, e trovare la giusta soluzione per smaltire tutti gli ordini online senza appesantire il punto vendita dipende da una serie di variabili. Jordan Berke, ex dirigente di Walmart ed esperto di e-grocery che gestisce Tomorrow Retail Consulting, consiglia ai punti vendita di apportare modifiche alle loro operazioni di evasione degli ordini in base al volume di quest’ultimi, passando prima a uno spazio dedicato nel negozio, poi a un dark store una volta che la domanda è abbastanza alta e, infine, utilizzare tecnologie di automazione per l’evasione degli ordini. Secondo le sue stime, i punti vendita possono aumentare del 70% l’efficienza del picking semplicemente spostando l’evasione ordini in uno spazio dedicato.

                      e-grocery

                      Bisogna anche tener presente che l’home delivery, che ha registrato un boom con il lockdown, ha lasciato in parte il posto al click and collect, modalità già apprezzata prima della pandemia ma che ora sembra essere diventata la preferita dai clienti che ordinano online (leggi qui). Quindi il click and collect is the new delivery? Sembrerebbe di sì, anche perché le tariffe sono più basse rispetto all’home delivery. Il click and collect inoltre riporta il cliente alla routine familiare dell’andare a fare la spesa e gli permette di gestire meglio il momento esatto del ritiro. Anche le insegne sembrano apprezzare il click and collect, perché garantisce loro un maggiore controllo sul processo rispetto all’home delivery, dove spesso per la gestione si devono affidare a terze parti. Con il boom dell’e-grocery registrato quest’anno, aziende come Albertsons, Aldi, Sprouts e Target hanno rafforzato i loro servizi click and collect a una velocità sorprendente.

                      Questo però non deve spingere le insegne ad adagiarsi sugli allori: l’ultimo miglio rimane troppo costoso e complicato per le insegne e i clienti che, per l’home delivery negli Usa – si affidano principalmente a un’unica azienda:  Instacart. Con il Covid-19, però, il panorama si sta  facendo più interessante: Uber e DoorDash, due giganti della consegna a domicilio per ristoranti, si sono fatti strada a forza anche nella consegna a domicilio della spesa e promettono di avere dalla loro molti clienti. Sarà quindi la concorrenza a stimolare nuove promozioni e a conquistare sempre più clienti nell’ambito delle consegne a domicilio. L’azienda che sembra alzare sempre più l’asticella rimane però Amazon.

                      Infine, in molti Paesi l’esperienza del lockdown ha portato molte persone a scoprire, o riscoprire, il piacere della cucina. Non è sempre facile però, soprattutto per chi è alle prime armi, riuscire a orientarsi e trovare ispirazione per dei piatti guardando tra gli “scaffali digitali” degli e-commerce dei punti vendita. I prodotti sono suddivisi per categorie e promozioni, ma non per “ricette”. Alcune insegne stanno così lavorando nell’ottica di collegare le loro piattaforme a software per la pianificazione dei pasti che di fatto “costruiscono” la spesa in base ai giorni e ai piatti, non solo in base ai singoli prodotti. Negli Usa, servizi come Dinner Daily e eMeals aiutano i clienti a pianificare i pasti e a connettersi ai carrelli della spesa digitali di Kroger, Albertsons e Walmart, mentre aziende come ShopRite permettono agli acquirenti di navigare per ricetta e di ricevere consigli personalizzati. Ma c’è anche chi ai fornelli non ci vuole stare o non ha tempo, e per questo alcune catene hanno dichiarato di essersi soffermate sulla proposta di piatti pronti confezionati per l’e-grocery.

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