L’INFORMAZIONE INDIPENDENTE PER PROFESSIONISTI E APPASSIONATI DI ORTOFRUTTA
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                      FICO, Disneyworld dell’agrifood. Che celebra (in parte) anche l’ortofrutta

                      La Fabbrica Italiana Contadina, che aprirà al pubblico il 15 novembre alle 16.30, ha mostrato per la prima volta dal vivo i sui 100 mila metri quadrati dedicati alla biodiversità e all’arte della trasformazione del cibo italiano, progettati dall’architetto Thomas Bartoli. I numeri di FICO sono unici: due ettari di agricoltura, allevamento e civiltà contadina, 40 fabbriche artigianali di trasformazione, 47 luoghi di ristoro, sei mercati, sei aule didattiche, un teatro arena, un cinema, un grande centro congressi e infine sei giostre. Totale 700 posti di lavoro interni, con l’auspicio che arrivino a 3 mila grazie all’indotto. Cuore della proposta il mercato di 900 mq, dedicato alle eccellenze dell’agroalimentare italiano: anche l’ortofrutta, che trova uno spazio non propriamente da protagonista, ma comunque significativo. Ecco le realtà del settore presenti

                       

                       di Carlotta Benini

                       

                      Nell’orto di FICO si coltivano ortaggi di stagione (credits: FICO Eataly World)

                      È la “Fabbrica Italiana Contadina” e di contadino, a tutti gli effetti, ha una cornice di campi dimostrativi – nel perimetro esterno della struttura, che si estende per ben di 100 mila metri quadri – coltivati a cereali e legumi, erbe aromatiche e ortaggi di stagione. Ha un frutteto, con diverse varietà di peri, peschi, ciliegi, kiwi, meli, albicocchi e susini, uno con frutti minori e a guscio, un agrumeto, una coltura di piccoli frutti, un oliveto, un vigneto, una tartufaia e altre coltivazioni come orzo, luppolo, canapa, lino, girasole, barbabietola. E poi ha gli animali, da allevamento e da soma.

                       

                      Ma il cuore di FICO Eataly World, sorto sugli spazi del CAAB di Bologna e pronto ad aprire ufficialmente al pubblico, il 15 novembre, è il mercato di 9 mila mq, che si snoda in un percorso di degustazioni e botteghe artigiane, dedicato alla promozione e vendita delle eccellenze dell’agroalimentare made in Italy, tra le quali anche i nuovi prodotti a marchio FICO, che vanno dal caseario ai salumi, dalle conserve alla pasta, l’olio e i sughi.

                       

                      Eataly World, 10 ha di parco tematico dedicato all’agroalimentare e alla biodiversità (copyright: Fm)

                      “Abbiamo messo insieme due ettari di agricoltura, allevamento e civiltà contadina, con 2 mila cultivar, 40 fabbriche artigianali di trasformazione, 47 luoghi di ristoro, sei mercati, sei aule didattiche, un teatro arena, un cinema, un grande centro congressi e infine sei giostre. – ha spiegato alla prémiere nazionale riservata alla stampa, che ha visto anche la partecipazione di ospiti vip come Joe Bastianich, Vittorio Sgarbi e Gianna Nannini, la vera star della giornata, Oscar Farinetti (leggi qui) con il suo sorriso da inguaribile ottimista – Sì, proprio giostre: sono luoghi altamente tecnologici dove imparare fra proiezioni e altre suggestioni la storia del fuoco, della terra, degli animali, del mare, del vino, della birra e dell’olio, con uno sguardo finale su quello che sarà il futuro”. “E poi – continua Farinetti – i numeri più belli: 700 posti di lavoro interni, che speriamo arrivino a 3 mila con l’indotto economico che questa grande operazione porterà al territorio”.

                       

                      Il Pomo, l’esclusiva bottega dell’ortofrutta per la vendita al dettaglio dentro a FICO (copyright: Fm)

                      L’ortofrutta dentro FICO Eataly World? Ha un piccolo ruolo da protagonista anche questa, sebbene lo spazio maggiore sia dedicato ai prodotti di origine animale e trasformati. Ecco allora Il Pomo, la bottega dell’ortofrutta nata all’interno di FICO dalla partnership fra Agribologna, Befer, Cenerini, CO.FA.MO, Novafrut e Spreafico, sei operatori del Centro Agroalimentare di Bologna, che uniscono le proprie esperienze per selezionare la qualità, raccontare le eccellenze ortofrutticole del territorio e valorizzare le varie filiere (leggi qui l’articolo dedicato).

                       

                      PIzzoli celebra la patata con le proposte street food del suo Bistrot (copyright: Fm)

                      Poi c’è il Bistrot della Patata, lo spazio esclusivo di Pizzoli, azienda bolognese leader nella produzione del tubero tipico delle terre emiliane per i mercati del fresco e del surgelato, che propone ai visitatori le più originali preparazioni take away. La formula di ristorazione è quella dello street food: c’è una proposta fissa, rigorosamente base di patata, arricchita da piatti speciali fuori menù preparati dallo chef Pietro Massanova. E il packaging studiato per gustare queste proposte take away è davvero originale.

                       

                      Sul fronte del prodotto trasformato troviamo Mutti, che valorizza il pomodoro da industria in uno spazio evocativo dove vivere un percorso esperienziale sulla produzione di qualità del re degli ortaggi. E Fabbri 1905, azienda bolognese leader mondiale nel settore dolciario e della gelateria per la sua celebra amarena. Ad accogliere i visitatori di FICO c’è un ingresso monumentale che celebra la biodiversità melicola italiana, con un muro suggestivo in cui sono esposte, pezzo per pezzo, le varietà di mele Melinda.

                       

                      Fetta, il chiosco della frutta (credits: blogger “Frittomisto: cucina ed emozioni”)

                      Non poteva infine mancare uno spazio dedicato alla degustazione sul posto di frutta di stagione servita in macedonie, estratti freschi, frullati, crepes e altre gustose preparazioni. Ci ha pensato Fetta ad aprire un chiosco dedicato a FICO: doveva essere un chiosco del cocomero, nato dall’esperienza dell’azienda agricola ferrarese specializzata in angurie e meloni. È finito per diventare una frutteria, dove per ogni stagione si possono gustare i prodotti migliori, selezionati da alcuni fornitori partner.

                       

                      Chi c’è dietro a FICO? Il Comune di Bologna è promotore del progetto, insieme al CAAB, società partecipata all’80% dal Comune, di cui sono parte anche la Camera di Commercio di Bologna, la Regione Emilia Romagna e Città Metropolitana. Per la realizzazione di FICO il Centro agroalimentare di Bologna ha spostato in sede contigua gli spazi del mercato e ha predisposto la Nuova Area Mercatale, operativa dall’aprile 2016 e divenuta il centro più innovativo ed efficiente in Europa sul piano della commercializzazione agroalimentare. NAM è il riferimento operativo per 15 concessionari grossisti, per Agribologna, il consorzio che raggruppa 135 aziende agricole, e per 50 produttori intorno ai quali operano 28 attività commerciali e di servizio, sei aziende di logistica e facchinaggio, nonché un punto vendita di ortofrutta al consumo (Il Pomo, appunto) e uno stand di prodotti ittici. Eataly World è la società nata per la realizzazione, la gestione e la promozione, in Italia e all’estero, del parco FICO. È detenuta da Eataly, il gruppo internazionale fondato da Oscar Farinetti, insieme a Coop Alleanza 3.0 e Coop Reno, cooperative di consumatori del sistema Coop.

                       

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