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                      Fresh Guru, 100 milioni per pomodori top anche d’inverno con la tecnologia C-Led

                      Coltivare pomodori e altre varietà di ortaggi con i migliori standard qualitativi per dodici mesi, come fanno in Olanda? Oggi è possibile, anche al Centro – Nord Italia, grazie alle moderne tecnologie. Un esempio – dopo nove mesi di sperimentazione – è il primo raccolto della serra high-tech di Ostellato (Fe) gestita da Fresh Guru (gruppo Fri-El) e “illuminata” da C-Led, azienda del gruppo Cefla. Qui, su una superficie di circa 10 ettari, le lampade Inter-Light di C-Led diffondono la luce in modo omogeneo e personalizzato rispetto al tipo di ortaggio, permettendo così di ottenere pomodori delle tipologie cuore di bue e grappolo tutto l’anno, anche in inverno. Il piano pluriennale prevede di arrivare a 30 ettari entro il 2020 triplicando gli attuali 80 posti di lavoro

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Le lampade Inter-Light di C-LED in esposizione a Fruit Logistica 2018 (Copyright: Fm)

                      Coltivare pomodori e altri ortaggi tutto l’anno anche al Centro – Nord Italia ora è possibile e sembra essere una tendenza che prenderà sempre più piede nel nostro Paese. Già abbiamo parlato di Gandini (leggi qui il nostro articolo). Un altro esempio – dopo nove mesi di sperimentazione – è il primo raccolto, dallo scorso 15 dicembre, della serra high-tech di Ostellato (Fe), gestita da Fresh Guru – brand di proprietà di Fri-El, produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili – e “illuminata” 365 giorni l’anno da C-Led, azienda del gruppo Cefla specializzata nelle soluzioni a LED per illuminazione.

                       

                      La serra ferrarese – che accoglie piante di pomodori delle varietà cuore di bue e grappolo su una superficie di circa 12 ettari – dispone oggi di quasi 9000 lampade Inter-light che diventeranno 25 mila quest’anno. Ciascuna lampada Inter-Light brevettata da C-Led, è lunga 2,5 metri per un totale di oltre 62 km di illuminazione nella sola serra di Ostellato. Grazie a un sofisticato sistema di controllo centralizzato, all’interno della serra tutti i parametri micro-climatici sono gestiti automaticamente: dalla temperatura alla salubrità dell’aria, dall’umidità all’intensità e qualità luminosa. 

                       

                      C’è poi l’impianto di irrigazione ad alta efficienza, che consente un notevole risparmio di acqua (fino al 70% in meno) e suolo rispetto all’agricoltura convenzionale. In questo modo, oltre a combattere lo spreco e salvaguardare le falde idriche, le piante di pomodoro possono crescere rigogliose e sane perché l’acqua usata per l’irrigazione è controllata e priva di sostanze chimiche residue. Sostenibilità a tutto campo, quindi: anche perché sia serra che impiantistica sono alimentate da energia ottenuta mediante un impianto di cogenerazione a biomasse gestito dall’azienda capogruppo Fri-El.

                       

                      Certo, alla base ci sono notevoli investimenti, che – come riporta Il Sole24 Ore – al momento ammonterebbero a 25 milioni di euro, con la previsione di spenderne altri 70 nel corso del prossimo biennio per coprire altri 20 ettari di serre. A fare la differenza, però, è il metodo con il quale l’azienda C-Led si presenta a clienti e partner per trovare le soluzioni più adatte a loro: “Il nostro punto di forza, oltre agli importanti investimenti in ricerca – commenta Alessandro Pasini, innovation manager di Cefla e presidente di C-Led – è l’approccio da solution provider, che permette di personalizzare la giusta ricetta della luce LED unita alla capacità di costruire e mettere a regime impianti completi, partendo dalla progettazione fino alla realizzazione di tutti gli impianti e la sensoristica necessaria: dalla cogenerazione all’illuminazione, passando per i sistemi gestionali”.

                       

                      La serra di Fresh Guru a Ostellato (Fe) con le lampade C-LED

                      Quanto a Fresh Guru – che oltre alla nuova serra di Ostellato gestisce dal 2016 una serra a Crevalcore (Bo) – la volontà è quella di specializzarsi nel settore: “Fresh Guru – afferma Alessio Orlandi, direttore commerciale e marketing di Fri-El – ha intrapreso un percorso di primaria importanza nel settore del pomodoro idroponico, nel panorama italiano ed europeo. Vogliamo essere guru del settore, con prodotti più buoni, più freschi e più rispettosi dell’ambiente. La partnership con C-LED – conclude – ci permette di essere ancora più innovativi, grazie all’utilizzo di lampade studiate per dare alle nostre piante la giusta ricetta di luce”.

                       

                      Una ricetta che è stato possibile mettere a punto grazie al supporto dell’ateneo bolognese, come spiega Alessandro Pasini: “Per le nostre ricerche abbiamo stretto da tempo un accordo con l’Università di Bologna, che ha allestito un apposito laboratorio in cui vengono testate frequenze luminose diverse e i loro effetti sulla crescita delle piante”. Frutto del connubio tra il know-how di C-LED, azienda del Gruppo Cefla, e la ricerca universitaria è una lampada in grado di offrire luce personalizzata in funzione della pianta e delle sue esigenze: “Queste ricerche – continua Pasini – ci hanno portato alla realizzazione della lampada Inter-Light che, essendo inserita tra le piante, è in grado di illuminarle in modo uniforme, su due lati. Grazie a queste soluzioni di illuminazione, il pomodoro garantisce un notevole incremento della resa produttiva e qualitativa del raccolto.”. Oltre all’aumento di fioritura, numero di frutti e raccolto, questo tipo di illuminazione comporterebbe anche altri vantaggi, come una miglior salute della pianta determinata principalmente dalla speciale distribuzione della luce, con la conseguente maggiore resistenza alle patologie e un minor numero di malformazioni di foglie e frutti.

                       

                      Infine, una curiosità: il nuovo impianto di Fresh Guru “illuminato” da C-LED- che al momento impiega circa 80 persone, anche se si prevede che i posti di lavoro potranno essere triplicati entro il 2020 – costituisce un contesto talmente peculiare che, secondo l’azienda di Cefla, il Ministero per lo Sviluppo Economico avrebbe già espresso un importante riconoscimento al progetto “in quanto altamente innovativo per la filiera agroalimentare”. 

                       

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