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                      Il food packaging del futuro? È quello edibile

                      Dalla pellicola edibile che protegge frutta e verdura e ne allunga la shelf life, alle cannucce e i bicchieri aromatizzati, da mangiare dopo l’uso, passando per gli involucri per hamburger all’alga marina o i fogli di proteine di piselli per avvolgere il cibo, da consumare insieme ad esso. Il packaging alimentare del futuro, quello davvero sostenibile, è quello che ha un impatto zero nel post consumo: vale a dire che, se lo mangiamo, non lascia alcuna traccia sul Pianeta. Ecco alcune innovazioni italiane e internazionali in questo ambito

                      Dalla Redazione

                      packaging edibile Evoware

                      Evoware, biopackaging alimentare edibile

                      Carta e cartone o bioplastica? Riciclabile o riciclato? Biodegradabile o compostabile? A volte la domanda che qualcuno si pone è: packaging sì o packaging no? Se parliamo di cibo, l’imballaggio ha un ruolo fondamentale nel preservare freschezza e salubrità di quello che acquistiamo in punto vendita e mangiamo, ma oggi questa funzione da sola non basta. Ci vuole anche sostenibilità, a 360 gradi, il consumatore la esige. Lo dimostra anche uno studio del 2021 dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, secondo cui “negli ultimi 6 mesi, il 14% degli italiani ha smesso di acquistare prodotti a causa di una confezione che non presentava elementi di sostenibilità e più della metà degli intervistati ha dichiarato che potrebbe farlo nel prossimo futuro”, come riporta Vanity Fair.

                      Ecco allora che oggi assistiamo al fiorire di startup che scommettono su tecnologie all’avanguardia per sviluppare packaging che non siano solo riciclabili o riutilizzabili, ma anche compostabili, che siano in grado di proteggere il prodotto e anche di allungarne la vita di scaffale, con particolare riferimento ai prodotti più facilmente deperibili come frutta e verdura. Ancor meglio se a impatto zero nel post consumo. Ecco allora che la nuova frontiera, nel food, è rappresentata dai packaging edibili: letteralmente imballaggi che non solo proteggono i cibi, prolungandone la shelf life, ma che possono anche essere mangiati tout court.

                      Un esempio di successo in questo senso è Ooho, una pellicola edibile derivata dall’alga bruna lanciata nel 2019 dalla startup londinese Notpla. Si tratta di una membrana, come spieghiamo in questo articolo, con cui si possono incapsulare salse, succhi, porzioni monodose o “bombe d’acqua” da bere, il tutto senza lasciare residui nell’ambiente. Le applicazioni sono molteplici: dalle pellicole termosaldabili alle bustine per prodotti alimentari, fino alle reti di imballaggio di frutta e verdura o le box per il take away realizzate per Just Eat.

                      Un altro progetto di ricerca innovativo vede protagonisti Lidl Svizzera ed Empa, che insieme hanno messo a punto un film in cellulosa da utilizzare su frutta e verdura per proteggerla e aumentarne la shelf life (leggi qui). Il composto è formato da una speciale sansa proveniente a sua volta dagli scarti di frutta e verdura. A proposito di pellicole protettive che mantengono i prodotti freschi per più tempo, derivate a loro volta da scarti agricoli, abbiamo parlato di recente anche di Ally, la soluzione messa a punto dalla startup Agree grazie alla quale la shelf life della frutta diventa fino a tre volte più lunga (leggi qui).

                      packaging edibile Gousto

                      Gousto, sacchetto commestibile a base di proteine dei piselli

                      Funzionamento simile per Frutti Fresh, un gel bio messo a punto da Packtin, spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia nato dopo anni di ricerche sugli imballaggi commestibili. Nello specifico questo rivestimento biodegradabile e commestibile, ricavato dai sottoprodotti della filiera agroalimentare, migliora la conservazione degli alimenti freschi, riducendo gli sprechi e l’utilizzo di imballaggi plastici e aumentando la sicurezza alimentare.

                      Ma non ci sono solo pellicole e confezioni sulla strada verso il packaging edibile del futuro. Anche le cannucce che si possono mangiare sono una soluzione innovativa in risposta al divieto alla plastica monouso: è il caso di Lolistraw, le prime cannucce ipercompostabili che durano 24 ore e si decompongono completamente in una settimana. Si possono mangiare o smaltire al 100% senza inquinare. Il principale ingrediente è l’alga marina e possono essere aggiunti diversi aromi (basilico, limone, menta, zenzero, barbabietola, rosmarino). Il materiale può essere utilizzato anche per creare bicchieri aromatizzati, pronti da mangiare anch’essi subito dopo l’uso.

                      Deriva dalle alghe marine anche Evoware, biopackaging alimentare edibile lanciato dall’omonima startup indonesiana e utilizzato per produrre involucri per hamburger e di waffle, bustine di condimento dei noodles istantanei e sacchetti di caffè.

                      Infine in questa carrellata di packaging edibili Vanity Fair cita Gousto, un imballaggio commestibile a base di proteine dei piselli, realizzato in collaborazione con Xampla, spin-off dell’Università di Cambridge. Sostanzialmente un sacchetto che ha gli stessi vantaggi della plastica, essendo in grado di preservare il sapore e la durata di conservazione del cibo, ma senza sprechi di imballaggio. Inoltre, il materiale è anche vegano e gluten free.

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