di Massimiliano Lollis
Nell’immaginario collettivo italiano, il termine “Svizzera” evoca da sempre una gamma più o meno articolata di luoghi comuni: si va dal buon cioccolato alla produzione di orologi a cucù, dal segreto bancario all’alto costo della vita. A questo ventaglio di ragioni che hanno reso celebre nel mondo il piccolo Paese elvetico si potrebbe forse aggiungere un tassello inedito, fatto di specialità dal sapore esotico tutte da scoprire. Non stiamo però parlando di una nuova varietà di frutta tropicale, bensì di hamburger e polpette di farina di cavallette, vermi o grilli, il cui commercio a fini alimentari in Svizzera era proibito fino a poche settimane fa.
Risale infatti al 16 dicembre scorso un comunicato della Coop svizzera che annuncia orgogliosa il via libera concesso dall’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria alla commercializzazione di insetti ad uso alimentare. Referenze che dalla primavera del 2017 sarà possibile reperire comodamente nel normalissimo banco frigo della carne, tra un hamburger di maiale e un würstel di pollo.
Di sicuro si tratta di un via libera che la Coop svizzera attendeva da tempo, avendo investito diverse risorse nella creazione di pietanze a base di insetti assieme alla startup Essento, che dal 2013 lavora per sviluppare questo tipo di prodotti. Si parla di prodotti pensati sia per il commercio al dettaglio che per la gastronomia, tanto che sul loro sito è perfino possibile acquistare un libro di ricette di raffinate pietanze a base di insetti. Christian Bärtsch, co-fondatore di Essento dichiara così in un comunicato diffuso dalla start-up: “Per noi è un importante passo rendere finalmente disponibili a un largo pubblico gli insetti commestibili e portare all’attenzione della gente i loro benefici”.
Un’occasione che la Coop svizzera non poteva certo lasciarsi sfuggire: “Il segreto del nostro successo”, spiega nel comunicato della Coop Roland Frefel, responsabile Prodotti freschi della Coop Svizzera, “sta anche nella capacità di individuare i nuovi trend e introdurre grandi innovazioni. Con una nuova offerta di prodotti lavorati a base di insetti selezionati vogliamo incentivare una produzione alimentare orientata al futuro, aprendo per primi la strada per nuovi universi di gusto”.
Non c’è dubbio che vi sia del coraggio e della lungimiranza alla base della mossa strategica annunciata dalla Coop elvetica: la coltivazione di insetti a scopo alimentare è infatti realtà in molti Paesi nel mondo e complessivamente al giorno d’oggi sarebbero 2 miliardi le persone che si cibano di insetti regolarmente.
Le motivazioni sono tutt’altro che bizzarre, al contrario decisamente razionali: gli insetti contengono infatti importanti proteine, paragonabili a quelle di carne e pesce e possono così fornire un apporto prezioso di vitamine e minerali. In secondo luogo, gli estimatori sostengono che gli insetti abbiano un buon sapore, paragonabile a quello di altri alimenti di origine e apparenza molto più prosaica: il gusto delle locuste infatti ricorderebbe il pollo, mentre i vermi della farina avrebbero un intenso aroma di noce.
C’è poi l’aspetto, non secondario, della sostenibilità: l’allevamento degli insetti richiede infatti poca acqua e cibo e riduce al minimo le emissioni di gas serra. Proprio per questa ragione le Nazioni Unite tramite la propria agenzia FAO lavora da tempo all’introduzione di queste nuove abitudini alimentari, che si crede possano diventare fondamentali in un mondo che nel 2050 avrà una popolazione di 9 miliardi di persone.
L’iniziativa della Coop elvetica, come prevedibile, sta facendo molto parlare di sè, nonostante le start-up che vendono prodotti a base di insetto non siano più una novità in Europa e in USA, come riporta Bug Burger, un blog svedese specializzato nel settore. Saranno però gli anni e i dati delle vendite a darci preziose indicazioni sul futuro di questo tipo di prodotti in Europa: se potranno, in altre parole, diventare qualcosa in più rispetto a un prodotto di nicchia. Intanto l’esperimento di Coop in Svizzera incuriosisce per le ovvie implicazioni che potrà creare l’introduzione di questo tipo di alimento di certo non convenzionale nella dieta europea.
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