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                      Insetti e carne sintetica? Naturasì dice no: “Non entreranno nei nostri negozi”

                      La catena specialista del biologico prende posizione contro i novel food e con dei cartelli nei punti vendita e dei post sui social chiarisce che “Cibo a base di insetti e cibo sintetico non rientrano nei nostri principi di vita e salute”. Pertanto, continua Naturasì, “Porremo la massima attenzione affinché non entrino nei nostri negozi”. Intanto il dibattito infiamma sul web, dopo il via libera da Bruxelles alla commercializzazione in Europa del grillo domestico in polvere

                      di Carlotta Benini

                      Naturasì insettiCibo a base di insetti? No grazie. Non c’è solo Coldiretti in prima fila nella battaglia contro i novel food: una battaglia ideologica che sta infiammando anche il web, a seguito del via libera ufficiale da parte dell’Ue alla commercializzazione del grillo domestico in polvere. Ora anche una catena della Gdo italiana prende una posizione netta: Naturasì, l’insegna specialista del biologico.

                      Cibo a base di insetti e cibo sintetico non rientrano nei nostri principi di vita e salute – scrive Naturasì in un post su Facebook -. Porremo la massima attenzione affinché non entrino nei nostri negozi”. Lo stesso messaggio campeggia nei cartelli affissi alle porte di tutti i supermercati d’Italia che fanno capo alla catena del biologico. Le foto dei cartelli che i clienti in questi giorni hanno scattato negli store Naturasì sono diventate virali, al pari dell’immagine scelta dalla catena per la comunicazione sui social. Un grillo – molto eloquente – accompagnato dal messaggio: “Gli insetti lasciamoli nel loro mondo. Nei nostri negozi la salute”.

                      I cibi a base di insetti, lo ricordiamo, si trovano già da anni in vendita negli store online ma anche nei supermercati. La possibilità di commercializzare grilli, locuste e tarme della farina a scopo alimentare infatti è resa possibile in Europa dall’entrata in vigore il 1° gennaio 2018 del regolamento Ue sui cosiddetti “novel food”, appunto. Dal 24 gennaio 2023 è in vigore il via libera di Bruxelles alla commercializzazione in Europa di alimenti composti anche da farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico). Pane, pizza, cracker, grissini, biscotti, snack, barrette ai cereali, pre-miscele secche per prodotti da forno, e ancora prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, prodotti a base di pasta, siero di latte in polvere, prodotti sostitutivi della carne, minestre e minestre concentrate o in polvere: gli utilizzi possibili sono per innumerevoli prodotti di largo consumo.

                      Oggi il web e i social si dividono tra sostenitori e detrattori degli insetti edibili come cibo del futuro. C’è chi non vede l’ora di provare biscotti e chips alle larve, chi visita i punti vendita della Gdo a caccia di snack “croccanti” e 4.0 e chi al contrario non vuole nemmeno sentirne parlare.

                      Se non piacciono gli insetti, anche l’idea che nei nostri piatti possa presto arrivare la carne sintetica fa storcere il naso ai più. Dopo il via libera dello scorso novembre da parte della Food and drug americana alla prima carne di pollo prodotta in laboratorio, l’apertura della prima breccia nella Ue sembra infatti essere più vicina di quanto si pensi. In prima fila fra i detrattori nel nostro Paese troviamo sempre Coldiretti, che la definisce “carne Frankestein”. Anche il ministro Lollobrigida è fra i difensori convinti del food made in Italy contro queste “derive” alimentari. Ora leva gli scudi anche NaturaSì.

                      E le altre insegne della Gdo italiana, cosa dicono? Maura Latini, amministratrice delegata di Coop Italia, si è espressa sull’argomento qualche settimana fa a Porta a Porta, nella puntata del 12 gennaio in cui era presente anche il ministro Lollobrigida.  “Gli insetti per un fattore culturale difficilmente entreranno sulle tavole italiane – ha detto l’Ad di Coop -. In ogni caso se qualcuno pensa di utilizzare insetti e farina di insetti deve essere trasparente e scriverlo in modo chiaro sulle confezioni, in modo che il cliente possa scegliere”. In quanto al potenziale di questi cibi, non è da sottovalutare il ruolo che potrebbero avere nell’alimentazione della filiera animale. “Ciò ci permetterebbe – conclude Maura Latini – di ridurre l’importazione smodata di soia e di mangimi che l’Italia fa dall’estero”.  Un punto di vista senz’altro interessante, specie se consideriamo che la soia è una delle principali cause della deforestazione e della perdita di biodiversità.

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