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                      Mazzini (Coop) su divieto aste al ribasso: “Occorre rinunciare alle scorciatoie”

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                      Claudio Mazzini, resp. freschissimi Coop Italia

                      Approvata lo scorso 27 giugno alla Camera la proposta di legge che limita il sottocosto e vieta le aste a doppio ribasso (fenomeno riscontrato in alcune insegne della Gdo e spesso alla base di fenomeni di caporalato). Coop Italia plaude all’iniziativa e ribadisce di essere sempre stata contraria a pratiche che “comprimono i fornitori e spesso danneggiano direttamente il lavoratore agricolo”. Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi di Coop Italia, esprime la sua soddisfazione e si dice ottimista sui risultati dei nuovi sviluppi normativi: “Grazie a questa normativa – dichiara a Fm – misureremo tutti con lo stesso metro, giocheremo tutti con le stesse regole. Certo, oltre a stigmatizzare alcuni comportamenti del mondo distributivo, anche la produzione dovrà essere più attenta a non farsi ingaggiare in certe modalità commerciali. Se ognuno di noi opera in modo pulito, la cosa funziona: ma questo non significa smettere di essere competivi, significa rinunciare alle scorciatoie”
                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Coop-Italia-Mazzini-Claudio-2015-Fm

                      Claudio Mazzini, resp. commerciale freschissimi Coop Italia

                      Lo scorso 27 giugno la Camera dei Deputati ha approvato con maggioranza trasversale la proposta di legge che, oltre a vietare le aste a doppio ribasso adottate da alcuni gruppi della Gdo – un sistema che spesso finisce per favorire fenomeni illeciti come il caporalato – intende limitare la pratica del sottocosto, ampiamente adottata nel mondo della grande distribuzione (leggi qui). La proposta attende ora l’ultimo passaggio in Senato per l’approvazione definitiva. Puntale è arrivata la nota ufficiale di Coop, come di altri gruppi distributivi, che esprime soddisfazione per la proposta di legge approvata alla Camera: “Per quanto ci riguarda – si legge nella nota – non abbiamo mai usato le aste al doppio ribasso praticate da altri competitor, che comprimono i fornitori e spesso danneggiano direttamente il lavoratore agricolo. Coop  da anni ha propri codici che garantiscono l’eticità dei rapporti di fornitura anche attraverso ispezioni e controlli in campo ulteriori rispetto a quelli previsti per legge”.

                      A quasi un anno di distanza dalla nostra ultima intervista sul tema delle aste a doppio ribasso e caporalato a Claudio Mazzini, responsabile commerciale freschissimi di Coop Italia (intervista dell’agosto 2018, leggi qui), lo abbiamo contattattato per raccogliere le sue impressioni “a caldo” sul provvedimento. “Ben venga – afferma Mazzini – che sia stata proposta una normativa per vietare una pratica davvero estrema come quella delle doppie aste al ribasso, che spesso innesca una spirale in cui per competere si finisce per limare i costi a discapito degli altri attori della filiera e della qualità. Si tratta di un risultato importante, a cui ha contribuito anche Coop, che ha preso parte alle audizioni nei diversi mesi di trattativa. Abbiamo ribadito – sottolinea – che quella delle doppie aste al ribasso è una pratica che non ci appartiene, e che andava al più presto regolamentata o proibita. Le buone relazioni tra chi produce e chi distribuisce devono avere  regole chiare e certe: oggi è stato fatto un passo avanti, una battaglia che Coop fa da tempo, per cui ben venga che si sia fatta chiarezza su questa tematica”.

                      E sul sottocosto? “Anche quello del sottocosto – spiega – è un tema delicato, poiché da un lato è necessario evitare gli sprechi e l’invenduto, ed è chiaro che questo deve essere fatto con costi a carico del distributore. Nei freschissimi però – sottolinea – l’aspetto meteorologico è decisivo. Il clima ha un’influenza immediata sul mercato: sui produttori, ma anche sui distributori. Noi in questo caso possiamo essere uno strumento importante: quando due anni fa – ricorda – ci fu la crisi del pomodoro siciliano per sovrapproduzione, noi concordammo con la produzione di fare un accordo commerciale in virtù del quale noi azzerammo i nostri margini, e il prezzo di allora, pur non essendo un prezzo giusto, permise però di superare il picco di produzione e tornare in condizioni normali”.

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                      La campagna Buoni e Giusti di Coop Italia

                      Cooperare e dire no allo sfruttamento è quindi possibile? “Credo – risponde Mazzini – che si possa e si debba operare assieme e cooperare. A maggior ragione quando, come nel nostro caso, si hanno relazioni stabili e durature con i fornitori, ci si deve aiutare a vicenda, di volta in volta, pur all’interno di una giusta e corretta divisione dei ruoli. Chiaramente – sottolinea – è chiaro che il produttore cercherà di massimizzare il profitto sui suoi prodotti, mentre il distributore cercherà sempre di comprare al prezzo migliore, questo è il mercato. Detto ciò, quando le regole sono corrette e la volontà è quella di collaborare, si possono superare questi problemi. È evidente che sui freschissimi, ma capita anche in altri settori, ci sono degli andamenti di consumo di prodotti che nulla hanno a che fare con quello che è il flusso della produzione: a quel punto si creano inevitabilmente problematiche”.

                      Ma queste novità normative sono da intendersi solamente come un messaggio a tutto il mondo produttivo e distributivo, o possono avere un effetto concreto e tangibile sulle realtà commerciali di oggi? “Io credo – osserva Mazzini – che queste normative possano portare a risultati concreti. Che ci sia un problema di miglior organizzazione dell’intera filiera e di determinare un giusto valore è evidente. Mi pare però che quest’anno le cose stiano iniziando a girare per il verso giusto: grazie a questa normativa misureremo tutti con lo stesso metro, giocheremo tutti con le stesse regole. Certo, oltre a stigmatizzare alcuni comportamenti del mondo distributivo, anche la produzione dovrà essere più attenta a non farsi ingaggiare in certe modalità commerciali”.

                      Le difficoltà della produzione italiana sono però sotto gli occhi di tutti: alto costo della manodopera, tassazione, burocrazia. Tutto questo si traduce in scarsa capacità di competere – in Italia e in Europa – con chi può offrire il proprio prodotto ad un prezzo inferiore. Queste normative potrebbero fare la differenza? “La competizione ci sarà sempre – osserva Mazzini – ma con un quadro di regole definito potremo partire da una base comune, e senza sfruttamento. Ognuno di noi deve cercare di preoccuparsi – ed è quello che facciamo con la campagna Buoni e Giusti – di non sfruttare l’anello più vicino della catena. Se ognuno di noi opera in modo pulito, la cosa funziona: ma questo non significa smettere di essere efficaci, efficienti, competivi. Il discorso qui è un altro: non dobbiamo rinunciare ad essere competitivi, ma dobbiamo rinunciare alle scorciatoie”.

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