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                      PresaDiretta, processo ai supermercati. Niente di nuovo sul fronte agroalimentare

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                      Presa Diretta, il 12 ottobre si è parlato di "prezzo ingiusto"

                      Supermercati, niente di nuovo sul fronte agroalimentare. PresaDiretta, nota trasmissione di inchiesta di Rai 3 diretta da Riccardo Iacona, nella puntata di lunedì 12 ottobre 2020 dal titolo “Il prezzo ingiusto” ha portato all’attenzione del grande pubblico le storture della filiera agroalimentare: quasi due ore di processo mediatico alla grande distribuzione, definita dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova collegata in diretta come il caporale in giacca e cravatta. In realtà si fa un minestrone di luoghi comuni e faccende note per non dire stranote, non solo agli addetti ai lavori, con grandi semplificazioni e non poche inesattezze. Eurospin con le sue aste al doppio ribasso – che in realtà non fa più da tempo – viene dipinta come il genio del male

                      di Eugenio Felice

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                      PresaDiretta, nella puntata del 12 ottobre si è parlato di “prezzo ingiusto”

                      Niente di nuovo sul fronte agroalimentare. Per questo proveremo a essere concisi. La puntata del 12 ottobre di PresaDiretta, nota trasmissione d’inchiesta di Rai 3 diretta da Riccardo Iacona, prova ad approfondire il tema del “prezzo ingiusto” dei generi agroalimentari. Si parla soprattutto di ortofrutta, ma anche di passate di pomodoro. E, naturalmente, dei supermercati, che controllano la distribuzione dei beni di largo consumo. Per riassumere la oltre ora e mezzo di puntata, che potete trovare a questo link, ciò che emerge è che i prezzi vengono decisi dai supermercati, responsabili dei fenomeni di caporalato, descritto come endemico nel settore primario, in particolare nel Meridione. Peccato che la narrativa a volte romanzata dello “strapotere” della GDO e della “spremitura” dei fornitori, sia ampiamente nota agli addetti ai lavori e sia stata portata all’attenzione del grande pubblico in diverse occasioni. Così come la babele di promozioni, sottocosto, contributi e scontistiche. Citiamo ad esempio Internazionale, che nel novembre 2016, 47 mesi fa, pubblicava il servizio video “Il prezzo del pomodoro e il ricatto della grande distribuzione” e nel luglio 2018, 27 mesi fa, pubblicava l’articolo “I discount mettono all’asta l’agricoltura italiana“.

                      Partiamo dal presupposto che oggi la grande distribuzione è un partner fondamentale della filiera agroalimentare e questo non viene mai detto nelle quasi due ore di trasmissione, che anzi è farcita di semplificazioni e imprecisioni. Si parla di rincari di frutta estiva, alludendo a speculazioni della grande distribuzione con la scusa dal periodo di emergenza sanitaria, quando invece il rincaro è stato in buona parte dovuto al clima avverso che ha falcidiato le campagne. Tanto per dirne una. Il servizio di apertura è imbarazzante. Come se poi si potessero paragonare i prezzi dei prodotti di periodi diversi. Chi conosce il mondo dell’ortofrutta sa bene che il prezzo viene determinato dalla quantità di prodotto in offerta e dalla richiesta per lo stesso prodotto che arriva dal mercato di consumo. Tanto più è deperibile il prodotto quanto più è volatile il prezzo. Domanda e offerta sono peraltro pesantemente condizionate dalle condizioni climatiche. Da un giorno all’altro il prezzo di un ortaggio può cambiare repentinamente. Parliamo del resto di prodotti freschissimi e deperibili, non di prodotti industriali come merendine o pastasciutta. Ma non vogliamo fare un contro processo a PresaDiretta, sarebbe un esercizio inutile.

                      [Leggi anche: Mazzini: l’intervista integrale a PresaDiretta: “Ecco come lavora Coop”]

                      La trasmissione ci ha lasciato l’amaro in bocca. Difficile da digerire lo scaricabarile della ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova, collegata in diretta con Riccardo Iacona, che ha addebitato alle inefficienze della politica – di cui lei però fa parte – il fatto che non sia ancora stato approvato dal Senato il DDL che vieta le pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare. DDL che la Camera ha approvato nel giugno 2019 (leggi qui), 16 mesi fa. Non pervenuto l’europarlamentare Paolo De Castro: il suo intervento non è andato oltre il solito ritornello. Poi a più riprese si è parlato delle aste al doppio ribasso, definite indecenti dalla Bellanova. Ma signori nemmeno la pecora nera Eurospin, tanto chiamata in causa durante la trasmissione, le utilizza più, da diverso tempo peraltro. I maggiori gruppi GDO, annusando probabilmente il tranello, non hanno accettato il confronto con PresaDiretta. Tranne Coop Italia, che nei fatti risulta essere tra i gruppi più virtuosi nei confronti del mondo agricolo. E la multa da parte dell’Antitrust per il caso Celox / Peron? Il responsabile commerciale freschissimi Claudio Mazzini ha tagliato corto: “Abbiamo fatto ricorso, l’Antitrust ha compiuto un lavoro superficiale”.

                      Sì, l’Antitrust. La giustificazione del direttore generale dell’AGCM Giovanni Calabrò sulla presunta lentezza nella verifica di eventuali speculazioni da parte della GDO durante il lockdown – “Siamo solo in 200 e dobbiamo controllare tutti i settori economici, non solo quello della grande distribuzione” – lascia bene intendere quale sia la attuale situazione di assenza dello Stato. Il finale della trasmissione, che segue la narrazione tipica delle storie a lieto fine, prova a dare una speranza portando l’esempio del progetto NoCap e del brand Iamme, una certificazione etica – sì, l’ennesima – che coinvolge tutta la filiera, dalla produzione alla distribuzione. Si riporta l’esempio dei finocchi prodotti in Basilicata da Primo Sole e distribuiti dal Gruppo Megamark (associato Selex GC) molto presente nel Meridione. Quanto costa ridare dignità ai lavoratori / braccianti? “Dai 10 ai 15 centesimi in più al chilo”, risponde Giuseppe Appio di Primo Sole. Anche qui, comunque, niente di nuovo, del progetto NoCap i media si sono già occupati (anche noi, in più occasioni). Quindi? Niente, avanti come prima, in ordine sparso, frammentati, ognuno a fare la sua corsa, nel far west del settore ortofrutta.

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